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Pop&Sports – La Ferrari festeggia 1000 Gp tra grandi successi e anonime parentesi, quando il Mugello festeggia il suo primo Gp con la Formula1
Un nome sinonimo di mito, in grado di trasformare un colore in passione e leggenda.
Ieri si è disputato il 1000esimo Gran Premio in Formula 1 della Ferrari, in un circuito che per la prima volta ospitava un Gran Premio della Formula 1, il Mugello. La scuderia di Maranello è diventata più grande dello sport in cui compete, un sogno di un ragazzo di Modena, Enzo Ferrari, divenuto un altrettanto sogno di grandi e piccini. Il merito è dovuto alla sua storia, lunga 71 anni, sfrecciata via tra grandi successi e anonime parentesi.
21 maggio 1950: si corre la seconda gara del primo Mondiale di F1 della storia. Sul circuito di Montecarlo sfrecciano tre vetture dalla livrea color amaranto (le stesse che Leclerc e Vettel hanno sfoggiato ieri, in omaggio a questa data). Sono le Ferrari di Ascari, Sommer e Villoresi. L’Alfa Romeo di Fangio, leader del campionato, è irraggiungibile per tutti, anche per la Rossa. Alla fine Ascari chiude secondo, doppiato dall’argentino. Ascari replicherà questo risultato anche qualche settimana più tardi, nel GP d’Italia.
La stagione successiva è quella della prima vittoria. Sul circuito di Silverstone José Froilan Gonzales fa stabilire il tempo più veloce in qualifica alla Ferrari. Il Cavallino parte dalla prima griglia, mantenendo la prima posizione per tutta la gara. A differenza della stagione precedente, il pilota può fare affidamento alla 375 F1, contando su un motore aspirato che garantiva bassi consumi. Così mentre gli avversari sono costretti a fermarsi ai box, la Ferrari può correre verso la gloria.
Dopo soli due anni di gavetta, la Rossa riuscì ad affermarsi nel mondo dell’automobilismo. Lo fa nel 1952: Alberto Ascari conquista il titolo di campione, dominando tutte e 7 le gare del Mondiale. Il pilota milanese vince anche nel 1953, ma l’anno successivo saluta il Cavallino per sedersi al volante della Lancia. Inevitabile il rallentamento della Ferrari. Il testa a testa ormai è fra Ascari e Fangio, in Mercedes. Ma la loro rivalità si interrompe fatalmente nel maggio del 1955, quando l’amico Villoresi chiama Ascari, domandandogli se volesse provare su pista la Ferrari F50 Sport. Ascari accetta, ma la sua monoposto si ribalta e per il pilota non c’è niente da fare. La Lancia, con un colpo allo stomaco, decide di ritirarsi e vende la sua auto al Cavallino.
Nelle mani di Fangio, la Rossa diventa praticamente imbattibile. Il Cavallino torna a vincere il Mondiale, tornando a guardare tutti dall’alto in basso. Il 1961 è un altro anno particolare. L’americano Phil Hill vince solo due Gp, niente paragonato agli anni precedenti, ma comunque sufficiente per aggiudicarsi il titolo. Un record, come quello che stabilirà tre anni più tardi John Surtees, unico pilota a vincere sia sulle due che sulle quattro ruote, ma è l’inizio di un digiuno lungo 11 anni.
È una vettura veloce – ma non troppo affidabile- che nelle mani di Fangio diventa praticamente imbattibile. La Rossa torna a vincere il Mondiale, può guardare ancora tutti dall’alto in basso. Il 1961 è un altro anno particolare. L’americano Phil Hill vince appena due Gp. Una miseria. Ma è comunque sufficiente per aggiudicarsi il titolo. Un record, come quello che stabilirà tre anni più tardi John Surtees, unico pilota a vincere sia sulle due che sulle quattro ruote. Ma è l’inizio di un digiuno lungo 11 anni.
Ora la storia che tutti ormai conosciamo. La rivalità della Rossa con James Hunt continua fino a diventare uno scontro fra due mondi opposti: Lauda viene descritto come un computer, Hunt è istinto puro, un cavallo selvaggio. Il primo agosto 1976 si corre in Germania, al Nurburgring. Ha appena piovuto, ma la pista si sta asciugando. Le gomme da bagnato impiantano la Ferrari, così l’austriaco si ferma a cambiarle. Poi, con in testa la fretta di recuperare Hunt, Lauda torna in pista per recuperare posizioni. Al terzo giro la macchina di Lauda centra il muretto, si alza in aria, gira su se stessa e si ferma al centro del circuito, in fiamme. L’italiano Arturo Merzario, l’allora pilota della Frank Williams Racing Cars, si ferma e lo estrae dalle lamiere roventi. Lauda è vivo per miracolo, ma con ustioni su tutto il corpo e i polmoni compromessi. Il pilota si deve fermare per un paio di Gran Premi. Il Mondiale oramai è perso, ma si rifarà nel 1977.
