Basket
Solo pochi dettagli sembra separino ormai Mario Chalmers dalla Virtus Segafredo. Domani l’annuncio?
Ormai, pare proprio che ci siamo. Stando alle voci (sempre più insistenti, peraltro, per quanto la società non si sia ancora espressa per nulla se non con un no comment di Sacripanti in conferenza stampa prepartita), Mario Chalmers risulta davvero ad un passo dall’entrare nel roster della Virtus Segafredo. Le visite mediche odierne sembra siano andate benissimo, si tratterebbe solo di perfezionare gli ultimi dettagli ed effettuare le residue verifiche, ma per il play dei due titoli NBA dei Miami Heat di Lebron James dovrebbe cominciare l’avventura italiana, dopo dieci anni nel gotha del basket. Un po’ come, a suo tempo, Travis Best, con la differenza che quest’ultimo la finale NBA l’aveva solo giocata, non vinta.
Alcune perplessità restano relativamente al fatto che la sua carriera pareva conclusa: fermo dalla scorsa stagione, quest’anno Chalmers si è fin qui dedicato a tutt’altro rispetto al basket giocato. Rimane, tuttavia, la consapevolezza della sua enorme caratura tecnica nel contesto europeo, per cui pare chiaro, oggi, quanto la Virtus tenga a una competizione come la Basketball Champions League, sola motivazione che attualmente giustificherebbe un investimento sicuramente impegnativo anche e soprattutto sul piano finanziario. Dall’infortunio che lo aveva colpito esattamente tre anni or sono dovrebbe essersi pienamente ristabilito; il ritmo partita, in una fase di stagione così avanzata, potrebbe rimanere l’ultima incognita. Ma se il problema di questa Virtus doveva essere il cambio del play, ora la situazione appare totalmente ribaltata, con nuovi interrogativi: chi gli cederà il posto? Sappiamo che i tre lunghi già fanno turnover, e continueranno presumibilmente così, almeno finché durerà la BCL; a questo punto, toccherà anche agli esterni, con quattro posti per M’Baye, Martin, Punter, Taylor e Chalmers in campionato: un avvicendamento, o Sacripanti medita ulteriori soluzioni?
Staremo a vedere, ma sarebbe uno di quei problemi che ogni allenatore vorrebbe avere.
Certo che anche come risposta mediatica all’arrivo di Carlos Delfino in Fortitudo la Virtus non poteva fare meglio di così.
Mario Chalmers è nato ad Anchorage il 19 maggio 1986, dove è cresciuto anche cestisticamente, prima di passare alla University of Kansas, con la quale ha vinto il titolo NCAA nel 2004, grazie anche al “Marios miracle”, il “miracolo di Mario”, una tripla allo scadere che ha affossato i Memphis Tigers di Derrick Rose e il ben noto, a Bologna, Chris Douglas-Roberts. La sua carriera NBA è stata pressoché tutta con i Miami Heat, o almeno fino al 2015, quando è passato ai Memphis Grizzlies, dove è stato bloccato dalla rottura di un tendine di Achille. La stagione successiva, il 2017/18, torna a giocare con loro, ma a fine stagione parrebbe dare l’addio. Invece da domani, salvo sorprese, dovrebbe indossare la canotta con la Vnera.
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