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NINO FARINA – IL PIONIERE DEL “CIRCUS”

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“Nino Farina era l’uomo dal coraggio che rasentava l’inverosimile”, scrive Enzo Ferrari, che di piloti e macchine se ne intendeva. Ma se Farina – che in realtà si chiama Giuseppe Emilio – è un pilota dal coraggio inverosimile e dalle eccezionali qualità tecniche, Nino (il suo alter ego in forma reale) è un uomo spesso al centro delle cronache mondane per alcuni comportamenti che, a quei tempi, sono considerati eccessivi. Dalle donne passando per i cubani, con in testa una sola cosa: la velocità.

Nino Farina è entrato nella storia del motorsport conquistando – nel 1950 – il primo campionato del mondo di F1 di sempre. Si, esattamente il più nella storia, quello che se guardi l’albo d’oro leggi in primis Farina e poi tutti gli altri.

Nino Farina (vero nome Giuseppe Farina) nasce il 30 ottobre 1906 a Torino. Suo padre è Giovanni Farina, fondatore degli Stabilimenti Farina e fratello di Battista (fondatore della Pininfarina).

Appassionato di auto fin da bambino ma non intenzionato ad entrare nella carrozzeria di famiglia, si laurea in legge e decide che all’inizio degli anni ’30 è arrivato il momento di gareggiare. Nino, però, è una testa dura e si fa notare più per gli incidenti e i ritiri (dovuti a un eccessivo sfruttamento del mezzo) che per i successi o le prodezze in pista. Senza contare che non è molto amato dagli altri piloti a causa del suo comportamento troppo aggressivo in pista, che lo rende un cavallo diverso dagli altri.

Nino Farina inizia a farsi spazio nel mondo delle corse alla fine degli anni ’30: nel 1937 vince il GP di Napoli e si laurea campione italiano. Una sorta di “scudetto” motoristico conquistato anche nel 1938 e nel 1939. Insomma, Nino in quei anni era come la Juventus: aggressivo e spietato. Poi, però, arriva il ciclo bellico e Nino come tanti altri sportivi deve appendere le attrezzature al muro per qualche anno.

Nel 1946, dopo che lo scontro bellico è concluso, Farina ottiene il primo successo importante. Questa volta la gloria è duplice perché si tratta del primo trionfo all’estero (il GP delle Nazioni a Ginevra) ma la svolta arriva due anni più tardi: bissa il successo in Svizzera salendo anche sul gradino più alto del podio del GP di Monaco, con una Maserati. E come se non bastasse ultima il weekend con giro veloce e pole position. Nino è diventato un pilota di caratura mondiale e così facendo chiude la stagione trionfando anche sul circuito del Garda con una Ferrari.

Nel 1950, poi, arriva il momento della svolta. L’olimpo del motorsport ha coniato una competizione mondiale con più tappe al suo interno: la F1. Nino Farina entra nella storia del motorsport conquistando il Mondiale di F1 1950: il primo campionato del mondo di Formula 1 di sempre. E lo fa in un binomio unico nella sua bellezza italiana.

Il mondiale parte alla grande. Nino si aggiudica la prima gara iridata in assoluto – il GP di Gran Bretagna – e non contento realizza anche la pole position e il giro veloce. Il pilota torinese si ripete in Svizzera e a Monza e nell’ultima gara stagionale approfitta dei risultati negativi dei due compagni di scuderia – l’argentino Juan Manuel Fangio (ritirato) e Luigi Fagioli (3°) – per superarli in classifica generale e laurearsi campione del mondo. Nel 1951 Nino Farina, tenta invano di bissare il successo, ma conquista solo una vittoria in Belgio.

L’Alfa Romeo si ritira dalla F1 nel 1952, Farina passa alla Ferrari, inizialmente, più per esigenza che per altro e, infatti, il primo anno fatica più del previsto ottenendo risultati peggiori dei tre compagni di squadra: Alberto Ascari, Piero Taruffi e Luigi Villoresi.

Il Mondiale F1 1953 si apre con un pauroso incidente in Argentina che porta alla morte di 13 spettatori e si conclude con l’ultima vittoria in carriera in F1 – GP di Germania al Nürburgring – in una stagione nella quale Nino Farina ritorna ad essere il cacciatore di una volta, ma davanti a lui domani Alberto Ascari, che vincerà l’edizione di quel mondiale. Nello stesso anno arriva anche il primo successo importante nell’endurance: al volante di una Ferrari 375 MM Nino sale sul gradino più alto del podio della 24 Ore di Spa in coppia con Hawthorn e della 1000 km del Nürburgring insieme ad Ascari.

Farina ottiene tre podi nel Mondiale F1 1955: “due” nel GP d’Argentina (guida nel corso della gara le vetture che si piazzano in seconda e in terza posizione, all’epoca era possibile scambiare i piloti durante il Gran Premio) e uno in Belgio. Una stagione tutto sommato buona nella quale il driver torinese riesce a fare meglio di Maglioli, di Taruffi e dello statunitense Harry Schell senza però riuscire ad essere più veloce di Trintignant.

Nel 1957, dopo un tentativo di qualificarsi per la 500 miglia di Indianapolis, l’anno prima, Nino Farina appende il casco al chiodo e trova lavoro presso alcune concessionarie e in Pininfarina.

Farina perde la vita il 30 giugno 1966 in un incidente stradale a Aiguebelle (Francia) mentre si sta recando con la propria Ford, Cortina Lotus a Reims per assistere al GP di Francia.

Come sarebbe stato il primo gran premio della storia della Formula 1 con le grafiche di oggi? Riviviamo insieme quel giorno con la vittoria di Nino Farina (Matt Amys su YouTube)

 

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