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“Chiacchiere da Bar…bieri” – Dorna, is the end of the world as you now it
Ci siamo. E per non smentire quello che ho scritto tre mesi fa, posso dirlo: era ora. La conferenza stampa indetta per giovedì scorso da Valentino Rossi ha segnato la storia del motociclismo. E anzi, insieme a ciò che stava ufficializzando il Barcelona FC nelle stesse ore, possiamo dire che ciò che le parole pronunciate da Rossi hanno segnato in realtà la fine di un’epoca.
Giovedì pomeriggio l’atmosfera era surreale. Sembrava che tutto il mondo si fosse fermato, in attesa di sapere cosa stesse per dire il centauro di Tavullia, seduto su quel malinconico sgabello. Il mio mondo, non lo nascondo, si è fermato. Un brivido ha percorso ogni millimetro del mio corpo all’ascolto di questa frase: “I decided to stop at the end of the season”.
Come dichiarato anche dal fratello, Luca Marini, in tanti non hanno mai vissuto un motomondiale senza Valentino Rossi. Tra questi, c’è anche il sottoscritto. E’ quindi normale sentirsi spaesati. E’ quindi normale dirsi “Maledetto me, come mi è venuto in mente di crescere?”
Perchè sì, le ventisei stagioni di Valentino Rossi nel motomondiale, condite da successi, celebrazioni al limite dell’assurdo, accese rivalità, sorpassi “da straccio di licenza”, cadute, infortuni e l’inesorabile declino, hanno scandito la vita di tutti noi. Con Valentino Rossi forse ci lasciamo tutti alle spalle una delle parti più belle della nostra vita. A tal punto che, tra una decina d’anni, rimpiangeremo anche queste ultime stagioni, nelle quali Valentino arrancava, nelle quali Valentino sembrava “attaccato alla poltrona” come il più arcigno Antonio Razzi.
La carriera di Rossi ha arricchito la vita di ognuno di noi, si è intrecciata in maniera indissolubile alle esistenze di ogni appassionato di motorsport. E ora non è semplice dipanare questa matassa, tagliare quel filo giallo e pensare che non vivacizzerà più le nostre esistenze. Immaginarsi la matassa colorata della nostra vita senza quella traccia gialla fa male. E’ il segno del tempo che passa, è la prova che stiamo andando avanti, lasciandoci alle spalle quello che consideriamo il nostro meglio.
Già, perché rimpiangere il passato sembra quasi lo sport preferito di tutti, ad ogni latitudine del mondo. E invece no, non dev’essere così. La vita deve andare avanti, restano da scrivere nuovi capitoli delle nostre storie. Dobbiamo essere felici di avere ancora chilometri di pellicola di questo meraviglioso film ancora da vedere. Ci penseranno i nostri figli a idearne la sceneggiatura, proprio quei giovani che Lewis Hamilton ha salutato celebrando il suo settimo titolo mondiale. Loro stavano ascoltando e, giorno dopo giorno, stanno facendo crescere la loro voglia di vincere, il loro desiderio di diventare i nuovi testimonial dello sport mondiale.
Il nostro compito di spettatori non è altro che quello di scegliere il posto migliore nel nostro meraviglioso anfiteatro, sederci comodi, e gustarci il meglio, che deve ancora venire.
Una delle esultanze più celebri del ‘fu’ “Rossifumi”, quella con Claudia Skiffer (source: sport.sky.it, copyright: unknown)
Cosa resterà di questa Dorna?
Tre mesi fa chiedevo a Dorna di fare un passo oltre Valentino Rossi. Ho visto un Carmelo Ezpeleta quasi rassegnato durante la conferenza stampa, come se fosse spento, in balìa di ciò che stava accadendo sotto i suoi occhi, impotente. E’ finito un ciclo, ma è ora di aprirne un altro. E’ tempo di continuare ad allestire il miglior palcoscenico possibile per i campioni di domani, che saranno coloro che faranno sognare i nostri nipoti. Anche Dorna non deve guardarsi indietro, bensì deve guardare con speranza al futuro, fidandosi della voglia e della creatività dei giovani, sempre più legati dai protocolli e dai dettami degli uffici stampa.
