Basket
I 52 anni di Anthony Bonner, asso Virtus anni Novanta
Anthony Bonner era stato prima scelta (numero 23 del draft) dei Sacramento Kings nella stagione 1990/91, poi a New York aveva sfiorato il titolo NBA nel 1994, quando i Knicks di Pat Riley si erano trovati in vantaggio per 3 a 2 nella finale con due match-ball da giocare in casa. È questo giocatore, nato a St. Louis l’8 giugno 1968, ottimo rimbalzista d’attacco e buon difensore ma anche capace di buoni bottini in attacco, ad arrivare, con contratto a gettone, alla Virtus nel dicembre 1995, in sostituzione di Orlando Woolridge, operato al quarto metacarpo della mano destra. Bonner giunge troppo tardi per essere schierato in Eurolega, ma disputa dodici gare di campionato. L’esordio a Verona, dove la Virtus perde 80 a 78 e il nuovo arrivato, che oltretutto non gioca da maggio, appare molto spaesato: quattro punti e tre rimbalzi costituiscono il suo modesto bottino. Fa un po’ meglio nella vittoria contro Roma di sette giorni dopo, ma mostra quello di cui è capace soprattutto a Pistoia il 23 dicembre: le V nere vincono 104 a 103 dopo un supplementare e AB segna 26 punti, con 12 su 23 da due, 2 su 4 ai liberi, catturando anche 16 rimbalzi. Sette giorni dopo la Buckler rifila 40 punti all’Ambrosiana e, seppure in una gara molto più agevole, sono ancora molto buone le cifre dell’americano: 25 punti, con 11 su 15 da due, 3 su 4 ai liberi e 9 rimbalzi. Il 4 gennaio Woolridge rientra in Eurolega, ma in campionato per ora gioca Bonner, che gode della fiducia di tutti. Torna infatti alla doppia doppia nella vittoria di Pesaro, campo sul quale le V nere non vincevano da quasi dieci anni: 17 punti e 10 rimbalzi. Una gara un po’ sottotono contro Siena, in una partita in cui tutta la squadra non è brillantissima, nonostante il successo. Il 4 ottobre 1981 la Benetton scese per la prima volta a Bologna per incontrare la Virtus e perse 81 a 80. Quasi quindici anni dopo, il 21 gennaio 1996 il punteggio è quasi identico, 80 a 79 e Bonner che tanto contribuisce a questo successo, con 18 punti (9 su 13 e pazienza per lo 0 su 5 in lunetta) e 14 rimbalzi non sa che quella non è solo la rivincita di due finali scudetto e una Supercoppa perse di recente dai veneti contro la Virtus, ma anche la ventesima sconfitta di Treviso contro le V nere a Bologna. A Forlì Anthony cancella Kenny Williams, segna 17 punti e cattura 8 rimbalzi. Nel derby per lui 13 rimbalzi e 7 recuperi ma solo 9 punti con cattive percentuali: 4 su 11 dal campo e 1 su 6 in lunetta. Forse ha sofferto un po’ l’ambiente, d’altra parte negli spogliatoi fa notare la maleducazione dl pubblico. In settimana vola negli Stati Uniti per il ritiro della maglia da parte della sua Università, ma la prestazione nella netta affermazione contro Reggio Calabria non ne risente: 35 punti, 15 su 17 da due, 5 su 8 ai liberi (5 centri consecutivi dopo i primi 3 errori, per uno che proveniva da un 2 su 12 nelle ultime tre gare), 11 rimbalzi, di cui 6 in attacco, 4 palloni recuperati e 2 assist, per un 51 di valutazione. A Varese la Buckler perde e Bonner non gioca bene, ma i continui dubbi se confermarlo o reinserire Orlando, non devono facilitare la serenità del giocatore. Contro Milano fa registrare 20 punti e 8 rimbalzi, ma la Virtus perde in casa. Il campionato osserva una sosta per l’All Star Game, dove Orlando e Anthony sono compagni di squadra, poi alla ripresa Bonner accusa una fascite plantare e rientra Woolridge. Le buone prove di quest’ultimo, inducono la società a rinunciare ad AB che chiude la sua avventura italiana con 16,6 punti di media, 9,5 rimbalzi, 20,9 di valutazione, 59,2% da due punti, 46,5% dalla lunetta (il suo tallone d’Achille) e 28-32 di saldo attivo palle perse e recuperate.
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