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Storie Olimpiche – Innsbruck 1964, la “medaglia de Coubertin” a Eugenio Monti
Alla vigilia delle Olimpiadi di Innsbruck, l’Italia era reduce da un’edizione deludente delle Olimpiadi invernali; a Squaw Valley la spedizione italiana era rientrata con un solo bronzo in tasca, arrestando una crescita che l’aveva vista protagonista a Cortina nel 1956 con un oro e due argenti.
La spedizione del 1960, rispetto all’edizione precedente, aveva visto però la defezione di Eugenio Monti, il “Rosso Volante” (soprannome che, tanto per cambiare, coniò Gianni Brera), il fuoriclasse italiano del bob. Il bobbista originario di Dobbiaco aveva conquistato a Cortina due argenti, ma aveva dovuto rinunciare all’edizione nella valle californiana perché il bob, presente fin dal 1924, proprio nel 1960 non fu incluso nel programma olimpico.
Monti aveva vinto, a Cortina, i due argenti presenti nel medagliere degli azzurri, e nel 1964, con il bob di nuovo nel programma per l’edizione austriaca di Innsbruck, c’era grande attesa nei suoi confronti. Alla vigilia dei Giochi Olimpici era il bobbista più vincente del lotto, coi suoi 6 titoli mondiali.
Le gare del bob a due e a quattro si svolgevano, come oggi, in due manche. La prima delle due gare era quella del bob a due: Monti era n coppia col frenatore Sergio Siorpaes, i due partirono male e alla fine della prima manche erano solo quinti. Un risultato deludente se si considera il palmarès del fuoriclasse italiano. Davanti a loro c’erano tra gli altri l’equipaggio britannico, guidato da Tony Nash e completato dal frenatore Robin Dixon. I due fino al 1963 avevano vinto solo un bronzo ai mondiali dell’anno prima, ma in quella prima manche si ritrovavano secondi. Un inconveniente però sembrava pregiudicarne la partecipazione alla seconda manche. Un bullone era saltato dal loro bob e l’equipaggio non aveva ricambi. Una notizia indubbiamente positiva per chi li inseguiva in classifica.
Eugenio Monti, che con l’eventuale esclusione dei britannici, avrebbe potuto scalare una posizione senza problemi, non ci pensò due volte e mostrò il vero significato dello spirito olimpico. Il Rosso Volante prese uno dei suoi bulloni di ricambio e lo offrì ai britannici. Ça va sans dir, come nella migliore delle favole, grazie a quel bullone l’equipaggio britannico partecipò alla seconda manche, guadagnandosi anche il primo posto, dopo il secondo della prima manche, Eugenio Monti e Siorpaes rimontarono vincendo il bronzo.
Monti, certamente deluso dalla prestazione nonostante il podio e la medaglia, si ripeté nel bob a quattro. A termine della prima manche, l’equipaggio italiano si offrì per la riparazione del bob dell’equipaggio canadese guidato da Vic Emery. Anche in questo caso l’equipaggio aiutato dagli azzurri si aggiudicò l’oro, mentre Monti e i suoi tre compagni dovettero accontentarsi anche in questo caso del terzo posto.
L’episodio, il primo, quello che coinvolse la formazione britannica, valse a Monti la speciale medaglia De Coubertin, assegnata per episodi di estrema sportività dal CIFP, il Comitato Internazionale del Fair Play. La medaglia nota anche come “Medaglia del vero spirito sportivo” fu istituita proprio nel 1964, ed è assegnata agli atleti che mostrano questo spirito ai Giochi Olimpici. La medaglia è assegnata secondo il giudizio della commissione e non ha un vincitore per ogni edizione, ma viene assegnata una tantum laddove un atleta dimostri la sua estrema sportività. Monti è ad oggi il primo ed unico atleta italiano ad averla ricevuta.
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