Un anno più tardi arriva in Ferrari un ragazzo canadese da un grande talento. Il suo nome è Gilles Villeneuve e riesce a vedere traiettorie che nessun altro è in grado di immaginare. Nel ’79 Jody Scheckter regala al Cavallino un altro titolo, ma di quell’anno tutti ricordano il duello fra Villeneuve e Arnoux, nel Gp di Francia. Il 1980 è una delle peggiori stagioni della storia della Ferrari: la Rossa chiude decima con appena 8 punti conquistati e due anni dopo, nel 1982, Villeneuve muore a seguito di uno schianto, contro la March di Jochen Mass, durante le qualifiche per il GP del Belgio. L’anno dopo arriva il Mondiale costruttori, ma è l’ultimo acuto rosso, poi seguono anni bui. Michele Alboreto e Gerard Berger vengono spinti più dall’amore dei tifosi che dai motori Ferrari. Nel 1990 Alain Prost affianca un altro fuoriclasse come Nigel Mansell, ma non basterà a riconquistare il titolo. All’interno della scuderia, i due si ostacolano fra polemiche e accuse. Il 1992 è ancora più cupo: Alesi è più ai box che in gara, a causa di 10 ritiri in 16 Grand Prix.
Il 1996 è l’anno della svolta moderna: arriva Sua Maestà Michael Schumacher. Il divario con la Williams non è più impossibile da colmare. Nell’ultima gara del 1997 il tedesco è primo, ma nel Gp d’Europa il canadese Jaques Villeneuve è troppo forte per Michael e il tedesco cerca di ingegnarsi come può, cercando di spingere fuori il canadese senza riuscirci. Verrà squalificato. Nel 1999 Eddie Irvine, la seconda guida più forte di sempre, sfiora il titolo chiudendo a due punti da Hakkinen. L’anno sucessivo, Schumacher diventa campione del Mondo. Il suo dominio dura 5 anni e la Ferrari è tornata a scrivere la storia. L’ultimo campione vestito di Rosso è stato Kimi Raikkonen, nel 2007. Da allora ci sono stati quasi solo dispiaceri, soprattutto quest’anno. Nonostante ciò, le sfighe non hanno mai intaccato il mito.
1000esimo GP per la Ferrari, ma primo per il Mugello. Per la prima volta, il circuito toscano ha ospitato il suo Gran Premio della Formula 1. Ma la sua storia è anch’essa antica.
Il primo periodo di grande notorietà è quello degli anni Venti, quando a sfidarsi sui 66 polverosi km, che da Scarperia salivano fino a Firenzuola per poi tornare attraverso il passo della Futa a San Piero, di nuovo a Scarperia, erano i migliori conduttori di allora: Campari, Brilli Peri, Enzo Ferrari, Ascari, Borzacchini e Materassi, idolo locale. Messa in ombra dal prestigio della Mille Miglia, il circuito rimase oscurato. Con la scomparsa delle Mille Miglia e la analoga rinascita della popolarità delle gare su strada negli anni ’60, i dirigenti appassionati come Pasquale Borracci ed Amos Pampaloni ripropongono la competizione sul tracciato classico dei 66 km, la prima della quali fu nel 1964, il 21 giugno, esattamente cinquanta anni dopo la disputa del ‘Circuito automobilistico toscano’ che, sancendo la nascita del Mugello. Le sette edizioni svoltesi negli anni ’60 richiamarono, nelle verdi valli del Mugello, centinaia di migliaia di spettatori, incantati dalle performanti autovetture Sport e Touring, ma anche e soprattutto dalle piccole Abarth elaborate.
Così dal Mugello stradale degli anni Venti, nasce un impianto destinato a rappresentare tutto il prestigio dell’evento automobilistico. Progettato negli anni ’70 e poi profondamente rinnovato, è uno dei circuiti più suggestivi, moderni e sicuri del panorama internazionale. E’ sede abituale di test e prove di F1, delle case leader nel Mondiale MotoGP e del Mondiale Superbike, di case automobilistiche e motociclistiche nazionali ed internazionali. Ha ospitato la Formula 5.000, che ha tenuto il battesimo dell’impianto il 23 giugno 1974, la Formula 3.000, la Formula Due, il Fia-Gt e, unico impianto italiano, l’ITC, oltre alla Formula 1, da ieri. Per quanto concerne le due ruote è sede del GP d’Italia.
Fonte: ilfattoquotidiano.com / wikipedia.org / mugellocircuit.com
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