Basket
Antonini, non puoi spiegare il basket a Bologna
Ennesime dichiarazioni del presidente degli Shark Valerio Antonini anche dopo la vittoria dei suoi in gara 4
Volano stracci fino all’ultimo al Paladozza. Trapani vince, con merito, anche gara 4 e si aggiudica un posto in LBA per il prossimo anno. Il basket, purtroppo, non riesce però ad essere l’unico protagonista della serata. Così come in gara 3, c’è grande correttezza sugli spalti di un infuocato quarto atto di una serie mozzafiato. Trapani grande ospite, Fortitudo grande ospitante. C’è un “ma” che, a differenza di venerdì sera, è giunto dalla Sicilia a sostenere la propria squadra. Valerio Antonini, presidente degli Shark.
Un Paladozza incandescente
Ora, chi conosce bene il mondo del basket bolognese sa che cosa sia la Fossa. No, non “una massa di ignoranti a torso nudo”, come ci ha tenuto a precisare il patron della squadra avversaria. Sopra le righe, sì, ma certamente un gruppo caldo, corretto, dal viscerale attaccamento ai propri colori. Una Fossa che, per prima, ha saputo riconoscere il valore di una squadra come Trapani che ha vinto con merito una serie bellissima e avvincente. Un sequel di Davide contro Golia, ma dove sul campo non si è visto altro che basket. Insomma, qualcuno doveva festeggiare e qualcuno ha festeggiato, anche se, purtroppo, davanti alla sala stampa del Paladozza.
La querelle Antonini
Prima di tutto, non è giusto che chi si è meritato sul campo il primo posto in regular season e la promozione in serie A1 sia stato costretto a sollevare la Coppa lontano dai propri tifosi, lontano da chi ha passato ore in aeroporto per stare vicino alla propria squadra. In secondo luogo, non è giusto che ciò avvenga a causa di un singolo con un nome e un cognome, Valerio Antonini. E diamogli atto, dopotutto, di aver riportato la pallacanestro che conta in Sicilia, di avere uno splendido tifo, uno splendido palazzetto, una splendida squadra. Diamogli atto di questo, ma non di altro.
Come disse in maniera colorita anni fa Pozzecco nella celebre intervista dopo una cocente sconfitta subita da allenatore di Capo d’Orlando, non è bene infierire su un avversario che ha lottato al tuo pari ed ha perso, mancandogli platealmente di rispetto. Non ci si può aspettare da un signore come Antonini di capire il ragionamento profondamente sportivo che sta dietro a queste parole, dato che, come ha spesso ribadito più e più volte, “di basket non capisco granchè“. Impossibile, quindi, capire che gesti offensivi fatti in maniera sguaiata nei confronti di una tifoseria non si confanno a un presidente di una squadra che è appena salita in serie A1. Nemmeno ad un presidente che andrà a giocare contro il signor Armani o il signor Zanetti, che di basket ne hanno visto e non poco, ma queste sono questioni che non interesseranno la Fortitudo il prossimo anno.
Le dichiarazioni Antonini post gara 4
Di seguito sono riportate alcune delle parole dette dal presidente Antonini nel post partita, dove in teoria, dopotutto, si dovrebbe pensare solo a festeggiare la promozione dopo decenni degli Shark nel massimo campionato. “Enorme differenza di potenziale che c’è tra qui e lì…”, “Se la so’ presa ‘nder...”, “questa sottospecie di tifoseria ha cominciato a fare gesti di ogni tipo, di manette nei miei confronti, di corna, di linguacce, sputavano per terra… Per me se ne possono andare in quel posto, se la sono presa in quel posto, ho goduto come un matto ad andare lì a trionfare e quindi anche se abbiamo abbiamo alzato la coppa in un sottoscala“.
Poco basket in queste parole, sia sui suoi, che hanno disputato una gara 4 magistrale, sia su chi ha combattuto ad armi pari e si è arreso solo nel finale. Il tutto, ovviamente, aggiungendo che erano “tutti in piedi con un tavolinetto con quattro cose da mangiare e tre bottiglie d’acqua“. Anche la cucina del Paladozza, quindi, non è stata degna dello spettacolo che il presidente Antonini ha imbastito da inizio anno.
La nota dell’LNP
A intervenire in seguito ai fatti del Paladozza, dove, purtroppo per tutti, non si sono potute svolgere le dovute premiazioni a chi ha vinto il campionato, è stata nientemeno che l’LNP. In una nota pubblicata ieri, l’LNP ha precisato che i legittimi festeggiamenti erano stati organizzati con la Fortitudo Bologna con anticipo. La premiazione nello scantinato del Paladozza, una scena che non si confà alla bellezza della serie, al livello al quale le due squadre hanno giocato in questo campionato e alla prestigiosità dell’obiettivo raggiunto, è dovuta a “comportamenti estranei ai protagonisti del campo ai quali, invece, va riconosciuta la piena correttezza così come quella testimoniata tra le due tifoserie“. Un epilogo evitabile, dovuto, sempre citando la Lega Nazionale Pallacanestro, a qualcuno in particolare. “L’inadeguatezza risiede anche nelle parole di chi, in ossequio al prestigioso incarico ricoperto, dovrebbe avere buon senso ed equilibrio nel rapportarsi ad un mondo di cui ha mostrato parziale ed approssimativa conoscenza“. É bene chiudere con un celebre detto: chi semina vento, raccoglie tempesta.
Concludendo
Un ultimo appunto, prima di chiudere, sperando, definitivamente una questione che non merita più attenzioni. Ci sono state in queste settimane grandi lezioni di basket, grandi lezioni di sportività dalla bocca di chi non ha esitato un attimo, da inizio anno, a farsi terra bruciata in giro per l’Italia con dichiarazioni decisamente forti e spesso gratuite nei confronti di chi, sostanzialmente, altro non vuole che vedere del buon basket e fare il tifo per la propria squadra, seguendo le regole del “gioco” della tifoseria, valide dall’alba dei tempi su tutti i palazzetti d’Italia. Non è saggio, quindi, tirare troppo la corda, soprattutto con chi di basket se ne intende. E di certo, il riferimento non è lontanamente riferito ai protagonisti in campo o sugli spalti dai colori granata, che hanno espresso meravigliosamente tutti i valori che incarna questo sport. Grande onore ai vincitori, che hanno incantato l’intera serie A2 sul parquet e che hanno riportato l’LBA in Sicilia nel massimo merito e correttezza. Per venire a insegnare che cosa sia la pallacanestro a Bologna, però, Antonini, serve qualcosa di più.
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