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Storie Olimpiche – Mosca 1980, l’Olimpiade di Mennea
Alla vigilia dei Giochi Olimpici di Mosca 1980, la tensione derivante dalla Guerra Fredda era ormai alle stelle. Il colpo di stato di matrice sovietica e la conseguente occupazione dell’Afghanistan da parte delle stesse truppe sovietiche spinse il presidente degli USA Carter a minacciare, anche per propaganda in vista delle elezioni presidenziali, di non mandare la delegazione statunitense alle Olimpiadi se l’Unione Sovietica non avesse ritirato le truppe.
I Giochi di Mosca però sono anche il grande palcoscenico dell’atletica leggera italiana. Pietro Mennea, dopo aver fatto registrare il record mondiale (record che manterrà per 26 anni!) vince l’oro olimpico nei 200 metri piani.
IL BOICOTTAGGIO – La situazione degenerò rapidamente. I Sovietici rifiutarono di ritararsi dall’Afghanistan, provocando il boicottaggio delle Olimpiadi da parte degli USA. Le conseguenze per i Giochi furono devastanti. Agli USA si accodarono decine di paesi, in totale si assentarono 65 Nazioni, tante delle quali in linea con la decisione degli Stati Uniti, altre per ragioni diverse. Come la Cina, che decise che non c’era tempo per organizzare la propria spedizione, essendo stata riammessa nel CIO solo nel 1979, dopo un’assenza lunga 28 anni.
Il boicottaggio però non si limitò solo alla non partecipare. Molti Paesi tra cui Italia, Gran Bretagna, Germania Ovest e Francia decisero di presentarsi alle Olimpiadi senza bandiera e senza inno Nazionale. Di fatto, ogni atleta di queste Nazioni si presentò ai Giochi da indipendente sotto le insegne del CIO.
LA FRECCIA DEL SUD – Tra gli atleti nelle fila azzurre, c’era anche Pietro Mennea. Il velocista nativo di Barletta si presentava ai Giochi Olimpici tra i grandi favoriti della velocità su pista, detentore del record del mondo dei 200 metri piani dell’atletica leggera, ottenuto solo l’anno precedente alle Universiadi di Città del Messico. Nella gara dei 200 metri piani, a differenza di altre discipline, il boicottaggio degli Stati Uniti non aveva ridotto in maniera troppo significativa la concorrenza per Mennea. Nella starting-list della gara c’erano il campione olimpico uscente giamaicano Don Quarrie e il campione del mondo in carica dei 100mt il britannico Alan Wells.
In finale Wells e Mennea fianco a fianco si diedero battaglia, ma Mennea con una rimonta clamorosa riuscì a portarsi a casa un oro storico per l’Italia.
Mennea rimarrà un simbolo per l’atletica leggera italiana e non solo. Esempio di lavoro e professionalità. Dopo la vittoria alle Olimpiadi si ritirerà in un primo momento, cambiando poi idea e conquistando altre importanti medaglie a livello internazionale.
Mennea durante la sua carriera conseguì anche ben tre lauree: in Giurisprudenza, Scienze Politiche e Scienze Motorie. La sua attività non si limitò poi solo al solo sport e alla carriera accademica. Nel 1999 si candidò e divenne anche Europarlamentare.
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