Basket
I trionfi della Virtus – ottava puntata – 1974: la prima Coppa Italia
Terminato il campionato 1973-74 al quinto posto, la Virtus deve disputare la finale a quattro di Coppa Italia. La Virtus c’era arrivata eliminando Livorno negli ottavi, vincendo in novembre 72-58 in Toscana, poi arrivando prima nel proprio girone, con avversari Cantù, Pesaro e Roma. In questa fase la formula prevedeva l’assegnazione di due punti alla squadra che si aggiudicava il doppio confronto. Subito una netta vittoria a Roma 74-55, poi in trasferta contro la Forst un’accettabile sconfitta di tre punti, 95-92. Il +26 contro la Maxmobili Pesaro, 96-71, con 25 punti di Bertolotti, 23 di Fultz e 16 di Serafini, era più di un’ipoteca sulla conquista dei due punti contro i marchigiani. La formalità contro la Stella Azzurra Roma, venne espletata battendola nettamente anche a Bologna, 90-55.
Poi fu il momento della gara di ritorno contro Cantù. I bianconeri misero in campo un grande carattere e nel corso della gara si trovarono anche a più 12, poi chiusero con un vantaggio di 8 punti, trascinati dai soliti Fultz (24 punti), Serafini (14) e Bertolotti (13), cui si aggiunse nell’occasione Antonelli (12). Importante la mossa di Peterson che mise Bertolotti a marcare Marzorati, limitando un po’ con la statura di Gianni le capacità realizzative e di costruzione di gioco del playmaker avversario. A questo punto la vittoria nel girone era sicura e venne festeggiata vincendo anche a Pesaro 97-81 (29 di Fultz e 23 di Serafini).
A Vicenza per la fase finale si giocò l’11 e 12 maggio. Semifinale contro il Saclà. Buona partenza, 10-5 al 4′, ma dopo 90 secondi punteggio di 10-10. Piemontesi avanti 10-14, trascinati da Sacchetti, poi ancora 14-18 al 9′. Peterson, con una girandola di cambi, ottiene il meglio dai suoi giocatori e così la Sinudyne rimonta, sorpassa, si stacca e va al riposo sul 38-28. Asti prova a riagganciare i bolognesi, ma si avvicina solo, 56-53 al 32′, 64-61 al 35′, poi la Virtus controlla e vola verso la finale dell’indomani, contro la Snaidero Udine, che di lì a due settimane aveva in programma gli spareggi salvezza contro Napoli e Fortitudo. I friulani avevano sconfitto in semifinale, a sorpresa, di un punto i campioni d’Italia dell’Ignis, che partivano favoriti, anche se privi di Meneghin.
In finale Sanders imperversò nel primo tempo, ma l’allenatore bolognese aveva organizzato raddoppi per limitare Malagoli e così il primo tempo viaggiò sull’equilibrio, terminando 40-40. Nella ripresa Udine passa a zona, ma la Sinudyne funziona come un orologio, con un super Fultz e tutti i compagni a coadiuvarlo, Benelli un gradino sopra gli altri. Al 38′, sul più 20 c’è spazio anche per Ranuzzi, Natali e Valenti, che si prende anche il lusso di segnare un bel canestro dall’angolo. Vince la Virtus 90-74, conquistando la sua prima Coppa Italia e l’accesso alla Coppa delle Coppe dell’anno successivo. Da troppo tempo non si provavano sensazioni così. Le Vu nere, dopo 18 anni dallo scudetto del 1956, tornarono finalmente a primeggiare in una competizione, ma alzando la coppa nessuna immaginava che, sempre contro la Snaidero, 23 mesi dopo il palasport si sarebbe vestito di tricolore per festeggiare il settimo scudetto.
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