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Dell’Aquila e il Leone S3 #11 – Re-imparare a soffrire

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Anche se non ha rispettato il più roseo dei pronostici, la trasferta di Chiusi restituisce alla Fortitudo parecchi elementi positivi e spendibili all’occorrenza sia nell’immediato futuro sia quando si entrerà nella fase calda della stagione. 

Sudarsi la vittoria fino a pochi secondi dalla sirena racconta di una partita in cui qualche errore di tenuta c’è stato ma allo stesso tempo è venuta fuori la capacità di non disunirsi al “dunque” da parte di biancoblu restando cinici e concentrati. Farsi scivolare dalle mani un successo alla portata sarebbe stato un inciampo non da poco ma la Effe di quest’anno, per ora, questi aspetti non li trascura e i risultati si vedono. 

E’ forse stato fino ad ora il confronto più complesso, o meglio, il momento in cui gli uomini di Caja hanno dovuto mettere sul parquet quel qualcosa in più per uscire dai rischi che stavano correndo, sapendo soffrire di squadra e da squadra. 

Si tratta di una caratteristica per nulla scontata ma preziosa che tornerà di certo utile a più riprese.

Altra nota lietissima: la consacrazione della coppia americana. Le potenzialità di Ogden e Freeman sono collaudate da tempo ma vederli responsabilizzati in prima persona, Ogden soprattutto, in una partita incertissima, ne sottolinea lo spessore da altissima A2, forse qualcosa di più. 

Spirito giusto per affrontare un’altra sfida che si presenta potenzialmente piena di insidie. Il campionato di Rimini, che arriva al Paladozza stasera, non può dirsi soddisfacente, anzi parecchio deludente considerando il roster allestito in estate. In particolare in cabina di regia, il talento di Marks non sarà facile da arginare per nessuno. Si occuperà di lui Fantinelli? Non è detto, Bolpin potrebbe essere più adatto in questo momento di maggiore brillantezza difensiva anche se non potrà essere perso di vista Tomassini che dall’arco sa esaltarsi facilmente, soprattutto da quello del parquet di Piazza Azzarita (impossibile dimenticare la sua prova da 34 punti dello scorso dicembre). 

Ritornando allo stato di forma dei lunghi biancoblu, ecco che, invece, la presenza di Justin Johnson sotto le plance impensierisce meno la difesa fortitudino ma mai abbassare la guardia. Bisogna, appunto, imparare a non scollegarsi nei momenti topici della partita, sicuramente presenti, in cui il risultato è in bilico superandoli in blocco. A Chiusi, campo complicato, si è usciti dalle sofferenze così, contro Rimini è necessario replicare, entrando in campo con il coltello tra i denti e tenere i denti stretti per 40 minuti sapendo anche dosare risorse e minutaggi. 

Questa è l’altra grande incognita del turno infrasettimanale che meno di un mese fa ha giocato un brutto scherzo alla Flats Service, di ritorno da una trasferta in cui Ogden e Bolpin hanno giocato 39 minuti, Freeman 33 e Aradori 34. E’ vero che l’avversaria questa volta non è Udine al PalaCarnera ma Rimini al Paladozza, proprio per questo, come appena sottolineato, attenzione doppia a non sottovalutare i romagnoli. 

Se la Fortitudo si conferma, allora le avversarie hanno davanti un grosso problema: una squadra che sa vincere contro chiunque ed in qualsiasi situazione, anche uscendo dalla propria comfort zone. A quel punto, basterebbe solo aggiungere un po’ di profondità di qualità alla formazione per tracciare la via, quella più naturale guardando la classifica dopo oltre un girone. 

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