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Il Semaforo Rosa – Taru Rinne

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Fino ad oggi abbiamo dato spazio e adito ai volti rosa nell’automobilismo, ma anche nel circus delle gare motociclistiche c’è una piccola schiera di ragazze che si sono prese il loro spazio. Ma tutto ha un inizio e la pioniera delle quote rosa per le due ruote è una ragazza finlandese di venti anni che in un’assolata gara tedesca si è presa la scena dimostrando il suo valore contro i suoi colleghi. Il suo nome è Taru Rinne

Tra i grandi nomi finlandesi

Taru inizia a gareggiare in Finlandia e come tanti suoi conterranei il suo primo veicolo è un go-kart. I primi anni della sua carriera esordisce competendo contro alcuni nomi ben noti che si faranno una reputazione in Formula 1. Mika Salo, Mika Hakkinen e JJ Lehto. Nel 1979 vinse il campionato proprio davanti al futuro pilota della McLaren mentre nel 1980 arriva seconda dietro al finlandese destinato poi alla Ferrari. Riconquista il titolo nel 1982 dopo che l’anno precedente aveva chiuso nuovamente seconda però dietro ad Hakkinen. Si laura nuovamente campionessa la stagione seguente ma viene squalifica a causa del carburante che risulterà illegale. Da lì decide di chiudere la carriera sulle quattro ruote per dedicarsi al motociclismo, ambiente nel quale trova a sua volta affermazione e fama.

Dal sedile alla sella

Sulle due ruote esordisce nel campionato europeo 125 cc nel quale porta aa casa un sesto posto come miglior risultato. Di lì a poco il salto nel motomondiale, targato Motor Valley. Infatti il suo debutto nella categoria cadetta lo fa con MBA, ovvero Morbidelli Benelli Armi, una squadra che produceva le vecchie Morbidelli 125 cc per i privati con sede a Pesaro Urbino. Corre la prima gara in Svezia dove si ritira, segue la Repubblica Ceca dove arriva ventesima e chiude la stagione a San Marino dove però non riuscì a qualificarsi. Dopo passa alla Honda rimanendo sempre in 125 cc, ma la stagione che segna la svolta per lei è quella del 1989.

Pioniera

Si corre in Germania, sullo storico circuito di Hockenheim. In Pole Position per la categoria cadetta si trova Enzo Gianola. Accanto a lui con stupore e sorpresa si trova la giovane finlandese Taru Rinne. Un risultato storico per una donna nel motociclismo. La sua tuta in pelle gialla e bianca svetta sulle altre e lei sorniona si gode gli sguardi degli altri per quanto ottenuto. Si è qualificata davanti al campione in carica Jorge Martinez, Alex Crivillé e Fausto Gresini. La gara è quasi pronta al via e Taru è pronta a dare del filo da torcere per tenersi stretta la sua posizione. I semafori si spengono e iniziano le danze. Nei primi passaggi la finlandese riesce a rimanere nelle posizioni di vertice lottando per il podio. È il momento migliore della gara, Rinne sente la moto e le gomme bene sulla pista tedesca e attacca. Staccate al limite e sorpassi la portano a sfidare Gianola per la testa della corsa. Ma l’asfalto è caldo e la fatica della battaglia comincia a premere anche sulle gomme che lentamente calano. Lottare per le posizioni di testa diventa sempre più dura. In pochi passaggi Taru si ritrova quarta. La fatica si fa sentire ma lei non molla, prova a resistere anche agli ultimi attacchi che subisce e alla fine riesce a chiudere settima, in quello che sarà il miglior piazzamento suo in carriera. Qualche settimana dopo si ripete in Olanda dove termina con un buonissimo ottavo posto. Gli anni successivi non sono molto fortunati per la finlandese, tanto che nel 1991 in Francia al Paul Ricard ebbe un brutto incidente nel quale si ruppe entrambe le caviglie. Bernie Ecclestone colse la situazione al volo, colui che al tempo poteva decidere chi partecipasse o meno alle gare del motomondiale, e scrisse una lettera a Taru dove le diceva che non avrebbe più potuto gareggiare. Finì così la sua carriera, con quella che lei reputa la più grande delusione che abbia mai dovuto affrontare.  

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