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Storie Olimpiche – Melbourne 1956, i primi giochi nell’emisfero australe
Per la prima volta in 60 anni di giochi olimpici, il CIO, con l’obiettivo di globalizzare sempre di più l’evento, decise di assegnare l’organizzazione dell’edizione del 1956 a un paese dell’emisfero australe. I giochi di Melbourne si disputarono tra novembre e dicembre, a eccezione delle competizioni equestri che si disputarono in Svezia a giugno, a causa di una rigida legge che riguarda l’ingresso di equini in Australia.
Le Olimpiadi non poterono fare a meno di trascinarsi le problematiche politiche che infestavano l’emisfero nord: l’esercito sovietico, a novembre 1956, aveva represso la rivolta ungherese, nel frattempo francesi e inglesi avevano inviato truppe al canale di Suez, nazionalizzato dall’Egitto. Di conseguenza Olanda, Spagna e Svizzera non parteciparono in segno di protesta all’Urss, mentre Egitto, Irak e Libano per le problematiche al canale di Suez. In compenso arrivò a Melbourne una piccola rappresentanza della Repubblica Popolare Cinese, che però torno immediatamente a casa in quanto, nell’apertura del villaggio olimpico, fu issata solo la bandiera della Cina nazionalista. Furono così 2000 in meno, rispetto Helsinki 1952, gli atleti che parteciparono a questa edizione.
Uno degli episodi più celebri, purtroppo in chiave negativa, di questa edizione riguarda la partita di pallanuoto tra Urss e Ungheria. Prima della partita i magiari avevano già iniziato a deridere i sovietici. Da subito il match fu molto violento: Dezso Gyarmati, capitano della formazione ungherese, sferrò un pugno a un giocatore della squadra avversaria. Verso la fine della gara, sul punteggio di 4-0 per gli ungheresi, Zádor e Prokopov ebbero un diverbio e arrivarono alle mani. Scoppiò una rissa, i tifosi scesero dagli spalti per aggredire i giocatori e i sovietici furono salvati dall’intervento della polizia, prima che i 5500 supporter ungheresi li assalissero. L’incontro terminò e il match venne ricordato come il “bagno di sangue di Melbourne”.
Tensioni politiche a parte, l’Ungheria riuscì a confermarsi tra le potenze sportive mondiali posizionandosi quarta nel medagliere con ben 26 medaglie. Per la prima volta nella storia si posizionarono primi i sovietici che con 98 medaglie e 37 titoli olimpici superarono nel medagliere gli Stati Uniti. Dulcis in fundo, nella cerimonia di chiusura della manifestazione, nonostante i problemi politici, gli atleti sfilarono in ordine sparso senza bandiere.
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