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Contenders Mondiali – Canada

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A meno di un mese dall’inizio dei prossimi Mondiali di basket (FIBA World Cup), i GM e gli allenatori continuano a completare i roster delle 32 Nazionali che prenderanno parte al torneo. Dopo aver analizzato due delle principali Contenders (candidate alla vittoria finale), Francia e Team USA, è ora il turno della prima vera potenziale sorpresa della competizione: il Canada. Tra Stelle affermate e campioni emergenti, The Chunuks presentano un Roster che fa realmente paura (agli avversari) e che, almeno sulla carta, ha concretamente le potenzialità per raggiungere il podio. La squadra guidata da Jordi Fernandez, il quale ha selezionato per il momento soltanto i 16 preconvocati ed in seguito effettuerà le ulteriori scremature, debutterà a Giacarta nel gruppo H affrontando, nella sfida di apertura, Les Bleus di Coach Vincent Collet, in un primo importante banco di prova. Successivamente, il Canada affronterà il Libano e la Lettonia di Kristaps Porzingis.

Scrivere la storia

Il Canada non è storicamente un Paese di eccelsa tradizione cestistica. In 14 partecipazioni ai Mondiali, i rappresentanti della bandiera con la foglia d’acero non sono mai riusciti a salire sul podio. Il massimo risultato ottenuto è una medaglia d’argento alle Olimpiadi del 1936, dove vennero sconfitti dagli Stati Uniti. Una data troppo lontana nel tempo per ricordarla come un’impresa, viste e considerate le notevoli evoluzioni che la pallacanestro odierna ha ottenuto. Nessun altro piazzamento internazionale può essere considerato degno di nota: al di là dei quattro bronzi e due argenti dei campionati americani, il Canada non si è mai neanche avvicinato alle medaglie, ottenendo al massimo due sesti posti ai Mondiali. Nonostante questo, sono diversi i giocatori che nel tempo sono riusciti a ritagliarsi un ruolo da protagonisti di questo sport nel mondo. Su tutti è impossibile non citare Steve Nash, probabilmente il miglior giocatore canadese di tutti i tempi, per due volte consecutive MVP della stagione nel 2005 e nel 2006 e Leggenda dei Phoenix Suns. O ancora, per restare in ambito bolognese, Bill Wellington, che ha militato con la Virtus Bologna nel 1993 con cui ha vinto un campionato italiano, il quale fu autore, in quella stagione, di una serie Playoff strepitosa. In seguito, ha continuato la sua carriera oltreoceano, precisamente ai Chicago Bulls, dove ha accompagnato Michael Jordan alla vittoria di 3 titoli NBA. Al di là di singole SuperStar però, i biancorossi non hanno mai presentato un Roster di altissimo livello. Fino ad oggi. Può essere la volta buona per scrivere la storia dello sport canadese?

Il Roster

Il Canada presenta uno dei Roster maggiormente profondi e completi della competizione. Rowan Barrett, GM della Nazionale, e Coach Jordi Fernandez hanno assemblato una lista di giocatori di livello assoluto, che presenta tra le migliori Stelle del panorama NBA. Anche se andranno effettuati gli ultimi tagli prima della lista ufficiale, questo è il gruppo dei preconvocati. Del pacchetto ali fanno parte RJ Barrett, Oshae Brissett, Kyle Alexander, Dillon Brooks, Melvin Ejm e Thomas Scrubb. Avanzando poi si passa al reparto guardie, composto da Nickeil Alexander Walker, Lu Dort, Kevin Pangos, Kassius Robertson e Phil Scrubb. I Centri preconvocati sono poi Dwight Powell, Zach Eday e Kelly Olynik. Infine, ultimi ma di certo non per importanza, i Playmaker, che in alternativa potrebbero scambiarsi di ruolo e creare un potenziale offensivo con pochissimi rivali: l’ancora incerto Jamal Murray e Shai Gilgeous Alexander. Molti di questi nomi sono piuttosto conosciuti nel panorama NBA, ma soprattutto questo Roster vanta due All Star di primo livello, stelle emergenti e giocatori di esperienza: la formazione di Jordi Fernandez potrebbe riservarsi ben più di qualche soddisfazione.

