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Mondiali atletica leggera – Budapest day 8: la nostra 4×100 maschile è vice campione del mondo

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La 4×100 è una gara che racchiude una molteplicità di sensazioni. Ognuno di sé vi trasferisce il proprio stato d’animo, per trasformare una delusione in riscatto o per consolidare un proprio successo personale. Così è stato a Tokyo 2020 e così è stato ieri sera, in un affollatissimo stadio di Budapest.

Roberto Rigali

Al colpo di pistola scatta Roberto Rigali, classe 1995, è l’unico che non fosse nel quartetto olimpico, è galvanizzato, carico e trasforma questa sua ottima condizione in una grande frazione dove non lascia scappare via i più quotati avversari. 

Marcel Jacobs

Roberto passa il testimone in modo fluido a Marcel. Stagione strana la sua, iniziata male e proseguita in gran parte tra polemiche e critiche. A Budapest ha ritrovato una buona forma e vuole continuare a zittire le voci malevoli che lo davano per finito, che lo etichettavano come una meteora passata nel cielo della grande atletica mondiale. Corre una seconda frazione molto valida, davanti a lui scappa solo il fortissimo giamaicano Seville mentre l’inglese Hughes prova a rincorrerlo senza riuscirci. Marcel, infine, effettua un cambio estremamente bello con il testimone che non perde velocità nel passaggio, condizione fondamentale per lanciare il terzo frazionista, quello decisivo, quello che condurrà il testimone all’ultimo staffettista.

Lorenzo Patta

Dalla prima frazione a Tokyo alla terza, ma il comun denominatore è la curva. Lorenzo è piccolo e agile, caratteristiche ideali per correre forte una frazione curvilinea. E così fa. In rientro anche lui da una stagione difficile a causa di un infortunio, vuole ricordare il 2023 col sorriso e quindi disegna una splendida curva quasi recuperando gli statunitensi e consegnando il testimone a Filippo Tortu senza distacco dalle prime squadre.

Filippo Tortu

Il più deluso della trasferta ungherese. L’eliminazione al primo turno sui 200 metri non se l’aspettava ma, come un incubo, questa è arrivata. A Tokyo Filippo uscì in modo analogo sui 100, per vendetta verso se stesso corse in rimonta un’ultima frazione mostruosa. A Budapest quando vede arrivare Patta è pronto a trasformare la delusione in rabbia, la rabbia in grinta, la grinta in velocità. La frazione di Tortu è semplicemente sensazionale, prende il testimone dietro gli statunitensi (con Noah Lyles che vola verso il suo terzo oro dei campionati) ed affiancato a Giamaica e Inghilterra. Filippo si lancia sempre di più e divora sia il giamaicano che l’inglese, che rimangono dietro, sempre più dietro. Tortu arriva sul traguardo a braccia alzate, ed urla con lo sguardo di chi ha tenuto l’amarezza di una grande delusione dentro di sé per diversi giorni con il sogno di cancellarli con una frazione d’orgoglio.

L’orgoglio: questo è ciò che ha fatto volare i quattro moschettieri azzurri, che hanno incendiato i cuori dei numerosissimi italiani presenti allo stadio magiaro per sostenerli, per vederli volare.

Le ragazze ad un nulla dal podio

L’impresa dei quattro uomini non riesce ad offuscare l’impresa delle staffettiste italiane. Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Alessia Pavese hanno stabilito il record italiano in semifinale, conquistando la finale con il diritto della terza posizione. In finale corrono tutte frazioni bellissime, effettuano cambi ottimali e danno sulla pista tutto quello che hanno. Le prime tre squadre però hanno al loro interno nomi che le rendono inarrivabili e così Stati Uniti, Giamaica e Regno Unito vanno a prendersi il podio, con le nostre azzurre dietro, prime però tra le squadre che rincorrono quei fantastici primi tre quartetti.

Le 4×400 in finale

Nella serata arrivano anche ottimi risultati dalle staffette lunghe. Entrambe le nostre squadre si qualificano per la finale prevista per stasera. Con la qualificazione delle staffette del miglio arriva un record, mai in un campionato mondiale l’Italia ha presentato una squadra in ogni finale delle staffette.

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