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Cagnardi: difesa e intensità, identità della prossima Fortitudo

Il nuovo allenatore della Fortitudo Bologna Devis Cagnardi si presenta in conferenza stampa. Chiavi del suo gioco difesa e intensità

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Coach Serie A2 - Devis Cagnardi Fortitudo
Devis Cagnardi (©Elisa Fiorini per 1000cuorirossoblù)

Finalmente la Fortitudo Bologna ha delle certezze sulle quali iniziare a costruire il prossimo anno. Qualcuna c’era già, date le importanti conferme di Fantinelli, Bolpin e Aradori, ma di certo il punto interrogativo che più preoccupava la fetta di Bologna biancoblù era quello legato alla panchina. Il toto nomi è durato qualche settimana, poi è arrivata la prima novità della Effe: Devis Cagnardi.

Come si inserisce Cagnardi alla Effe?

Certamente si tratta un profilo ben diverso da Attilio Caja. Cagnardi si è presentato con uno stile diverso, esuberante, ma allo stesso tempo senza fare grandi proclami. Anzi, forse all’apparenza la sua è stata una presentazione un pelo abbottonata per quanto riguarda le ambizioni del prossimo anno. Dopo le finali playoff dello scorso anno, il popolo fortitudino ha voglia di sognare in grande. Non conosciamo ancora, a oggi, il nostro livello. Giusto. La squadra è ancora da formare. Il coach, però, non ha voglia di nascondersi: così come la Effe, anche lui la stagione scorsa ha disputato le finali playoff. Perse, certo, contro la rivelazione Trieste. Ma si tratta comunque di un carico di esperienza che si sposa alla grande con quello che è stato l’ultimo percorso biancoblù.

Difesa e intensità

Non manca la carica nelle parole del nuovo allenatore della Fortitudo: sedere su una panchina del genere è, senza dubbio, un grande onore per chi è stato a lungo avversario dall’altro lato. “Ho un forte senso di responsabilità per questa posizione, il ruolo dell’allenatore ha bisogno di tanto supporto e un pubblico come questo non manca mai di farlo sentire“. Anche se la squadra non è ancora fatta, ci sono di certo delle linee guida che si legano con un filo rosso alla Fortitudo dell’ultima stagione: l’intensità e la difesa. Due elementi che sono stati la chiave dell’ultima annata biancoblù, soprattutto la seconda, che ha favorito l’arrivo fino all’ultimo step della salita.

Dare continuità al lavoro svolto nelle retrovie nella stagione precedente non può che essere un valore aggiunto per la Fortitudo, che dovrà però cercare una profondità in panchina diversa rispetto a quella del campionato scorso. Come detto in conferenza stampa da coach Cagnardi, i quintetti sono importanti, certo, ma alla fine conta chi la finisce, la partita, e alla Effe ’23-’24 è capitato spesso di chiudere con coloro che avevano iniziato. In un campionato a girone unico non sarebbe possibile riuscire a restare sugli stessi binari della scorsa annata.

Un primo posto che non deve essere ossessione

Col cambio di formula, l’anno prossimo la prima classificata del girone avrà accesso diretto alla serie A1. Un format che piace molto a Cagnardi, che reputa giusto il fatto di premiare chi alla fine di una maratona fatta di 38 partite ha fatto meglio di tutti gli altri. Il primo posto, però, non sarà un’ossessione per la Flats Service, che deve ancora aspettare di capire con quale roster si presenterà ai nastri di partenza del campionato. Un’identità, quindi, quella della Effe, che si rivelerà solo a percorso iniziato. Non che sia un male: nella stagione ’23-’24 probabilmente in pochi avrebbero scommesso che si sarebbe arrivati a Gara-4 delle finali playoff contro Trapani, invece…

Quello che è certo, è che alcuni tasselli dell’ultimo campionato farebbero tanto comodo alla Fortitudo che verrà. Sembrerà banale dirlo, ma la conferma di Freeman sarebbe ossigeno puro per l’economia sotto canestro della squadra biancoblù. C’è meno fretta, come confermato dal coach, di chiudere il mercato stranieri, perché la piazza è più ricca rispetto al panorama italiani. E allora sotto col mercato, sì, senza affrettare, ma senza nemmeno aspettare troppo, perché è evidente che la serie A2 dell’anno prossimo andrà affrontata in maniera competitiva per dare continuità a quello costruito nell’ultimo anno.

In chiusura

L’identità della Fortitudo, durante quest’ultima stagione, è uscita fuori in maniera chiara ed efficace. Non da squadra più forte del girone, né tantomeno col roster più attrezzato della categoria, soprattutto per quanto riguarda l’uscita dalla panchina. Quello che ha fatto la differenza è stato il carattere che il coach è riuscito a dare al suo gruppo. Se c’è uno scettro pesante da ereditare, per Cagnardi, è proprio quello. Lo ha detto Cagnardi in conferenza stampa: “Vorrei intelligenza e responsabilità da parte dei ragazzi, ognuno deve sentirsi parte di un progetto tecnico“.

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