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Mondiali atletica leggera – Budapest day 9: conclusi i campionati, 13 finalisti e 4 medaglie per l’Italia

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Con le ultime gare si è concluso ieri il Campionato Mondiale 2023 di Budapest, tra le edizioni migliori per la nostra compagine almeno dal 1999.

Gli azzurri ieri

Ad aprire le danze alle 7 di mattina è il nostro Daniele Meucci, maratoneta classe 1985 campione europeo nel 2014. Il pisano chiude la gara della maratona piazzandosi con un dignitoso decimo posto, dimostrando di essere ancora molto competitivo a livello mondiale. In serata invece è il turno delle due 4×400 impegnate nelle rispettive finali. La staffetta maschile, orfana di Sibilio a causa di un risentimento muscolare (al suo posto il siciliano Meli), non riesce a colmare il distacco e giunge ultima al traguardo. Le ragazze fanno meglio. Anche a loro manca un pezzo da novanta: la Folorunso (finalista mondiale sui 400 ostacoli). Al posto della ragazza emiliana è subentrata la Polinari, che comunque si è ben difesa all’interno di una gara estremamente combattuta dove l’olanda strappa la medaglia d’oro all’ultimo metro grazie al finale mozzafiato della Bol, stella indiscussa di questa edizione mondiale. Le azzurre chiudono settime in una finale a nove corsie.

Tempo di bilancio

La kermesse ungherese è senza dubbio una delle migliori di sempre per la nostra squadra a partire dall’elevato numero di azzurri presenti. Il bilancio parla chiaro: 13 finalisti (Fabbri, Palmisano, Tamberi, le 4 staffette, Iapichino, Folorunso, Fantini, Stano, Ihemeje, Derkach) e 4 medaglie di cui: una d’oro (Tamberi), due d’argento (Fabbri e 4×100 maschile) e una di bronzo (Palmisano). Era dall’edizione di Siviglia del 1999 che la nostra squadra non otteneva un risultato del genere. Il presidente federale Stefano Mei ha rilasciato durante la conferenza stampa conclusiva alcune parole su questi mondiali che vale la pena riportare.

«Siamo arrivati alla vigilia degli Europei di Roma e delle Olimpiadi di Parigi a suon di risultati. Gli atleti si meritano tutto quello che stiamo facendo per loro. Tutta la squadra dimostra che la Coppa Europa non è stata un caso, in un’atletica con tantissime nazioni che possono vincere medaglie e avere finalisti. Abbiamo raccolto più di Eugene che era stata comunque una delle migliori edizioni, con un ricambio che potrà fare da proselitismo, come dimostrano i dati di ascolto in tv»

È poi il direttore tecnico Antonio La Torre ad offrire un ulteriore sguardo su quanto appena fatto, analizzando, in particolare, la situazione di Tortu e Jacobs.

«Dopo la staffetta di Budapest usciamo con la certificazione che Jacobs difenderà il suo titolo olimpico dei 100 metri con i denti. È stata anche la squadra a far ritrovare l’ispirazione al talento mai perduto di Marcell e di Filippo Tortu, autentico promotore di questo gruppo che ha una compattezza d’acciaio. L’ultima frazione di Tortu ci ha detto che non era campato per aria il pensiero di vederlo in finale nei 200 metri, nella videoanalisi si nota che non perde da Lyles. Non può esserci una frazione lanciata di questo livello se non si è uno sprinter di altissimo livello mondiale sui 200 metri. Il suo è un rebus che dovremo risolvere»

Non ci resta che attendere di nuovo i nostri azzurri in gara nelle ultime gare della Diamond League 2023 e poi ai mondiali indoor di Glasgow (1-3 marzo 2024) e, soprattutto, agli europei outdoor di Roma che si terranno allo Stadio Olimpico dal 7 al 12 giugno 2024.

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