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Rugby – Reno Bologna 1967 v. Bologna Rugby 1928 0-38 – 1 Mag

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Al centro sportivo “Barca”, si respira  sin da subito la classica aria da Derby” e francamente non poteva esser altrimenti. Ad accogliermi, vento pungente e tribune già colme di persone. Sotto la mia postazione, alcune  irriducibili tifose rossoblu scaldano l’ugola dividendosi una boccia di Amaro del Capo prima del fischio d’inizio. Più a destra, bandiere giallo blu sventolano alte sopra le centinaia di teste, mentre un manipolo di bambini scorrazza per il parco adiacente inseguendo i rimbalzi del pallone ovale.  

Alle mie spalle scorre il fiume Reno, compassato e silenzioso.

Non manca praticamente nulla, si parte.

La partita. Agli ordini del signor Alberto Toselli (che ha scelto proprio questo incontro per chiudere ufficialmente la sua carriera) si comincia in maniera piuttosto contratta. D’altronde, i padroni di casa non hanno certo intenzione di regalare il pomeriggio ai loro cugini e vogliono onorare i 50 anni di attività facendo lo scalpo alla capolista. Dall’altra parte, l’Emilbanca sembra non ingranare e per i primi 15 minuti bisognerà accontentarsi di un match parecchio confuso. Molti errori e tante palle calciate sulle sponde del torrente fra nutrie giganti e rovi spinosi . Finalmente, al 19’, Vedrani rompe il ghiaccio e vola in meta sull’out destro approfittando di una bella azione alla mano decollata dalla fascia opposta. Bottone sfodera immediatamente un piede molto caldo, e grazie alla sua trasformazione si va sullo 0 a 7.

Dieci minuti più tardi, tocca a Cimardi siglare il raddoppio al termine di una corrosiva spinta centrale. Bottone dalla piazzola non sbaglia aggiungendo altri  due punti a cinque siglati dal compagno. Reno  0 – Bologna 14, quando ancora le lancette non hanno toccato il trentesimo.

A questo punto il duello si surriscalda, innalzando inevitabilmente l’asticella della tensione tanto sul campo quanto (stranamente) sugli spalti.  Dopo alcune scaramucce dentro al rettangolo di gioco, qualcuno apostrofa un giocatore in maglia gialla con l’appellativo di “Argentino di M*” . Un signore appoggiato alla ringhiera fa giustamente notare all’urlatore che in questo contesto non vi è spazio per  quel genere d’insulti e ne nasce un piccolo battibecco, immediatamente sedato dal buon senso di entrambi. Insomma, potrai pur sottolineare il fatto che un giocatore non sia particolarmente intelligente (ovviamente con altri aggettivi, non siamo di certo a teatro) ma gli sproloqui razziali è meglio cucirseli in bocca. Sempre, non solo nel rugby.

Torniamo a noi. Poco prima dell’intervallo, la Reno – su gentile concessione degli ospiti – avrebbe la possibilità di sverginare il suo score, ma il piazzato finisce fuori, mandando di fatto la squadra di Ogier al riposo sul meritato +14.

L’alba della ripresa è tutta di marca giallo blu. Il club guidato in panchina dalla coppia Sordini-Segundo si accampa in massa dentro la metà campo rossoblu tentando di riaprire il discorso. Un assedio all’arma bianca, che costringe il 1928 ad alzare il ponte levatoio gettando dalle finestre secchi di pece bollente. 10 forse 12 minuti di assalti, prima che il furore svanisca lentamente  lasciando spazio alla migliore qualità dei primi della classe. Al 56’, il carrettino bolognese sfonda la trincea di casa consentendo a Vedrani di schiacciare per la terza volta (seconda personale) l’ovale oltre l’ultima linea. Bottone stavolta non insacca, ma tanto basta per intravedere quel punto di bonus che alla vigilia nessuno dava per scontato.

Al 70’, l’agognato e necessario timbro supplementare finalmente arriva grazie alla meta di Rob Smith. L’inglese,  forte di una tecnica sopraffina, s’infila centralmente regalando fra l’altro al solito Bottone l’ opportunità di convertire la meta piuttosto facilmente. Palla tranquillamente in mezzo ai pali: Reno 0, Bologna 26. Game, set and match si direbbe nel tennis.

Ad obbiettivo raggiunto, il 1928 dilaga. Di nuovo Rob Smith al 76’ sull’out destro(non trasformata da Bottone), poi Sergi nel finale dopo una straordinaria giocata collettiva. Giusto il tempo per poter “convertire” l’ultima segnatura ed impedire il timbro della bandiera alla Reno ed ecco che Toselli manda tutti negli spogliatoi.  Al fischio finale, il tabellone luminoso parla chiaro: Reno 0, Bologna 1928 38.

Successo fondamentale per il club del presidente Paolini, che saccheggia l’intera posta in palio anche in quest’ultima velenosa trasferta di regular season. Ora “basterà” (si fa per dire, eh!) semplicemente  vincere – anche senza bonus – contro il Parma 1931 per andare allo spareggio Play off nella migliore condizione possibile.

Manca poco, non si può mollare adesso.

Classifica. 87 Bologna Rugby 1928, 85 CUS Perugia, 82 Rugby Parma 1931; 68 Giacobazzi Modena, 62 Reno Rugby Bologna 1967; 58 Romagna; 48 Florentia; 45 Amatori Parma; 36 Livorno; 24 Arezzo; 17 Jesi, 16 Viterbo.

 

 

Foto di Andrea Malossini

 

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