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Dell’Aquila e il Leone S2 #18 – La “Formula” giusta

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Per il momento è solo “Formula Coach”. Cosa? Potrebbe dire chi non segue assiduamente le vicende fortitudine. Urge spiegazione.

Mentre in campo la squadra non trova più quella quadratura messa in mostra la prima settimana di gennaio, sembra che la società abbia imboccato la strada più solida, seguendo quel processo di messa in sicurezza a lungo ripetuto. Ieri è stato presentato un altro ingresso nel Consorzio, quello di Formula Coach, azienda bolognese con a capo Davide Malaguti. Ingresso che ricalca anche la volontà della Fortitudo di coinvolgere più imprenditori bolognesi possibili affezionati alla questione biancoblu e circondarsi, quindi, non solo di sponsor ma anche di tifosi, come evidenziato dal presidente Di Pisa: “Sono soddisfattissimo di questa serata perché accanto a me non ci sono solo sponsor, ma tifosi, che non portano solo contributo economico, ma anche capacità e supporto all’interno del nostro mondo. E potranno portare con loro altri consorziati.”

Uno stato dell’arte societario che ha trovato la formula adatta per guardare al futuro con fiducia, a differenza di una squadra in confusione nelle ultime settimane. Dalmonte, sempre a margine della presentazione di ieri sera al Paladozza, ha detto di non sentirsi in discussione preferendo pensare alla risoluzione delle criticità dell’oggi (locuzione a lui molto cara). La situazione sembra serena, poi, però, aggiunge queste parole: “Comunque questo tipo di domanda andrebbe girata alla società. Serve trovare da parte di tutti una direzione corretta e un’analisi che abbia un punto di partenza comune, altrimenti si rischia di prendere strade differenti”.  Volendo analizzare meglio questa frase, si potrebbe pensare, con un pizzico di dietrologia, ad una richiesta d’intervento sul mercato? Oggi remare dalla stessa parte per risolvere cosa non va sul parquet non può non voler dire rafforzare un roster che ruota a otto. 

E’ lecito chiedersi se giocare in otto in A2 basta. La risposta più ovvia è “dipende”, dipende da chi sono questi otto. Gli “otto” della Fortitudo oggi non bastano ad ottenere la formula per il successo. Domenica contro Cividale il cambio di passo che dovrebbe arrivare da chi subentra non è arrivato, portando l’inerzia verso gli ospiti con il passare dei minuti. Come sottolineato durante la conferenza stampa post-partita, l’impressione che ha dato la Fortitudo nel secondo tempo è stata quella di una formazione non in grado di impattare nemmeno se la sfida fosse durata due giorni. Al contrario dell’approccio iniziale positivo, è’ venuta meno quella reazione richiesta nei momenti più complicati, aspettando sempre la sirena per resettare tutto; va bene per due quarti poi non ci sono più né tempo né forze per recuperarla. 

Nella speranza per i tifosi che qualcosa in entrata si muova ma senza nuovi nomi caldi all’orizzonte, bisogna ragionare sul materiale già a disposizione. La necessità di un numero 5 verticale come Barbante e spesso come Cucci rappresenterebbe la priorità della Effe. Priorità, ma non unica necessità. Le ultime uscite hanno messo in luce come Panni risulti meglio impiegato da esterno invece che da playmaker; un’indicazione verso la ricerca di un vice Fantinelli, ruolo che al momento non riesce a ricoprire l’ex Ferrara. 

Tra dichiarazioni, ragionamenti e suggestioni la Fortitudo si prepara alla partita contro Udine, delicata per tutti anche per gli avversari, ugualmente alla ricerca della miglior formula per risollevarsi dalle difficoltà delle ultime settimane.  

 

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