Basket
I trionfi della Virtus – quindicesima puntata – 1990: la quarta Coppa Italia
Estate 1989. Il confermato Bob Hill non torna dall’America, dove firma per Indiana ricominciando una carriera NBA che durerà per qualche anno con buoni risultati; a Bologna, però nessuno si dispera, in fondo l’occasione è propizia per promuovere capo allenatore Ettore Messina, che dopo una felice attività nelle giovanili, abbinata al ruolo di vice, di fianco a Bucci, Gamba, Cosic e allo stesso Hill, è pronto per il grande salto. E, in effetti, quella Virtus senza più i senatori Bonamico e Villalta, con qualche forza fresca, come Coldebella e Bon, affiancata ai confermati Richardson, Johnson, Sylvester, Brunamonti, Binelli e Gallinari, fa subito ottime cose. Il primo trofeo di Messina capo allenatore, la Coppa Italia, fu un crescendo entusiasmante. La fase preliminare, in programma tra il 12 settembre e il 26 ottobre, era strutturata a gironi di quattro squadre.
Nella prima giornata Brunamonti, capitano da questa stagione, con 22 punti trascinò i suoi al successo contro Reggio Emilia, mentre una settimana dopo furono Richardson con 28 e Binelli con 27 a dominare nella larga vittoria 103-75 a Gorizia. Vittoria contro Fabriano con Bon top scorer con 22 punti; arrivà poi il successo 95-94 a Reggio Emilia con il capitano in evidenza, autore di 27 punti. Nella vittoria contro Gorizia Sugar ne fece 33 e Coldebella toccò quota 22. Cinque vittorie non bastarono per la qualificazione: a Fabriano la gara decisiva. I marchigiani tallonavano i bolognesi a due lunghezze e quindi bisognava difendere gli otto punti di vantaggio ottenuti nel turno di andata. Johnson era a mezzo servizio, ma Righi lo rimpiazzò al meglio segnando 14 punti, un punto lo segnò anche Tasso; Richardson con 27 punti e Brunamonti con 24 furono gli altri due protagonisti, ma quando i padroni di casa mantenevano un vantaggio superiore a 10 punti sembrava tutto finito. Nel finale il carattere dei bolognesi venne fuori e la Virtus chiuse perdendo di otto punti; a questo punto a decidere fu la differenza canestri totale, che premiò i bianconeri, che così allo spasimo si qualificarono per il turno successivo.
A Forlì, il 14 novembre, nei quarti di finale di Coppa Italia la coppia americana, 25 punti a testa, garantì un brillante successo con 12 punti di scarto che ipotecò la qualificazione alla Final Four. Poco più di un mese dopo un insolito pareggio nel ritorno, 83-83, con 20 punti di Sugar, portò la Virtus alla Final Four in programma a febbraio a Forlì. La semifinale fu contro Varese, sconfitta dalle V nere per 90 a 89 in campionato tre giorni prima a Bologna, dove la squadra lombarda si era presentata come una delle due capolista. La Virtus partì 11-2 con 7 punti di Bon, poi la partita tornò in equilibrio, spezzato nel secondo tempo quando il punteggio era in parità da un parziale di 9-0 per le Vu nere sulle ali di un Sugar (25 punti) ispirato e di una zona 3-2 indigesta per la Ranger; la Virtus poi controllò, ma a 1’e 30” dalla fine i lombardi arrivarono a meno 5 e qui ancora una tripla di Sugar mandò la Virtus in finale. Finale 78-74. Binelli con 6 su 8 e 10 rimbalzi e i due americani sugli scudi. Il giorno successivo di fronte ai bianconeri il Messaggero, già sconfitto due volte in campionato. Partita inizialmente in bilico poi sul 30-33 al 13’ un Brunamonti imprendibile per i romani realizzò undici punti filati e la bomba sulla sirena di Richardson mandò la Virtus al riposo sul più 9. Nella ripresa la Knorr incrementò il vantaggio fino al più 14, poi i romani provarono a rientrare ma sul 75-71 emerse Clemon, poi segnò la sua prima tripla Bon ed Virtus a più nove, 80-71, l’ultimo sigillo fu di Sugar per il 94-83.
I fattori decisivi furono l’autorità di Binelli, 17 punti, protagonista soprattutto nel primo tempo e all’inizio della ripresa, la classe di Sugar, 24 punti di cui 18 nella prima parte; la concretezza di Johnson soprattutto nel finale del primo tempo e in tutta la ripresa, autore di 17 punti, ma soprattutto artefice prima di un rimbalzo d’attacco, poi di un canestro dopo una serie di palloni persi e rubati, quando la Virtus nel finale faceva fatica a trovare punti; il cuore, la grinta, il coraggio, la voglia e la precisione di Brunamonti, che si mise in moto tardi, ma poi segnò 15 punti consecutivi, chiuse il primo tempo a 17 e ancora nella ripresa segnò panieri fondamentali per i suoi e terminò a quota 29; non vanno dimenticati un canestro importante di Coldebella in piena rimonta romana, una tripla e una schiacciata di Bon nella ripresa, in una serata infelice per lui al tiro nel suo vecchio palazzetto, l’applicazione difensiva di Gallinari. Ottime le percentuali: fantastiche quelle del capitano, 29 punti, 5 su 7 da 2, 4 su 5 da 3 e 7 su 7 ai liberi; molto bene anche Sugar, 24 punti, 4 su 5 da due punti e 5 su 8 da tre, più 5 rimbalzi e 4 recuperi; nei 26 minuti giocati, limitati dai falli Binelli ha 17 punti, 8 su 10 da due e 1 su 1 dalla lunetta, con anche 8 rimbalzi; 17 anche per Clemon Johnson, 6 su 10 da due, 5 su 6 ai liberi e 13 rimbalzi; In quattro producono 87 dei 94 punti bolognesi. In totale 25 su 40 da due punti e 10 su 19 da tre. La Virtus confermò così il successo dell’anno precedente, mettendo la quarta Coppa Italia in bacheca.
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