Basket
Boniciolli: Vorrei che questa partita fosse ricordata come il “ritorno” della Fortitudo al basket che conta – 31 Ott
Per presentare la sfida che attende la Fortitudo, dopo la scoppola rimediata a Trieste, è tornato Matteo Boniciolli.
Mai banale il coach biancoblu che parla della gara di domani non solo come occasione di riscatto: “ridurre la partita di domani al riscatto dopo una sconfitta sarebbe limitato, per la città in cui viviamo e per il palasport in cui giochiamo”. Quella di domani, rappresenta molto di più, per la società, i suoi tifosi, ma anche per la pallacanestro italiana, alla quale “la Fortitudo in Serie A è mancata”. Il coach biancoblu si augura che la partita di domani venga vissuta come “il ritorno della Fortitudo a casa sua, in un campionato serio come la A2, a distanza di anni e dopo stagioni non facili”. Si è fatto raccontare tutto quello che è accaduto negli ultimi 5 anni in casa Fortitudo e lo ha appreso dalle parole di Federico Politi. Il ritorno della Effe in serie A è un evento al quale “bisogna partecipare con la consapevolezza di esserci, dopo gli sforzi dei dirigenti che hanno lavorato perchè cio questo. In tanti hanno fatto il proprio senza guadagnarci una lira. Mi piacerebbe che tra cinque o sei anni questa partita venisse ricordata questa partita come l’inizio di un nuovo percorso: il ritorno in A, la competizione con squadre importanti italiane, il ritorno in Europa”.
Sulla squadra: “Non è stata costruita per essere rifatta a giugno. Abbiamo giocato quattro gare in una settimana, tre fuori casa. L’assenza di Montano si è sentita, abbiamo giocato tre partite e mezzo senza l’unico capace di uscire dai giochi e fare punti. Non perdo mai di vista la prospettiva”.
Su Legnano: ” Affrontiamo una squadra interessante perché ben allenata con criteri non comuni e non standard. Il loro allenatore fa parte della nuova generazione, ma è uno dei più interessanti. Ha una sua personalità spiccata e da alle sue squadre un’identità ben precisa”.
Poi su Daniel che rientrerà al posto di Radic, come da programma: “Non ho avuto nessuna pressione nello scegliere. C’erano due giocatori: uno con in mano un anno di contratto, l’altro con un mese con possibile estensione. Confermare Radic e transare Daniel avrebbe comportato maggiori spese. Ci avevo pensato già in estate a lui, ma non volevo prendere un giocatore uguale a Iannilli per caratteristiche. Non posso comprarmi una Maserati se lavoro in Comune. La realtà è questa: il budget che mi hanno affidato è questo anche per il settore giovanile. Bisogna tenere qualcosa anche per eventuali emergenze”.
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