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Dell’Aquila e il Leone #30 – Con il cuore, con la pancia, con la Fossa

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Basta il titolo per spiegare come la effe abbia sia riuscita a superare Cremona domenica. Analisi finita.

Anche perché, davvero, non c’è molto da analizzare rispetto ad una vittoria arrivata attraverso una prestazione irrazionale, caratterizzata da pochi ragionamenti e tanti tentativi; tutti all’attacco e poi un pochino di difesa, ma giusto un briciolo. Alla Fortitudo va bene così, è il suo gioco quello sulle ali dell’entusiasmo e della tensione, spinta da un palazzo che fa le veci del sesto, settimo ed anche ottavo uomo.

Un passo indietro. Alla Fortitudo va bene così fino a che l’avversario è la Vanoli che scende sul parquet in sette più le giovanili e che se avesse avuto a referto Pecchia e Poeta forse staremmo parlando di un epilogo diverso. Per questo il successo va contestualizzato. Era l’unica cosa che contava ed è arrivato, perfetto, ma la consapevolezza che nelle prossime ed ultime sei uscite non si possono ripetere  prestazioni del genere va ben scolpita nelle menti biancoblu.

E’ necessario tornare alla concentrazione della gara di Treviso dove le leggerezze non prendono il sopravvento ed il focus rimane chiaro, ragionando partita dopo partita. Ma davvero ha senso ragionare partita dopo partita? Ni. Ovviamente non si scende sul parquet pensando che una gara sia già persa; andando però oltre le frasi di circostanza, il calendario lo hanno ben presente tutti e qualche calcolo è concesso. 

Lo stesso Pietro Aradori, due conti se li è fatti dicendo che quattro o forse anche solo tre vittorie potrebbero bastare a mantenere la categoria. In effetti, potrebbero. Non è affatto facile coglierle, quattro soprattutto ma nel momento in cui una squadra raggiunge i 24 punti allora la retrocessione diviene improbabile. Ci si muove, ovviamente, nel campo delle ipotesi che si intrecciano al calendario e ai risultati degli scontri diretti e proprio questi ultimi sorridono in larga misura alla Fortitudo. Il sorriso più grande proviene dalla doppia vittoria contro la stessa Treviso, in caduta libera da tempo ma con un cambio di guida tecnica a partire dal prossimo turno. Se la corsa fosse su quest’ultima, scenario tutto sommato possibile, le probabilità di riuscita aumenterebbero. Napoli pare aver smorzato l’inerzia negativa ed essersi rilanciata proprio sul campo della Nutribullet mentre a destare più preoccupazione ora sono le condizioni di Trieste e Trento, i due territori ridenti che a lungo hanno occupato le zone più nobili della classifica, a testimonianza dell’equilibrio di questo campionato (votato al ribasso o al rialzo andrà giudicato alla fine).

Tornando all’Aquila e il Leone, va sottolineato come sia un peccato che solamente altre due volte lo spettacolo di un Paladozza al 100% potrà ripetersi in questa stagione. Colpo d’occhio e d’orecchio che merita un’ulteriore menzione perché è ciò che rimane della gara di domenica scorsa, ovvero il contesto che di gran lunga, come già scritto, supera il tasso tecnico messo in luce sul parquet. 

A questo punto servirà un mix di pancia e cuore figlio del Paladozza unito alla lucidità delle più recenti trasferte ed alla speranza che la sfortuna non si accanisca nuovamente sull’infermeria. Questi sono gli ingredienti per continuare a riscrivere la storia di una stagione nata in un modo, proseguita in un altro e pronta al colpo di scena finale.

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