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Dell’Aquila e il Leone #11 – Fuga da Basket City

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Immaginiamo una scena. Robin Benzing è sull’aereo che da Bologna lo sta portando in Germania per radunarsi con la propria nazionale in vista delle gare di qualificazioni al prossimo mondiale. Ad un tratto, mentre decide di sgranchirsi le gambe, incrocia uno sguardo familiare, molto familiare, di quelli che vedi tutti i giorni. E’ quello del compagno di squadra e di reparto Brandon Ashley, il quale non dovrebbe affatto trovarsi su quel volo.

“Che ci fai qui Brandon, che succede?” avrà chiesto il tedesco.                                                                                                                                                                                                  “Vado a casa”, risponde l’americano. 

Risposta secca, chiara ed inequivocabile. Ashley sta tornando negli USA o forse dal fratello a Barcellona, il problema è che la Fortitudo non lo sa e, di fatto, il giocatore si trova all’estero senza permesso o giustificazioni. 

Trattasi di una fuga, fuga da Basket City si titolerebbe qualora si trattasse di una sceneggiatura. Le caratteristiche da storia incredibile ci sono tutte ma è realtà. A rendere più fitta la trama si aggiunga che questo non è il primo episodio della saga. Da inizio stagione, infatti, oltre al lungo statunitense, il cui futuro fortitudino ora appare molto incerto, hanno fatto le valigie in parecchi, alcuni in maniera altrettanto inusuale. 

Per primo Jasmin Repesa. Il coach croato annuncia le proprie dimissioni durante il post partita della prima giornata di campionato, una gara, peraltro, non disastrosa, anzi, nonostante la sconfitta, la migliore fino a quel momento dei biancoblu. Addio a sorpresa dalle motivazioni che rimangono in parte criptiche.

Qualche giorno dopo Groselle accusa un infortunio non chiaramente specificato che lo tiene lontano dal parquet oltre un mese senza aggiornamenti sulle sue condizioni. Aria di taglio per lui? Alla fine no, perché il secondo a lasciare Bologna è Malachi Richardson, uno tra i più positivi nelle primissime uscite stagionali ma con il passare delle settimane uscito gradualmente dalle attenzioni e poi dalle rotazioni della squadra fino all’ufficialità dell’uscita dal contratto. Questa volta il futuro lontano dalle effe del giocatore era ben noto ed infatti il comunicato della società non stupisce nessuno. Tutto già chiaro dopo che Martino aveva scelto di non portarlo a referto la domenica precedente. Motivazioni della scelta tecnica operata dal coach: in quel ruolo la squadra era già coperta. Detta in parole povere, non sapeva cosa farsene. Squadra spesso in emergenza ma giocatori che se ne vanno, situazione non così chiara.

Nel frattempo pare tutto fatto per l’approdo di Keith Langford, esperienza al servizio dei compagni. Si tratta solo di ufficializzarlo ma all’ultimo salta ed il giocatore si allontana da Basket City. 

Meno di una settimana fa comincia a circolare la voce di un interesse da parte dell’Olimpia Milano nei confronti di Tommaso Baldasso, autore di un avvio di stagione insufficiente (gara contro Treviso esclusa). Nel giro di poche ore il giocatore risolve il contratto e si accasa sotto la Madonnina. Società convinta in tempi record, giocatore idem? In tutto questo l’infermeria rimane affollata.

Ieri l’Ashley-gate a completare un quadro complesso aggravato da un posizione in classifica che non lascia spazio ad interpretazioni.      La situazione è questa: ieri i senior disponibili al ritorno in palestra erano solo 3. 

Domanda retorica: c’è qualche problema in Fortitudo?

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