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Tour de France: La prima giornata storta di Roi Julian.
Quante cose ha detto la terza, ed ultima, delle tappe pirenaiche di questo Tour. Talmente tante che diventa difficile metterle in ordine nella testa, figuriamoci raccontarle senza dimenticarne manco una, cosa che certamente accadrà data l’età non più verde di chi scrive.
Contrariamente a quanto i “sacri testi” dicono di fare, iniziamo dalla fine: in quel di Prat d’Albis (arrivo inedito per la Grande Boucle) la tappa è stata vinta da Simon Yates, già vincitore giovedì scorso della prima delle tappe del trittico Pirenaico a Bagneres de Bigorre. Il britannico è stato l’unico superstite di una fuga di trentasei uomini partita agli albori della tappa, con dentro “bella gente” (o gente delusa da questo Tour) come il nostro Vincenzo Nibali, come Romain Bardet e Nairo Quintana, ovvero giustappunto i grandi sconfitti della tappa di ieri, oggi alla ricerca di un riscatto quanto meno parziale, che non è arrivato.
Rivolti gli applausi di rito al buon Simon, che magari un giorno non lontano si ripresenterà in terra di Francia non già per puntare alle singole tappe benché prestigiose, ma per vincere il Tour, andiamo a parlare di quello che è accaduto dietro di lui.
La notizia del giorno, e forse di questo Tour finora, è quella del passaggio a vuoto di quello che fino a ieri pareva ai più come il suo sovrano inattaccabile. Sotto i colpi fortissimi e meravigliosi dell’amico-rivale Thibaut Pinot (chapeau!), dunque, Alaphilippe è andato in seria difficoltà, pur conservando alla fine con un buon margine di vantaggio la sua maglia gialla che però ora appare un po’ meno solida sulle sue esili spalle.
“Alaphilippe ha sbagliato!” si sono precipitati a sentenziare i veri o presunti esperti di ciclismo, tra i quali il sottoscritto, seduto comodamente sul divano. “Non doveva rispondere all’attacco di Pinot e doveva proseguire col proprio passo pensando a tenere la ruota dei suoi rivali più vicini, ovvero Geraint Thomas e Steven Kruijswijk (dai quali ha perso alla fine ventisette secondi)!”.
Tutto vero. Tutto sacrosanto. Ma non dobbiamo dimenticare che Alaphilippe è “nato ieri” come corridore da corse a tappe, essendo innanzi tutto un portentoso “cacciatore di classiche”. E poi è un corridore generoso, uno che, se fosse un calciatore, diremmo abituato a “lottare su tutti i palloni”. Proprio per questo la gente lo adora, e noi tra essa.
Nulla di compromesso, in ogni caso, per Julian che, come detto, conserva il simbolo del primato con un vantaggio sceso ora a 1’35” su Geraint Thomas, a 1’47” su Steven Kruijswijk, a 1’50” su Thibaut Pinot, a 2’02”su Egan Bernal, a 2’14” sul tedesco Emanuel Buchmann (grande sorpresa finora di questo Tour). Sei corridori in poco più di due minuti! Una vera manna per gli appassionati e per i suiveurs di questo Tour più incerto che mai.
La tappa di oggi segna il capolinea di quello che fino a ieri pareva come il dominatore incontrastato di questo Tour? – ci chiediamo in tanti.
Il buon Alaphilippe, che in questa stagione ha speso assai più di molti dei suoi rivali in classifica generale, ha esaurito o quasi il serbatoio delle energie?
Potrebbe essere e, a ben vedere, non ci sarebbe nulla di clamoroso e stupefacente.
Certo la situazione per Alaphilippe sarebbe stata assai più critica se domani, anziché una giornata di riposo, il Tour avesse dovuto affrontare un’altra frazione dura. Ma così non sarà: il Dio del Tour prevede riposo, e riposo sarà. Con buona pace di tutti, di Julian un po’ di più.
Quindi, martedì e mercoledì, due frazioni interlocutorie che potrebbero favorire il recupero da parte della maglia gialla.
Saranno le Alpi, da giovedì in poi, a dare la sentenza inappellabile.
E a comunicarci, senza più dubbi, il nome dell’Eroe che tra una settimana esatta verrà incoronato in maglia gialla a Parigi, con sullo sfondo l’Arc de Triomphe. Mai come quest’anno i Francesi ci sperano: e se non sarà Julian, sarà Thibaut.
Ma, a quanto si è visto oggi, anche i Gallesi, i Colombiani e gli Olandesi hanno validi argomenti per non essere d’accordo con i padroni di casa.
Tali argomenti si chiamano, nell’ordine, Mister G. Thomas, Egan Bernal e Steven Kruijswijk. Personalmente non vedo l’ora che arrivi giovedì.Per essere uno dei tanti puntini colorati che dipingeranno la strada del Galibier, dell’Iseran e della salita di Val Thorens.
E per saperne di più su come andrà a finire.
TOUR DE FRANCE, 15a tappa: Limoux-Foix, 185 km
Ordine di arrivo:
1) S. YATES (Mitchelton – Gbr) 4h47’04” (media: 36,88 km/h)
2) T. PINOT (Groupama – Fra) a 33″
3) M. LANDA (Movistar – Eus) s.t.
4) E. BUCHMANN (Bora – Deu) a 51″
5) E. BERNAL (Ineos – Col) s.t.
6) L. KAMNA (Sunweb – Ger) a 1’03”
7) G. THOMAS (Ineos – Gbr) a 1’22”
8) S. KRUIJSWIJK (Jumbo – Ned) s.t.
9) A. VALVERDE (Movistar – Esp) s.t.
10) R. PORTE (Trek – Aus) a 1’30”
11) J. ALAPHILIPPE (Deceuninck – Fra) a 1’49”
26) F. ARU (Uae) a 4’45”
37) G. CICCONE (Trek) a 11’42”
118) V. NIBALI (Bahrain) 30’08”
Classifica generale:
1) J. ALAPHILIPPE (Deceuninck) 61h00’22”
2) G. THOMAS (Ineos) a 1’35”
3) S. KRUIJSWIJK (Jumbo) a 1’47”
4) T. PINOT (Groupama) a 1’50”
5) E. BERNAL (Ineos) a 2’02”
6) E. BUCHMANN (Bora) a 2’14”
7) M. LANDA (Movistar) a 4’54”
8) A. VALVERDE (Movistar) a 5’00”
9) J. FUGLSANG (Astana) a 5’27”
10) R. URAN (Ef) a 5’33”
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