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Battaglia a Pesaro per l’Italbasket: la Spagna passa 84-88 dopo un supplementare

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ITALIA – SPAGNA 84-88 (18-22; 15-14; 16-19; 21-15; 14-18)

Statistiche: 

Italia: Spissu 12, Mannion 20, Biligha 10, Tessitori 8, Ricci 5, Moraschini ne, Baldasso 4, Caruso ne, Vitali 8, Severini 8, Pajola 2, Petrucelli 7. All.Pozzecco

Spagna: Fernandez 28, Brizuela 5, Diaz 8, Saiz 7, Salvo 8, Guerrero 1, Barreiro, Yusta 9, Sima 6, Bassas 2, Nunez, Parra 12.  All.Scariolo

Tiri liberi IT 18/23 SP 29/39

Tiri da 2 IT 18/31 SP 16/34

Tiri da 3 IT 10/33 SP

Rimbalzi IT 27 SP 45

Falli IT 28 SP 23

Arbitri: Rosso, Baki, Praksch.

Quintetti iniziali:

Italia: Spissu, Vitali. Petrucelli, Ricci, Tessitori.

Spagna: Brizuela, Diaz, Saiz, Parra, Salvo.

Il ritorno in campo dell’Italbasket dopo le emozioni dell’Europeo è all’insegna di una gara che non si esaurisce in 40 minuti. A Pesaro una Spagna priva di parte del roster neo-campione d’Europa vince una partita che si rivela una battaglia, fisica ed imprecisa nei primi tre quarti per poi salire d’intensità nel finale rimanendo in bilico fino alla fine e oltre. La freddezza di Fernandez fa la differenza, come il talento dei playmaker azzurri: Mannion, davanti al proprio allenatore di club, su tutti. Spagna quasi qualificata ai Mondiali, Italia pronta a battersi tra pochi giorni con la Georgia per avvicinare  l’obiettivo.

Il tifo di una Vitifrigo Arena soldout e piena di ospiti illustri trasmette la carica necessaria agli azzurri per approcciare la sfida nel migliore dei modi in attacco nonostante l’avversario non sia da meno e costringa a spendere più falli del dovuto. Due li commette subito Tessitori, rilevato da Biligha, prezioso nel limitare il pick’n’roll spagnolo; ci pensa invece Petrucelli a mantenere l’equilibrio nel punteggio. Bonus per gli ospiti che non tarda ad arrivare e viene sfruttato a dovere per il primo tentativo di gap significativo della gara dopo più di 7′ dall’inizio (9-17). Il timeout chiamato da Pozzecco scuote la guardia difensiva ma non ha lo stesso effetto sotto il canestro dei campioni d’Europa lasciando spazio al nervosismo del coach, punito con il fallo tecnico nei suoi confronti. Qualcosa l’Italia guadagna sempre grazie a Biligha, trascinatore dei suoi, e alla tripla di Severini a pochi secondi dalla sirena che chiude il primo quarto sul 18-22.

I ripetuti errori al tiro azzurri fanno nuovamente il gioco della Spagna che si invola in contropiede e scava nuovamente un solco tra le due formazioni; parziale di 0-8 chiuso da Vitali dopo 3′ nel secondo quarto. L’inerzia, però, rimane dalla parte delle Furie Rosse, che si sbloccano anche dai 6,75 metri con Parra riuscendo a far girare meglio la palla nella metà campo avversaria. Atto di forza di Tessitori che usa la propria fisicità per tenere viva l’offensiva italiana e lanciare i 5 punti consecutivi di Spissu, quelli che in pochi possessi segnano il 32-32 a 2′ dall’intervallo. Il primo vantaggio casalingo, centrato dalla lunetta, vale appena un’azione, prima che Diaz inventi un canestro di puro estro e serva a Sima l’assist che vale il 33-36 e manda le squadre negli spogliatoi.

Falloso e privo di spettacolo l’avvio del secondo tempo, tabellino quasi immobile fino al riaccendersi dei protagonisti del quarto precedente: Parra, Spissu e Diaz muovono le retine e il punteggio. L’Italia fatica a rimbalzo e concede troppe seconde chances alla squadra di Scariolo, in grado di approfittarne solo parzialmente ma rimanendo comunque avanti di oltre due possessi a metà terzo quarto (38-45). Rimanendo difficoltoso centrare il cesto, sono preziosi i tre liberi segnati da Vitali, a maggior ragione considerando la tripla di Yusta immediatamente dopo. Ancora una volta Biligha tenta di cambiare il volto dell’Italia su entrambi i lati del campo, lo coadiuva Pajola fino al -3 azzurro (47-50) a meno di 2′ dal termine del terzo periodo. La Spagna prende le contromisure passando “a zona” in difesa e capitalizzando il bonus in attacco: 49-55 a 10′ dal 40°.

Bomba di Severini che dimezza lo svantaggio e penetrazione vincente di Mannion che lo porta a -1 Mannion nel primo minuto del quarto quarto. Il palazzo si galvanizza, ancora Mannion per la tripla del pareggio e Baldasso per il tiro dal mid-range del vantaggio (59-57), il primo azzurro escludendo l’inizio della partita. Eccesso di emozioni che sfociano nel fallo tecnico per il numero uno virtussino (il quarto personale), opportunità non massimizzata dalla Spagna che rimane in svantaggio (59-58) a 5′ dalla fine dei tempi regolamentari. Si gioca sulle sensazioni e si lotta coi nervi, palle perse e poca precisione in questa fase di gara da far risultare pesantissime le triple di Ricci e di Fernandez portando la partita quasi in parità quando si entra negli ultimi 3′ di gioco (62-63). Palla pesantissima per tutti tranne per Vitali che da tre regala il nuovo vantaggio all’Italbasket ricordando che la gara è ancora lontana dalla sua fine. Nuovo controsorpasso iberico che dalla lunetta non sbaglia e, soprattutto, domina a rimbalzo. Serve un pizzico di incoscienza per tirare da tre come fa Spissu quando rimangono 35” da giocare, ha ragione lui ed esplode la Vitifrigo Arena per l’ennesimo controsorpasso. La crudeltà della pallacanestro insegna che una partita può decidersi in pochi secondi: nei successivi un’altra tripla, quella di Fernandez, cambia un’altra volta la prospettiva. A 24” dalla fine si passa alla cronaca possesso per possesso. Il primo lo porta a casa l’Italia, lo porta a casa Mannion in penetrazione (70-70). Nuovo time out e ultima opportunità ospite. Questa volta il punteggio non cambia, l’equilibrio resta tale, si va all’overtime.

Le energie rimaste vengono tutte messe sul parquet. Fernandez è una macchina, Mannion anche. E’ riduttivo definire il supplementare un 1 vs 1 ma in effetti i continui cambi di direzione sono opera loro quasi esclusivamente. 82 pari a 90” dalla sirena e poi a 60”, colpo a vuoto dell’ex Golden State, colpo a bersaglio del dirimpettaio che dimostra una mano salda anche pochi secondi dopo dalla lunetta. Questo è davvero il colpo del K.O. nonostante la strategie la tirino in lungo ancora per un po’. A Pesaro finisce 84-88. Grinta e carattere azzurro reggono ma quando la lucidità viene meno, ecco che l’expertise spagnolo esce prepotente e porta a un passo i campioni d’Europa e del Mondo a difendere il titolo.

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