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Dell’Aquila e il Leone #31 – No gain, no pain?

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La tranquillità proprio non piace all’ambiente Fortitudo. Quella che poteva essere una sconfitta non accettabile ma preventivabile porta con sé una serie di strascichi inattesi che potrebbero far precipitare definitivamente la stagione biancoblu. Il punto di non ritorno è sempre stato spostato un po’ più in là del presente, forse non ci si è ancora arrivati ma adesso è molto, molto vicino.

L’anticipo di un giorno della rubrica consente di concentrarsi sulle ultime concitatissime 48 ore prima di rivolgere l’attenzione a quella che, anche se si spera di no, viene già definita ultima spiaggia per la effe

Cosa è successo in queste 48 ore? Un po’ di tutto, banalizzando la situazione. Situazione non confermata ma nemmeno smentita, il che suggerisce una veridicità di fondo. Senza girarci ulteriormente in torno: la Fortitudo ieri non si è allenata nonostante l’impegno cruciale di mercoledì. Motivo? Si dice sciopero dovuto al ritardo dei pagamenti degli stipendi. I giocatori avrebbero chiesto chiarimenti su una situazione che si protrae da qualche settimana: se avranno avuto risposte lo si scoprirà oggi, giornata nella quale è stato convocato un altro allenamento, come da programma, alla palestra Alutto. 

Insomma, accade quello che non dovrebbe accadere mai, a maggior ragione alla vigilia di una trasferta così importante, quella in cui, se perdi, fai un passo e un quarto verso la serie A2. Partita che ha accresciuto notevolmente la propria importanza domenica sera, non tanto a causa della sconfitta fortitudina al Talierco di Venezia quanto per la vittoria di Treviso su Varese. I demeriti di Bologna arrivano fino alla concessione di un parziale tremendo che permette ad una Reyer non irresistibile di indirizzare la gara poi ci si mettono i risultati altrui, condizione di non completa indipendenza nella quale la Fortitudo è caduta per effetto dei risultati dei mesi passati. Un occasione persa che si somma alle occasioni perse archiviate come sconfitte onorevoli, definizione che lascia dopo un paio di utilizzi lascia il tempo che trova e non vale un successo, anzi solo più rammarico. 

Come ti salvi adesso? Con un miracolo sportivo, forse più facile che accade nella settimana di Pasqua che in altri periodi. Al di là dell’ironia, un ennesimo ribaltone in classifica è complicato a questo punto considerando che anche la quota salvezza potrebbe essere riconsiderata al rialzo. La Fortitudo, ovviamente, deve sperare che ciò non accada ma qualche indizio c’è. Da 22 a 24 punti, un’eventualità da non scartare anche se alcuni calendari sono decisamente più impegnativi di altri. Quello di Treviso su tutti anche se quota 20 punti l’ha raggiunta come l’ha raggiunta Napoli, significa che con una vittoria sono salvi? A 22 al momento si trovano cinque squadre: Pesaro, Varese, Trento, Trieste e Brindisi: tutte già salve? La risposta sta nei risultati della Fortitudo, nei più immediati soprattutto. Il dubbio sul fatto che ne possa vincere tre c’è: quindi potrebbe e questo segnerebbe una formazione retrocessa con 22 punti, un possibile festival dello scontro diretto che alla effe non dispiacerebbe affatto. 

Un intrigo per niente semplice da sbrigliare, il primo di tanti finali di stagione che di settimana in settimana cambieranno percezioni, scenari e pronostici. La Fortitudo non rinuncerà al ruolo di protagonista anche se le braccia conserte dei giocatori che non si allenano sono un segnale molto poco rassicurante, un segnale che potrebbe far uscire di scena la squadra anzitempo da questa storia, andando però a scrivere un triste epilogo. 

No gain, no pain, a meno che l’Aquila non voglia stupirci ancora.

 

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