Basket
Corriere di Bologna – La Virtus ai gradini dall’Olimpo, oggi alla Segafredo Arena gara 3
Gara-2 della finale scudetto ha dimostrato a tutti che il risultato del primo match non è stato un caso. La Virtus si ripete nuovamente a 83 punti. A 83 la Virtus vince, ma non per il gioco offensivo. Grazie ad una straordinaria fase difensiva che concede poco all’attacco della squadra di Ettore Messina. Nella roulette bolognese dello scontro scudetto si vedono tanti numeri vincenti. Il più decisivo è il 36 che sta per al 36% (21/58) da due, che la “Vu nera” concede all’Armani. Il massimo premio per una squadra alla ricerca maniacale di una sicurezza in area che tanto male aveva fatto a mister Djordjevic in altri lidi.
Il risultato di gara-2 rispecchia la natura recente della Virtus, una caratteristica forte ma smarrita a tratti dopo l’inizio della pandemia per il Covid-19. Al forum, Milano tira meglio da tre rispetto a gara-1, tornado così alle medie abituali, ma in area l’Olimpia legge “vietato entrare”. La difesa bolognese non lascia niente e lotta su ogni pallone. Difesa o fallo. L’obiettivo è quello di non dare ritmo e inerzia a giocatori che vivono di questo. Il 2-0 pare un risultato inevitabile alla luce di quanto detto. Il dominio della Segafredo è il naturale epilogo di un gioco espresso, che si può vedere solamente ad alte quote, dove si tocca il cielo con un dito. La “V” è stata superiore ad una Milano che nei primi ottanta minuti scudetto si è dimostrata stanca, incartata e forse in crisi dopo il lungo e sorprendente cammino in Eurolega. Ettore Messina nel post-partita di gara-2 ha detto che “negli sguardi lui non crede”. Non basta far finta di crederci. Quindi, Messina cambierà qualcosa stasera, per squilibrare gli avversari e destabilizzare le loro sicurezze.
Per ora lo scontro tra titani del basket europeo, Teodosic – Rodriguez, lo sta portando a casa il serbo della Segafredo con il numero 44 alle spalle. Nonostante le zingarate di Rodriguez, il “chachismo”, come lo chiamano sui navigli, ha fatto il solletico ad una difesa fisica e concentrata come quella di Sasha Djordjevic. Completa sotto tutti i punti di vista a partire dalle coperture e i tagliafuori a rimbalzo fino allo show sul pick’n roll di Milano, con degli aiuti spettacolari. Insomma, l’Olimpia ricorda la Virtus di due mesi fa, ma in una serie al meglio di 7 può succedere di tutto. Sul 2-0 non è finita, anche se il vantaggio territoriale può essere una discriminante decisiva ai fini della conquista del titolo. Bisogna stare attenti e non abbassare la guardia davanti ad una nobile del basket europeo. Importante sarà cavalcare l’onda del gruppo italiano. A partire da quel ragazzone di San Giovanni in Persiceto: questa piccola differenza tutta italiana ha regalato alla V una differenza di 48 punti in due gare con il solo Datome presente nel tabellino milanese.
Gestire l’onnisciente Teodosic sarà la chiave per gara-3. Con lui in grande forma la Bologna con la “vu nera” sul petto può iniziare a sognare. “Sarà la partita più importante della nostra vita” ha detto Djordjevic lunedì sera, trattenendo i sorrisi davanti a quei giornalisti che ora si stanno rimangiando le critiche e forse anche qualcos’altro. Ma a Djordjevic del contorno interessa poco ora. Ciò che gli importa è vincere.
Fonte: D. Labante / Corriere di Bologna
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