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Jannik Sinner sul tetto del mondo

Da oggi Jannik Sinner è il nuovo numero uno del tennis mondiale. Ecco il percorso che lo ha portato fin qui.

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Jannik Sinner (©FITP)

Dopo l’amara sconfitta con Carlos Alcaraz, Jannik Sinner può comunque consolarsi col prestigioso posizionamento di numero 1 al mondo. Da quando le classifiche vengono fatte al computer è solamente il ventinovesimo uomo a riuscirci.

Prima di lui, il miglior piazzamento registrato da un italiano fu il quarto posto di Adriano Panatta in quel magico 1976 in cui vinse anche il Roland Garros e gli Internazionali BNL d’Italia.

Le origini del campione

La storia di un uomo che, a neppure 23 anni, è già il miglior azzurro di sempre nel mondo delle racchette, inizia a San Candido il 16 agosto 2001, figlio di Hanspeter e Siglinde, gestori di una baita in montagna. Proprio in quell’ambiente il giovane imparò i suoi valori, che tuttora lo rendono un gentleman dentro e fuori dal campo, e iniziò a fare sport.

Descritto da tutti come un asso sia nello sci sia nel tennis, ma anche dotato di un’ottima predisposizione per il calcio, Jannik scelse infine la pallina gialla perché sciare era più pericoloso, e le vittorie con la racchetta erano ben più numerose.

Gli esordi, l’ascesa e le difficoltà coi campioni

I risultati nel circuito iniziarono ad arrivare nel 2019, con i primi slam e la prima semifinale ATP in quel di Anversa ma soprattutto con la vittoria alle Next Gen ATP Finals a Milano da Wild Card. Quella finale su De Minaur lo mise al centro dell’attenzione mediatica in Italia come una grande promessa da tenere d’occhio.

L’anno dopo a fine stagione ottenne la sua prima affermazione a livello ATP a Sofia, ma la crescita era ancora una volta stata lineare sin da Gennaio dove vinse la sua prima partita all’Australian Open. Tutti conoscevano Sinner come l’astro nascente che era e affrontarlo in un tabellone sarebbe stato per chiunque un sorteggio sfortunato.

Nonostante il costante avvicinamento ai più forti, negli anni successivi mancò un tassello importante: le affermazioni contro i fenomeni. Tsitsipas, Djokovic e Alcaraz per citarne alcuni erano ancora molto lontani e Jannik non li batteva con costanza. Anche a Washington, dove nel 2021 vinse il suo primo ATP 500, non dovette misurarsi con avversari di spicco (vinse la finale con McDonald).

La consacrazione tennistica

L’anno della svolta anche in questo aspetto è stato il 2023, stagione in cui l’azzurro ha trovato continuità battendo a inizio anno proprio Tsitsipas e vincendo ad agosto il suo primo mille in Canada contro Tommy Paul prima e De Minaur poi.

Dopo un periodo di cambiamento e critiche, passando da Piatti al duo Vagnozzi-Cahill, ha dimostrato di avere ragione e si è qualificato alle ATP Finals, fermato solamente in finale da Nole Djokovic.

Poi, la Coppa Davis. Ancora una volta, dopo le critiche per non aver rappresentato la nazionale a Settembre contro Canada, Cile e Svezia, si è rialzato e ha zittito tutti eliminando la Serbia dopo aver annullato match point al numero 1 ATP che lo aveva appena battuto alle Finals.

Questa vendetta, che poi ci ha spianato la strada per l’Insalatiera, è l’esempio della forza mentale di questo ragazzo: lavora per il proprio piacere, non per gli altri, e crede nel “processo” guadagnato col sudore.

Jannik Sinner-mania e il futuro

La scalata era solo all’inizio e, due mesi dopo, il primo sigillo Slam a Melbourne su Medvedev ha segnato la “Sinner-mania”. Tutti sono diventati appassionati di tennis, un po’ come era successo con Tamberi, Federica Pellegrini e tutti quei campioni made in Italy saliti sul tetto del mondo.

Da lì il resto è e sarà storia, ma bisognerebbe essere ancora più contenti di avere un uomo prima del campione, un ragazzo che si gode il suo percorso e lo fa sempre con un grande sorriso stampato in faccia. Jannik Sinner può davvero diventare un esempio per tutti i ragazzi, non solo coloro che si appassionano al tennis.
Questa sua etica del lavoro e quel sorriso appassionato, siamo sicuri, non lo faranno accontentare, anzi gli permetteranno di ottenere risultati che infiammeranno tutto un popolo che sogna con lui. Perché il viaggio è appena iniziato.

Articolo di Matteo Paganelli

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