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Rugby – Bologna Rugby 1928 v. CUS Perugia 20-3 – 6 Mar
Sole a tratti, temperatura gradevole e lambrusco a chilometri zero. In barba ad ogni più nefasta previsione meteorologica della vigilia, il “big match” della 15° giornata va in scena nel miglior canovaccio climatico possibile. Peccato solo per il terreno di gioco, spoglio d’erba e di un colore giallastro tendente all’orrido. Amen.
Sugli spalti la risposta del pubblico è buona, tanto che fra i supporters locali spunta nuovamente la famosa trombetta delle “grandi occasioni”. La stessa già sentita durante il derby contro la Reno. Una sorta di corno elfico che – a parer del suonatore – stavolta rappresenterebbe il famoso richiamo del “pilone in amore”.
Perfetto.
Si comincia.
Sul campo, l’inizio dei rossoblu è travolgente. All’ottavo minuto, Bottone approfitta del primo fischio del signor Cerino di Napoli per piazzare comodamente i tre punti che sbloccano lo score sul tabellone.
Al 11’, Soavi intercetta splendidamente un rinvio dai ventidue, mette il turbo e va schiacciare in meta sull’out sinistro. Tripudio.
Il solito Bottone trasforma da posizione defilata, spingendo la banda di Ogier ad un rassicurante +10 sugli ambiziosi rivali. Nemmeno il tempo di finire una birra, e l’Emilbanca ha già trascinato la fune dell’incontro dalla sua parte. Bene così.
Al 20’, il Perugia abbozza una reazione: Masilla infila tre punti con un bel destro dalla piattaforma, riportando i suoi alla distanza di sette lunghezze. Purtroppo per gli umbri però, questi saranno gli unici punti segnati in tutto l’incontro.
Nei venti minuti finali di tempo succede un po’ di tutto. Il Bologna prima rischia di subire un secondo piazzato (fuori di poco) che avrebbe riavvicinato pericolosamente gli ospiti, poi trova la meta della momentanea sicurezza grazie a Sergi, bravo a sfruttare la spinta della moul petroniana a pochi passi dall’ultima linea biancorossa. Il destro di Bottone stavolta finisce sul palo e la prima frazione si conclude con il punteggio di 15 a 3.
La ripresa è più brutta del previsto. Mischie ruvide, calci sbilenchi e rimesse laterali storte. Non ci si diverte, ma spesso in partite come queste il peso del risultato va al di là di ogni spettacolo.
Vista la posta in palio, parallelamente allo scorrere della clessidra sembra aumentare anche il nervosismo. Al decimo minuto, il direttore di gara sventola un giallo in faccia a Sandri, costringendo il 1928 alla provvisoria inferiorità numerica. L’espulsione temporanea riaccende le speranze degli ospiti che caricano a testa bassa. Il momento è decisivo, non solo per la partita ma anche per il proseguo dell’intera stagione. Il pubblico canta, mentre il “corno” risuona fra le tribune. Le ondate perugine si susseguono, ma gli argini bolognesi reggono. Due, forse tre occasioni, per andare a marcare vengono sventate dai padroni di casa e col passare dei secondi la frustrazione del CUS aumenta rapidamente. Al 17’, tocca alla terza linea Scaloni beccarsi la sospensione precaria ristabilendo equamente il numero di uomini sul campo. La foga biancorossa va via via impallidendo e gli ultimi istanti di partita sono tutti di marca felsinea. Al 38’, Macchione vola a timbrare una splendida meta proprio sotto la tribuna in festa. Bottone colpisce il secondo palo di giornata ed il punteggio non supera il 20 a 3.
Al quarantesimo, c’è persino un disperato assalto finale nel tentavo di agguantare la quarta segnatura. La possibilità di arrivare all’insperato punto addizionale esalta la folla, ma l’ultimo ovale disponibile si perde fra i meandri di un raggruppamento. Palla fuori e triplice fischio.
Bologna batte Perugia 20 a 3. Niente punto di bonus offensivo raggiunto, ma nemmeno quello di premio difensivo concesso agli ospiti, che scivolano così a 5 lunghezze proprio dalla capolista rossoblù. Un cuscinetto importante (forte anche dello scontro diretto) da dover gestire come una grande squadra nelle ultime 7 battaglie rimaste.
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