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Dell’Aquila e il Leone #6 – Finché Durham…

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La battuta nel titolo me la concedo me la concedo nella settimana in cui la Fortitudo si trova tra due impegni proibitivi. Quello passato però, così proibitivo alla fine non è stato, anzi, la squadra di Martino torna da Brindisi con la consapevolezza di essere rimasta fino aver tenuto sino all’ultimo quarto gli avversari sulle spine e costretti alle magie dalla distanza per vincere il Friday Night.

Il problema è stato che i maghi per farle ce li hanno. Tirare con il 64% da 3 per 40 minuti è oggettivamente fantascientifico, farlo con tanti realizzatori diversi ancor di più. La Effe è stata da meno ma non tanto meno. Percentuali alti contro percentuali altissime vince altissime. Ed in questo caso la frase di Martino “Se segni fuori casa 93 punti, vinci” è l’eccezione che conferma la regola.

La differenza tra vittoria e sconfitta di venerdì sera sta qui, senza menzionare parlare di difese lascive visto che il discorso vale per entrambe le squadre. Che il gioco di Brindisi sia votato all’attacco, d’altra parte, è noto. Ecco, il gioco. Il gioco è la novità messa sul parquet dalla Fortitudo. Per lunghi sprazzi di gara i biancoblu sono stati in grado di costruire un gioco vivace e veloce, ancora inedito in questa stagione. A dirigerlo, quasi sempre, il protagonista del titolo, Jabril Durham. Il nuovo numero 7 fortitudino trasmette da subito la giusta carica ai compagni e li prende per mano orchestrando con la maestria di chi milita in una squadra da 2 anni non due giorni la manovra offensiva della Kigili. 

Il playmaker di cui c’era tanto bisogno che fa ciò di cui c’era più bisogno, ora c’è. Saprà ripetersi a questi livelli? Si è trattato dell’entusiasmo dell’esordio o riuscirà a mantenere questi standard di prestazione nel lungo periodo? In caso di risposta affermativa, sapendo che Fantinelli almeno per un altro mese sarà indisponibile, coach Martino avrebbe risolto un bel problema. Per citare un noto brano pop italiano: non gliene resterebbero mille, ma decisamente meno. 

Uno dei problemi rimasti riguarda la situazione di Groselle. Più che problema è meglio parlare di mistero; accusato un problema muscolare emerso diversi giorni dopo la prima giornata, da lì non è tornato più a referto senza che dall’infermeria arrivasse alcun aggiornamento. Nel caso in cui la sua avventura a Bologna fosse terminata, i lunghi rimarrebbero 3 per due posti, oltre all’apporto a giornate alterne del neo papà Mancinelli. Troppo pochi, sempre parlando di ipotesi, sarebbe opportuno guardarsi intorno. 

Per il momento è importante concentrarsi sul gioco concreto proposto al Pala Pentassuglia e tentare di riproporlo sabato sera contro l’Olimpia. E’ probabilmente proibitivo vincere, ma rimanere in partita il più a lungo possibile sarebbe un ottimo traguardo in previsione delle fondamentali gare successive. Se si ripete, i frutti potrà raccoglierli presto.

 

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