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Storie Olimpiche – Londra 2012, Oribe Peralta fa piangere il Brasile
A distanza di 62 anni, i Giochi Olimpici tornano a Londra. La capitale inglese diventa così nel 2012 la prima città della storia ad ospitare la manifestazione a cinque cerchi per tre volte. Londra vinse una sfida serratissima per l’assegnazione dei Giochi con Parigi, anch’essa già città ospitante di due edizioni nella prima metà del ‘900. L’edizione, dominata dalle polemiche per lo screzio a distanza tra Usain Bolt e Jacques Rogge e gli ennesimi successi di Michael Phelps nella piscina londinese, fu un grande successo nella splendida cornice della capitale inglese.
WEMBLEYAZO – Prima della finale di Euro2020, vinta fortunatamente dall’Italia ai danni dei padroni di casa dell’Inghilterra, c’è stato un altro “Wembleyazo”, quello della Nazionale Olimpica di calcio del Brasile. Una vera e propria disfatta.
Alla vigilia di Londra 2012, la Nazionale Brasiliana allenata dal CT della Nazionale maggiore Mano Menezes si era preparata per andare ai Giochi Olimpici e compiere un’impresa mai riuscita ai verdeoro: vincere l’oro olimpico.
La Nazionale verdeoro per l’edizione 2012 poteva contare sulla giovane stella Neymar, attorno all’allora 20enne fuoriclasse brasiliano la squadra poteva contare sull’apporto di fuoriquota come Thiago Silva e Hulk. Una formazione fortissima, tra le più forti mai viste ai Giochi Olimpici, complice il limite di età di 23 anni imposto dal regolamento del torneo di calcio delle Olimpiadi.
Dopo un girone superato agevolmente a punteggio pieno, il Brasile comincia la sua scalata verso la finale di Wembley, trascinato soprattutto da Leandro Damiao, allora attaccante dell’Internacional di Porto Alegre, capocannoniere del torneo con 6 reti. Ai quarti di finale per i verdeoro arrivano le prime difficoltà. Di fronte ai pari età dell’Honduras, i brasiliani vanno in svantaggio, la doppietta di Damiao e il gol di Neymar portano la contesa dalla parte del Brasile, che deve comunque soffrire fino all’ultimo minuto, vincendo solo 3-2.
Le semifinali sono un’altra storia. Ancora una doppietta del centravanti Damiap e il gol di Romulo (da non confondere col Romulo che ha giocato per diversi anni in Serie A) permettono di superare senza patemi la modesta Corea del Sud.
Sembra l’anticamera di un successo annunciato, il coronamento di un sogno. Il Brasile affronta in finale il Messico, destinato ad essere la vittima sacrificale verso la conquista di una medaglia d’oro scontata.
La partita però racconta un’altra storia. A farla da padrone è Oribe Peralta, 28enne attaccante del Santos Laguna. Il centravanti fuoriquota colpisce il Brasile a freddo, dopo un minuto un errore del Brasile lo lascia libero di colpire. Da quel momento, è un assolo Brasile, ma gli attacchi del primo tempo vengono tutti respinti. Nel secondo tempo il Messico torna alla carica e crea diverse occasioni da gol. Il colpo del KO però arriva al 75’. Su una punizione dalla fascia sulla trequarti, Peralta viene pescata completamente libero di colpire di testa. È l’apoteosi del Messico, a nulla serve il gol allo scadere di Hulk.
Vince il Messico 2-1 e si porta a casa l’oro. Il Brasile si dovrà accontentare di un altro argento, come quelli di Los Angeles e Seul, ma la rivincita sul destino beffardo sarà ancora più dolce…
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