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I racconti del Commissario – Riccardo e il sortilegio spezzato

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Motori & spettacolo

Il motorismo, si sa, è prima di tutto “show” e i personaggi di questo mondo sono accolti a braccia aperte dai professionisti dell’intrattenimento. I piloti sono da sempre stati ospiti d’onore nelle trasmissioni televisive di qualunque genere, non solo quelle sportive. Ovviamente nel nostro paese le vere “star” sono i piloti Ferrari, la rossa nel cuore di tutti gli italiani. Ma anche i loro colleghi con il tricolore applicato alla tuta non sono mai stati trascurati, specie se vincenti e con un lungo curriculum nella massima formula. All’inizio degli anni Novanta Riccardo Patrese rispondeva perfettamente a questi requisiti e anche la casalinga di Voghera poteva apprezzare la sua presenza sul piccolo schermo. Negli spettacoli della tv di stato cronaca, sport e varietà si fondono spesso e questa commistione portò ad un incontro improbabile: quello tra il pilota padovano e il celebre illusionista Giucas Casella. Con un risultato a dir poco incredibile.

Giù di morale

Nel 1991 Riccardo Patrese era ormai un veterano delle corse. In Formula 1 dal 1977, aveva colto due vittorie con la Brabham al fianco di Nelson Piquet prima di attraversare una fase meno fortunata della sua carriera. Dopo sette anni di assenza dal gradino più alto del podio, l’anno precedente con la Williams aveva colto una splendida vittoria a Imola che ne aveva rilanciato le ambizioni in zona Motor Valley. Le premesse sembravano ottime: il team di Sir Frank aveva costruito la FW14, una monoposto avveniristica resa estremamente competitiva dall’applicazione delle sospensioni attive a controllo elettronico. Era arrivata un’altra vittoria in Messico, ma mentre il suo compagno Nigel Mansell si stava giocando il campionato contro Ayrton Senna, Riccardo subiva diverse delusioni. Dopo il Gran Premio d’Italia Patrese contava ben cinque ritiri tra problemi tecnici e incidenti, non riuscendo a capacitarsi del perché tutto sembrasse andargli storto. Ma la soluzione sarebbe arrivata quando meno se lo sarebbe aspettato.

Illusionista e show man

Giuseppe Casella Mariolo, in arte “Giucas”, era un personaggio tra i più seguiti e discussi nella tv anni Ottanta. Abile illusionista, era diventato celebre per le sue capacità di paragnosta e per i numeri di ipnosi effettuati su animali, spettatori e ospiti delle trasmissioni alle quali partecipava. Che fossero basati su capacità reali o sulla semplice suggestione, i suoi numeri attiravano il pubblico creando momenti di spettacolo. Un personaggio del genere non poteva che diventare una presenza fissa nelle case degli italiani. La leggenda narra che, in una di queste occasioni, avvenne l’incontro tra Giucas e Patrese, invitato come ospite negli studi Rai. Ovviamente Casella non perse occasione per mettere alla prova le sue doti “magiche” sottoponendo Riccardo ad uno dei suoi esperimenti. Per fortuna non quello in cui invitava il pubblico ad incrociare le dita sopra la testa bloccando loro le mani.

Il potere di Giucas

Patrese aveva appena espresso il suo tormento senza spiegarsi perché la sf…ortuna si accanisse contro di lui e Giucas colse al volo l’occasione per mettere alla prova le sue capacità. Guardando fisso negli occhi il pilota padovano gli disse: «Tu vincerai la prossima corsa, perché te lo dico io, hai capito: tu vincerai perché te lo dico io. Dovrai solo seguire questo rituale». Non ci è dato sapere in cosa consistesse la procedura che Casella impose a un Riccardo ben poco convinto, ma quest’ultimo seguì le istruzioni, un po’ spinto dalla moglie e un po’ perché in fondo non c’era nulla da perdere. La gara successiva era il Gran Premio del Portogallo, tredicesima prova del mondiale in programma il 22 settembre.

La rivincita lusitana

Sul circuito di Estoril Patrese partì dalla pole position guidando la corsa fino al diciottesimo giro, quando il suo compagno Mansell lo superò guadagnando subito terreno. Sembrava un film già visto e invece l’inglese fu protagonista di un’incredibile disavventura. Un malinteso nel corso del pit stop dell’inglese portò all’errato fissaggio della posteriore destra, che si sfilò pochi metri dopo la ripartenza. I meccanici Williams corsero a rimontarne un’altra in mezzo alla pit lane, violando svariati articoli del regolamento sportivo. Al danno di piombare in diciassettesima posizione, per Mansell si sommò la beffa della bandiera nera esposta al giro numero 51. Nel frattempo Patrese si ritrovò in testa con un vantaggio incolmabile per gli inseguitori. Tutte le disavventure si tennero alla larga da lui fino alla bandiera a scacchi che lo salutò vincitore per la quinta volta in carriera: in un solo colpo la sorte gli aveva restituito tutte le beffe delle gare precedenti. La chiusura di questa storia non può che firmarla lo stesso Riccardo con le sue parole dopo la vittoria:

«E io che ho perso anni di vita per mettere a posto le macchine e a discutere coi tecnici, chiamavo Giucas e facevo prima…»

Il disgraziato pit stop di Mansell che consegnò a Patrese al vittoria in Portogallo (cmgamer su YouTube)

 

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