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25 Aprile: il punto su Basket City. Occhi tutti sulle finali, a questo punto

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È difficile non condividere la delusione di tanti tifosi per il modo in cui si è virtualmente concluso, ieri sera, il campionato italiano della Virtus Segafredo. L’ingresso ai playoff era stato considerato, dalla società, tra gli obiettivi minimi stagionali. Sinceramente, guardando il roster delle diverse squadre, riesce difficile credere che non sia stato raggiunto, anche se non si può negare che una certa sfortuna ci abbia messo lo zampino. Ma non ci si può certo trincerare dietro un alibi così puerile.

Tuttavia, la stagione delle Vnere non è ancora conclusa, mancano le finali di Anversa che potrebbero darle un sapore completamente diverso. Un titolo europeo, ancorché di rango minore rispetto all’Eurolega, rivaluterebbe in larga misura l’annata. Chiaro che qui il pronostico va in ben altra direzione: il Brose Bamberg, avversario in semifinale, ha un parco giocatori di maggior prestigio e decisamente più abituato a questo tipo di partite, con la classe e l’esperienza di Zizis, Hickman e Ryce che hanno già vinto di tutto. In una singola partita peraltro può accadere ogni cosa, visto che anche la Virtus ha giocatori potenzialmente esplosivi, in attacco, come Taylor, Punter o M’Baye, con l’incognita Chalmers che ora come ora fa più da soprammobile che altro. Ancora una volta potrebbe essere la determinazione in difesa a fare la differenza, senza contare, poi, che anche in caso di vittoria rimarrebbe comunque una finale complicatissima contro una delle due formazioni “rivelazione” del torneo. Missione impossibile? Non più di quanto sia riuscita, in negativo, a compiere in campionato questa Segafredo.

Perché è davvero difficilmente spiegabile quanto successo. Di sicuro non ha aiutato l’ambiente che si è creato attorno alla squadra, a partire dal modo in cui la stessa società ha creato aspettative anche per giustificare un rincaro dei prezzi che ora le si sta rivoltando contro come un boomerang. La Virtus di quest’anno non è una squadra di brocchi. Taylor e Punter sono una coppia di guardie di livello internazionale. Sono incostanti? Probabilmente sì, ma questo è un fattore che si poteva/doveva conoscere già al momento del loro arrivo e forse ci si doveva tutelare maggiormente con un’altra impostazione della panchina. Per quanto, a me la soluzione Cournooh più Pajola e Cappelletti sembra tutt’altro che disdicevole. È nel settore delle ali piccole e grandi che sono emersi i problemi più macroscopici: Martin si è rotto a ripetizione e ha palesato limiti tecnici non pienamente colmabili con la foga agonistica, Aradori ha confermato che quando il gioco si fa duro, tende a smettere di giocare o quanto meno di essere produttivo. Lo stesso dicasi per M’Baye (non sempre, ma quasi), mentre Baldi Rossi sta uscendo in queste ultime giornate, ma il suo contributo può essere quello di un valido cambio, non diventi papa indossandone la tiara. Il carattere non proprio leonino degli esterni si è riverberato sul rendimento dei lunghi, che già hanno dovuto soffrire per il giallo sulle condizioni di Qvale, quello che sarebbe stato il centro titolare, nel progetto iniziale: Kravic buon attaccante e ottimo stoppatore ma difensore e rimbalzista mediocre, Moreira idem, anche se il suo è parso principalmente un problema di tenuta caratteriale. Ciliegina sulla torta, l’affare Chalmers: quello di Miami potrebbe pilotare la squadra verso una grande impresa, quello visto fin qui al massimo riesce a distribuire consigli ai compagni dal parterre. A conti fatti, però, il valore tecnico complessivo della squadra giustifica, a mio parere, la sua presenza alle Final4 di Basketball Champions League, con presumibile conseguente flessione in campionato perché sostenere il doppio impegno è gravoso più di quanto si è soliti immaginare, per un fattore sia fisico che mentale.
Insomma: domenica la pratica Trento dovrà essere una prova generale in vista di Anversa. Lo capirà il popolo virtussino o sta già preparando i fischi di disapprovazione per l’inutilità della gara in proiezione campionato? Si pazienti almeno un’altra settimana, poi lunedì 6 si tireranno le somme definitive. Il bilancio finale può ancora riservare belle sorprese, purché da ieri sera non ci si senta tutti prematuramente in una vacanza che saprebbe piuttosto di casa integrazione (ancorché lautamente retribuita).

Ormai in una giustificata e pienamente meritata mobilità pare invece la truppa biancoblu, benché rimanga da giocare una forse retorica finale contro la vincente del girone Ovest, la Virtus Roma guidata da Piero Bucchi. Ormai tutta l’attenzione è indirizzata sul futuro campionato, con i dubbi sulle scelte da effettuare sul piano tecnico e le incertezze o meno sulle delibere federali riguardanti le prossime stagioni. Io non sottovaluterei completamente la finale di A2, non si sa mai cosa potrebbe strologare il “palazzo” di fronte ai ripetuti casi di inadeguatezza finanziaria di tante società. Poi, finire con una vittoria anche in una finale ribalterebbe certi stereotipi affibbiati storicamente alla Fortitudo, i cui tifosi stanno banchettando lautamente da tempo ma non sgradirebbero di certo replicare il trionfo il Primo Maggio al PalaDozza. Vedremo cosa passerà per la testa di Leunen, Rosselli e compagni per l’occasione, con il vantaggio, fra l’altro, di avere avuto più tempo per smaltire la sbornia delle celebrazioni vittoriose rispetto ai romani, giunti a dama solo alla vigilia di Pasqua. Un ultimo sforzo, allora, per suggellare la stagione con un ultimo trionfo, per quanto il 2019 rimarrà in ogni caso nella storia delle Aquile biancoblu.

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