Basket
Dell’Aquila e il Leone S3 #1 – La nuova Effe
Nella stagione precedente Dell’Aquila e il Leone…
I tifosi Fortitudini tirano un sospiro di sollievo quando la notizia dell’iscrizione in A2 è confermata dopo mesi di apprensione e silenzio. Se la proprietà riparte dal progetto di centralità territoriale bolognese, il roster affidato a Dalmonte accusa una costruzione ritardataria e di non primissime scelte che trovano un’amalgama solo tra le mura del Paladozza mentre lontano da casa il ruolino di marcia è a dir poco carente. Sotto la lente d’ingrandimento finiscono i due americani, Davis più di Thornton, non in grado di fare la differenza richiesta e attesa da compagni e ambiente. Passate le festività natalizie, complice un rendimento ancora altalenante, si decide di agire sul mercato agendo sul reparto lunghi. Via prima Paci poi lo stesso Davis e spazio a Candussi, colpo azzeccatissimo per la categoria ed immediatamente capace di incidere dove più serve. Benché il suo innesto funzioni, a non funzionare pare il resto della squadra, in crisi di risultati mentre si entra in primavera e ci si avvicina alla fase due del campionato. Gli infortuni aggravano, sportivamente parlando, un quadro biancoblu difficile che culmina con la messa fuori squadra di Thornton per comportamenti non professionali a lungo chiacchierati.
Tra tensioni sul parquet e dichiarazioni societarie discordanti, cominciano i playoff non prima di altre sorprese, due in particolare quasi concomitanti: l’esonero di coach Dalmonte che mette in panchina il vice Angori e l’arrivo di Adrian Banks.
La carica dell’americano, nome di assoluto spessore, contagia tifo (precedentemente in rotta con tutta la Effe) e spogliatoio tanto da giocare la prima serie con Cento in maniera completamente diversa rispetto ai mesi precedenti. La pratica Benedetto XIV è archiviata tanto facilmente quanto imprevedibilmente considerando cosa si è visto durante la regular season. Quando però, in semifinale, tocca a Cremona il discorso cambia. Per quanto la Fortitudo esca a testa alta dal confronto, ad inizio giugno la corsa finisce e conferma un’altra stagione di A2, quella che sta iniziando.
Tutto è pronto per ricominciare quindi, da dove si era rimasti ma con tante, tantissime novità sebbene l’involucro biancoblu sia lo stesso. E’ stata infatti un’estate di cambiamenti profondi ma decisamente meno tortuosi rispetto a quelli di 12 mesi fa. La presidenza è passata nelle mani di Tedeschi, in società è entrato Alibegovic ma la Effe non ne esce stravolta, anzi è parsa lavorare con serenità sul lato tecnico fin dall’annuncio del nuovo GM Basciano fino alla scelta dell’Head Coach di assoluta esperienza quale Attilio Caja. Da questi, a cascata si è formato il roster che ha già messo in mostra punto di forza interessanti e punti critici.
Una nuova Effe sulla carta, una Effe che comunque traccia una continuità con la stagione precedente, sia nella forma proprietaria (con nomi diversi) sia nella sostanza cestistica. Ripartire infatti dai punti fermi italiani quali Aradori e Fantinelli conferma una costruzione improntata su di loro con attorno volti e caratteristiche, si presume, più efficienti.
La più efficiente, di queste novità tecniche, ad oggi sembra proprio quella che l’anno scorso ha rappresentato il tallone d’Achille biancoblu per 6 mesi. Sì, s’intende esattamente il lungo americano. A meno che non si tratti di un bluff nascosto molto bene, Mark Ogden è un giocatore che in A2 sa fare la differenza. I numeri che accompagnano le sue prime prestazioni (tra amichevoli e soprattutto Supercoppa) rivelano capacità realizzative molto alte ed una presenza sotto le plance fondamentale perché superiore a quella di molti avversari. Questo è un dato essenziale in un girone dove il tasso tecnico si è alzato notevolmente e le lotte di centimetri e kili rappresenteranno una chiave d’interpretazione delle sfide. Ogden, oltretutto non è arrivato da solo. Freeman sarà il compagno di ferro lasciando un gioco tutto italiano sul perimetro, sebbene lo stesso Ogden abbia mostrato ottime doti anche da tiratore.
Si parte quindi con due interpreti a stelle e strisce sotto canestro e due veterani biancoblu in cabina d’azione. Il resto, ed è qui che possono annidarsi i dubbi, è da scoprire. La conferma di un Panni che conosce la piazza ma necessariamente deve rivedere il suo temperamento nei momenti topici delle partite segna comunque un punto a favore della Effe, l’esperienza di Bolpin, che comincia subito con la gara da ex, anche. L’apporto del rimanente supporting cast cela dei dubbi, anzi non li cela, li esprime attraverso le prime statistiche ufficiali. Senza entrare nel merito delle caratteristiche presenti e mancanti di ogni singolo cestista biancoblu, è da evidenziare come i minutaggi in uscita dalla panchina siano stati risicati come l’apporto offensivo. Detta in maniera brutale e diretta: se i già citati Aradori e Ogden non saranno in giornata, la Fortitudo farà parecchia fatica.
Il monito principale in questo senso lo ha lanciato la prova contro Cento, gara che certamente non rappresenta al 100% la Fortitudo che si presenterà alla palla a due contro Chiusi ma non se ne allontana nemmeno troppo. Pronto ad essere smentito, of course.
Chi non si è affatto smentito, sebbene i dubbi fossero pochi, è il tifo biancoblu. Anche quest’anno la campagna abbonamenti si conferma un successo e se il fattore campo l’anno scorso si è rivelato essenziale, scendere in campo al Paladozza con la solita atmosfera non conta da sesto uomo ma, come già scritto più volte, anche da settimo, ottavo, nono e decimo. Per fare un esempio, si ripensi alla partita vinta contro la Pistoia, poi neopromossa, a dicembre 2022, vinta tanto in Fossa quanto sul parquet.
Tutto è pronto per ricominciare quindi, per approcciarsi ad un campionato dalla regular season cortissima che darà poche indicazioni sul suo epilogo e servirà per prendere le misure alle dirette concorrenti. Concorrenti per cosa? Impossibile lanciarsi in pronostici a settembre, anche perché il livello generale del girone si è elevato molto e le cosiddette contenders per la promozione sono almeno 5 su dodici. Tra queste c’è anche la Fortitudo? Un’altra domanda calla quale oggi si risponde di no, ma con la consapevolezza che questa risposta tra un paio di mesi potrebbe cambiare.
Palla ai protagonisti, l’Aquila e il Leone, questa volta ci sono entrambi.
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