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Rio 2016 – Paralimpiadi: Presentazione di Cecilia Camellini e Massimo Croci – 05 set

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CECILIA CAMELLINI

Nata il 10 marzo 1992 a Modena è tesserata presso la A.S.D. Tricolore di Reggio Emilia ed è una delle stelle mondiali del nuoto paralimpico. Non vedente dalla nascita ha iniziato a nuotare all’età di tre anni nella piscina dei Vigili del Fuoco di Modena.

Convocata per le Paralimpiadi di Pechino 2008 ha avuto l’onore, assieme a Francesca Porcellato, di essere portabandiera durante la cerimonia d’apertura. Sempre in occasione di detta olimpiade è risultata la più giovane atleta della squadra Azzura. Due medaglie d’argento, nei 50 e nei 100 metri stile libero, sono stati il suo bottino al termine della competizione. Quattro anni dopo, a Londra 2012 sono ben quattro le medaglie da lei conquistate: due ori, nei 50 e nei 100 metri stile libero, due bronzi, nei 100 dorso e nei 400 stile libero. Ambedue gli ori sono stati conquistati realizzando i relativi record del mondo: nei 100 metri stile libero categoria S11 (1’07″29), e nei 50 metri stile libero categoria S11 (30″94). Cecilia nella sua giovane carriera di atleta vanta 30 titoli italiani individuali; oltre a detenere 2 record del mondo, 3 europei, 6 italiani in vasca lunga e 5 in vasca corta.

 

Massimo Croci

Nato a Castelnovo ne’ Monti il 7 luglio 1971 è tesserato per l’Atletico H di Bologna, e gareggerà nel tiro a segno specialità carabina. Esattamente nella carabina R3 e la R6 a 10 metri e a 50 metri, posizione a terra. Da notare che il centro del bersaglio da colpire è largo 4,5 millimetri,nella R3, come la grandezza del pallino che spara; mentre nella R6 è di 5,6 millimetri, come la grandezza della cartuccia usata. È debuttante alle Olimpiadi, in quanto pur avendo centrato l’idoneità per Londra 2012, non fu incluso dalla Federazione che mise in rosa altri atleti. Nel suo albo d’oro troviamo ben otto titoli di Campione d’Italia.

La sua disabilità è dovuta ad un incidente in motocicletta. Il 26 maggio 2006 bevve una lattina di bibita ghiacciata che gli provocò una congestione mentre guidava la moto. Sentitosi male non riuscì a fermarsi e dopo aver perso il controllo del mezzo finì a terra. La caduta gli provocò lo spostamento di un disco, danneggiando il midollo e tagliando le terminazioni nervose agli arti inferiori (paraplegia). All’Ospedale di Montecatone, provò vari tipi di sport, la sua scelta risultò il tiro a segno. Intervistato alla domanda cosa è per lei lo sport ha risposto con queste parole: Lo sport è vita. Dopo l’incidente il tiro a segno mi ha dato nuovi stimoli, la voglia di iniziare daccapo, di confrontarmi con gli altri, di alzarmi la mattina e di addormentarmi la notte, felice”.

Até breve.

Lamberto Bertozzi

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