Punti di forza

Per cominciare a elencare i punti di forza potrebbero bastare due nomi: Jamal Murray e Shai Gilgeous Alexander. Di fatto entrambi All Star (anche se il primo non ha preso parte alla sfida di All Star Game), Superstar di livello assoluto, ormai affermati in NBA, sono senza alcun dubbio i giocatori di riferimento per le proprie squadre. Il primo, la cui presenza è però ancora incerta, assieme a Nikola Jokic, forma attualmente il duo più forte e completo della Lega statunitense: vincitore del campionato NBA nell’ultima stagione, ha guidato i Denver Nuggets alla vittoria dell’Anello per la prima volta nella storia della franchigia. Al di là delle Finals, in cui il compagno di squadra serbo ha inevitabilmente attirato su di sé le luci del palcoscenico a suon di Triple Doppie, Murray si è dimostrato tecnico oltre che finalizzatore. Infatti, durante le sfide in semifinale di Conference contro i Los Angeles Lakers il numero 27 ha realizzato oltre trenta punti di media con il 52.7 percento dal campo e il 40.5 percento dall’arco. Numeri alla mano, si tratta di una precisione che ha pochi rivali nella storia del gioco: soltanto Kevin Durant ha registrato una statistica simile per più volte in carriera. Non un nome qualunque. Oltre a questo, il neo campione NBA ha sviluppato negli anni una crescita esponenziale in fase di transizione (migliorando e rendendo praticamente inarrestabili i suoi sottomano) e in visione di gioco, servendo i compagni numerose volte in partita. Le sue abilità già si erano viste durante il periodo dei Playoff nella Bolla di Orlando. Quest’anno, però, ha raggiunto la sua definitiva maturazione, e aiuterà il Canada in tutti i reparti. Il secondo, invece, quest’anno è definitivamente esploso agli Oklahoma City Thunder, mantenendo una media di ben 31.4 punti a partita e 5.5 assist, divenendo uno dei migliori giocatori della Lega. Spesso durante la stagione regolare è stato preso in considerazione tra i primi 10 candidati per il premio di MVP. Oltre alle Stelle assolute il Canada presenta un Supporting Cast di altissimo livello con Dillon Brooks, ottimo difensore che può rivelarsi molto fastidioso per il suo stile di marcatura stretta, Lu Dort, fisicamente imponente e strutturalmente difficile da superare se non ad alte velocità, e RJ Barrett, che ai New York Knicks continua a crescere giorno dopo giorno. Dalla panchina per quanto riguarda le rotazioni può entrare poi Cory Joseph, veterano NBA in grado di portare esperienza a tutto il reparto offensivo. Come se non bastasse, i biancorossi hanno 3 Centri tutti con abilità e fisicità diverse: da Zach Eday, ancora non in NBA ma fisicamente imponente ed in grado di portare massa e centimetri a protezione del ferro, Kelly Olynik, che è in grado di spaziare il campo e tirare da tre punti, o ancora Dwight Powell, centro atletico in grado di portare energia e finalizzare in Alley Oop. Poi, anche i giocatori attualmente in Eurolega sono reduci da ottime stagioni con i propri Club. Insomma, il Canada è una squadra decisamente completa, che sembra pronta al grande passo.

Debolezze

Visto il Roster, sembra difficile parlare di criticità. Eppure il Canada rischia di trovarsi a fronteggiare alcune importanti difficoltà. Innanzitutto, i Centri sono versatili e interscambiabili ma nessuno di loro è completo. Nel basket moderno ad un Centro sono richieste abilità e competenze diverse rispetto al passato: oggi, e Nikola Jokic ne è il principale esempio, dal Cinque passano tutte le fasi di gioco, compresa quella di impostazione. La fisicità e l’atletismo sotto canestro, in questo caso di Eday e Powell, è sicuramente importante ma non è tutto ciò che basta per vincere. In secondo luogo, l’allenatore è un punto di domanda. Attualmente vice ai Sacramento Kings, lo spagnolo Jordi Fernandez non ha mai allenato come Head Coach tranne che tra il 2014 e il 2016, alla guida dei Canton Charge. Il suo arrivo a giugno sulla panchina biancorossa in sostituzione dell’esperto Nick Nurse è stato accolto con molti dubbi: attualmente resta un’incognita. In ultimo, la Nazionale canadese non è, storicamente, vincente. Anche se la storia cambia e si riscrive quotidianamente, resta indelebile il fatto che molti giocatori del roster manchino di esperienza in competizioni come, appunto, il Mondiale. Le possibilità di arrivare in fondo sono superiori rispetto al passato, ma, ovviamente, non esistono certezze.

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