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Ma il “derby” non è per forza un vero “derby”

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Domenica sarà il derby n. 112. Virtus Segafredo e Fortitudo 103 Kigili si incontreranno per la seconda volta in questa stagione. All’andata fu 76-70 per le Vu Nere: una partita abbastanza anonima, giocata con una certa sufficienza da parte dei bianconeri, che trovarono in Ruzzier e Alexander gli inattesi protagonisti, mentre tra i fortitudini brillarono i tabellini di Aradori e Feldeine. La partita si ricorda però soprattutto per il fatto che fu quella in cui si scavigliò JaKarr Sampson, così come anche per Feldeine dopo il derby cominciò il suo calvario. Da allora per quest’ultimo ci sono state solo due partite, con Tortona a fine gennaio e Brescia un mese fa. Per Sampson si era interrotto il percorso di inserimento nel gioco virtussino, non proprio agevole fin da subito, e solo da poco si intravedono reali miglioramenti in tal senso. Per il resto nell’assenza di coreografie causa Covid il derby prenatalizio si ricorda più come gara a chi sbagliava di meno, con la Kigili che ha realmente rischiato di vincere. Magari, se Groselle non avesse fallito tutti quei liberi nel finale, chissà… Allora si è pensato che la Virtus fosse tutta concentrata su Gran Canaria, che la aspettava pochi giorni dopo, ma si è poi constatato che le Vu Nere erano entrate in una crisi d’identità dovuta alla sistematica decimazione dell’organico. Nel frattempo, sono successe tante cose: il crollo in Coppa Italia, la prosecuzione al vertice in campionato, alti e bassi in una difficile Eurocup, l’arrivo dei rinforzi (chiamali rinforzi: due fra i più forti giocatori d’Europa nei rispettivi ruoli); infine, la vittoria se non capolavoro comunque di grande autorevolezza di mercoledì a Venezia. In casa Fortitudo le cose sono andata decisamente peggio: il declivio si è fatto irrefrenabile, invece dei rinforzi sono arrivate le fughe e le cessioni, a un passo dal baratro è arrivata la vittoria di Treviso, che bisognerà capire se sia stata uno zuccherino o un’inversione di tendenza. Cose importanti sono accadute a livello societario, si vedrà quanto potranno essere risolutive, ma il malato è ancora sostanzialmente moribondo, per quanto finché non sarà scritta la parola fine continuerà a esistere la speranza. Parliamoci chiaro, la pallacanestro è sport che riesce ad essere sorprendente, ma i numeri alla fine non possono mentire: ci sono momenti della stagione in cui Davide può battere Golia, in precampionato, in una fase di stanca o in condizioni di menomazione che possono trasformare Golia in capretto sacrificale. Però, se accade l’imponderabile, come potrebbe essere una vittoria della Fortitudo sulla Segafredo domenica, può solo significare che Golia è stato sopravvalutato. La Virtus domenica non può perdere perché sarebbe un segnale di debolezza quantomeno psicologica. Non me ne vogliano i biancoblu, ma i due roster non sono paragonabili, così come l’impianto di gioco delle due squadre è chiaramente di categorie differenti. In questo caso la retorica che il derby non sia una partita come le altre non può funzionare. In passato poteva accadere che la sfavorita vincesse contro la favorita, ma le distanze non sono mai state così ampie, credo, nella storia nelle due società. Domenica il PalaDozza esaurito nella capienza disponibile sarà un ambiente caldo fin che si vuole, la Fossa sarà il sesto uomo sul parquet, ma non si può credere che giocatori dell’esperienza di Hackett e Teodosic possano restarne così condizionati e quando loro girano come è accaduto al Taliercio la loro squadra è uno spettacolo. Questo derby in tutta probabilità resterà tale solo di nome, di fatto ci aspettiamo più il disbrigo di una pratica da parte di una squadra magari già con la testa alla partita contro Lubiana, ma anche piena di giocatori che vorranno mettersi in mostra perché ci si comincia a giocare il posto in squadra, e il quintetto dei probabili esclusi potrebbe rivelarsi presumibilmente più forte comunque del quintetto base della Fortitudo. Impensabile, credo inaccettabile sarebbe un crollo virtussino. Per questo motivo il derby a mio parere non sarà propriamente un derby, anche se la pressione sarà tutta sulle spalle dei giocatori di Scariolo. Che devono dimostrare di meritare il posto in squadra, di non essere semplicemente delle figurine luccicanti. Allo stato attuale delle cose, il derby vero per la Virtus di oggi è quello che “Virtuspedia” ha ribattezzato “derby d’Italia”, ovvero lo scontro con Milano. Naturalmente, sempre che non ci si metta di mezzo la sorte, che ha nuovamente colpito con la positività di Pajola e l’infortunio di Belinelli. Quest’anno in Virtus come ne entra uno ne escono due. Si spera che basti così. Peraltro anche in casa Fortitudo in questa stagione la dea bendata si è fatta parecchio di nebbia: ecco, forse sotto questo aspetto si potrebbe ancora parlare di derby vero. Ma oggi come oggi davvero solo sotto questo aspetto.

 

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