Il fenomeno Valentino Rossi è nato ed è esploso in maniera così fragorosa proprio perché era libero di esprimersi. Quali sono le immagini che sono rimaste più impresse nella mente di tutti? Quelle delle esultanze di Rossi. Originali, ironiche, divertenti. E’ questo che manca ai giovani campioni di oggi. La libertà di mostrarsi al mondo per quello che sono.
Liberty Media, con la Formula 1, mi sembra stia facendo un passo verso questa direzione, mentre Dorna dovrebbe fare un salto indietro di venticinque anni. Il pubblico vuole rivalità genuine e sincere, che si sviluppano e deflagrano da sole, non sotto l’input dei guru del marketing. Che è un po’ quello che sta succedendo nel circus delle quattro ruote, mentre sembra qualcosa lontano dalla realtà nelle competizioni gestite dal promoter spagnolo.
Dorna infatti si trova ora ad avere due belle gatte da pelare. Una è la MotoGP, che dal 2022 sarà senza Rossi e che al momento non può più contare sulle vittorie di Marc Marquez. L’altra è la SBK, che amo definire “un campionato morto che tormenta i vivi”, acquistato da Maurizio Flammini con il solo scopo di essere sacrificato sull’altare degli ascolti della MotoGP. Il problema è che il mondiale delle derivate di serie continua ad essere un campionato con scarso appeal, destino che da questo momento rischia di seguire anche il motomondiale. Per Dorna è l’ora della verità. Per venticinque anni Ezpeleta ha vissuto di rendita e l’unico exploit l’ha fatto sopprimendo di fatto la serie rivale e disintegrandone il pubblico, ora orfano di un campionato come quello delle derivate di serie, brutto, sporco e cattivo che faceva sognare i motociclisti la domenica e vendere motociclette ai concessionari il lunedì.
In questo momento Dorna ha in mano due scatole vuote. E’ finito il tempo nel quale si può capitalizzare quello che, per botta di fortuna, ha in gestione. E’ il tempo di fare davvero il promoter, costruendo un prodotto concreto e attrattivo. Altrimenti…
Il saluto di Ezpeleta a Rossi. Cosa si cela sotto quel sorriso? (source: fanpage.it, copyright: unknown)
Altrimenti tutti coloro che hanno amato Valentino, più delle moto stesse, in questo quarto di secolo, seguiranno Valentino stesso. Ha già annunciato il suo futuro, ampiamente pronosticato anche su queste pagine. Correrà in auto. Ancora non si sa in quale campionato, anche se quasi certamente si congiungerà finalmente con Ferrari. Con ogni probabilità Mister 46 guiderà delle vetture Gran Turismo, visto che Ferrari, tramite il responsabile del nuovo progetto Hypercar Antonello Coletta, lo ha già allontanato dalla categoria regina del mondiale Endurance. Rossi ha confessato a Pedrosa di voler correre per altri dieci anni. Non è impossibile, la prospettiva di carriera nelle competizioni a ruote coperte è molto lunga e garantisce anche risultati dignitosi.
Una flebile speranza per Dorna potrebbe essere lo stesso Valentino Rossi, tramite il suo team. Che poi, anche su questo capitolo, ce ne sarebbero di cose da dire… tra sponsor fantasma e prìncipi sauditi che non sono Il Principe, ma uno dei tanti. Credo però che gli spagnoli debbano pensare a ben altro per scongiurare l’esodo del proprio pubblico verso altri lidi. Non basterà un VR46 al muretto della propria scuderia a fare audience. E che non venga loro in mente di confezionare un clone del pesarese. I cloni piacciono solo ai fan di Star Wars.
Uno dei famosi test con la Ferrari F1 di Valentino Rossi. Non sarà Formula 1, ma quasi certamente il suo futuro sarà rosso e a quattro ruote (copyright: Ferrari)
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