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Virtus Femminile – Che sarà (sarà quel che sarà)

Stasera l’ultima sfida contro Ragusa. Dentro o fuori che potrebbe mandare avanti la Virtus femminile o far terminare qui la stagione

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Virtus Segafredo Bologna
Iliana Rupert, lunga della Virtus Bologna femminile (©Virtus Segafredo Bologna)

Cadere e rialzarsi. Il canovaccio che ha caratterizzato tutta la stagione della Virtus femminile. Anche ai playoff, la storia non sembra cambiare. Per trovare la propria migliore forma, le Vu nere devono prima toccare il fondo, o quasi. Oramai le ragazze di Vincent sembrano aver fatto la buccia alle difficoltà, ma appaiono ormai ancor più avvezze a tirar fuori dal cappello il coniglio bianco quando nessuno avrebbe scommesso più su di loro. Come Ragusa aveva espugnato la Segafredo Arena, le bianconere vincono sul difficile campo siciliano. Si deciderà tutto in gara 3. Che sarà? Sarà quel che sarà.

Dallo stesso lato del tabellone, nel derby veneto ha la meglio, come era facile immaginare, Schio. Contro San Martino di Lupari bastano due partite per approdare in semifinale, trono dal quale le Orange guarderanno con attenzione alla prossima avversaria, la vincente tra Virtus e Ragusa.

La serie con Ragusa: gara 1

Parliamo dei quarti playoff con Ragusa. Terza contro sesta, apparentemente una formalità per le bianconere. Nulla di più sbagliato: Ragusa senza timore e senza Spreafico (capitano delle ragusane e della nazionale) si è presentata a Bologna vogliosa di fare la propria partita. La Segafredo, dal canto suo, prova a vivere di rendita di una prima metà di gara discreta (anche se non eccelsa), ma si fa riprendere e superare dalle ospiti nel finale di gara.

Non basta un duetto meraviglioso tra due delle veterane, Zandalasini e Dojkic, capaci di segnare più della metà dei punti delle padrone di casa. A fare la differenza è il limitato apporto delle lunghe, una difesa poco aggressiva e qualche libero di troppo sbagliato. Ragusa ne approfitta con la sapienza di una vecchia conoscenza virtussina come Lino Lardo e il gioco è fatto: gara 1 va a Ragusa, tra amarezze e rimpianti da un lato, incredulità e gioia dall’altro.

Gara 2: cambia la musica

Si va a Ragusa. Il Palaminardi sembra essere apparecchiato a festa per l’approdo in semifinale delle siciliane. Nulla di più sbagliato: sul parquet sembra scendere solo una squadra, la Virtus. Le bianconere non solo vincono, ma stravincono, portando a casa un risultato che pare quasi bugiardo per l’andamento del match.
Imbrigliate le giocatrici chiave della prima gara, Chidom e Juskaite, restano solo Miccoli, Milazzo e Jakubcova a trainare il carretto siciliano, completamente privo di soluzioni. Gara 2 ha evidenziato la differenza tra le panchine delle due contendenti: la Virtus ha gambe, fiato e idee, Ragusa regge meno di un tempo dopo le fatiche di mercoledì. Sali scendi, sali… Quando finirà quest’altalena, Virtus?

La “bella” alla Segafredo Arena: la Virtus femminile ha bisogno del supporto di tutti

La serie non è finita. Anzi, è più aperta che mai. Entrambe le squadre hanno mostrato i propri punti deboli, adesso è arrivato il momento di vedere chi avrà più sangue freddo. Ragusa è un pessimo cliente, trainato dall’alto da un profondo conoscitore del gioco come Lino Lardo. Come nel turno eliminatorio di Coppa Italia, è probabile che le siciliane tireranno fuori gli artigli per provare a centrare l’obiettivo, distante solo una vittoria.

La Virtus femminile non dovrà cadere negli errori della prima gara. Come provato nel corso dell’intera stagione, le vere avversarie delle Vu nere sono proprio loro stesse. Il nervosismo non fa bene a nessuno, in particolare alla truppa di Vincent. Quando la palla non entra, è il momento di fare un respiro profondo.

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