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Fortitudo ancora indietro: Reggio Emilia passa al Paladozza 67-80

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FORTITUDO BOLOGNA – UNAHOTELS REGGIO EMILIA 67-80 (21-18; 9-24; 14-28; 23-10)

Statistiche:

Fortitudo: Ashley 8, Gudmundsson 5, Aradori 13, Mancinelli 2, Pavani ne, Procida 5, Benzing 11, Manna ne, Richardson 10, Baldasso 6, Groselle 7. All.Repesa

Reggio Emilia: Thompson 24, Hopkins 8, Candi 11, Baldi Rossi 5, Strautins 3, Crawford 6, Cinciarini, Johnson, Olisevicius 19, Bonacini ne, Diouf 4. All.Caja

Arbitri: Rossi, Paglialunga, Catani

Tiri Liberi BO 17/22  RE 19/27

Tiri da 2 BO 13/28 RE 11/25

Tiri da 3 BO 8/33 RE 13/26

Falli BO 26 RE 23

Rimbalzi BO 33 RE 39

Quintetti iniziali: 

Fortitudo: Baldasso, Aradori, Procida, Benzing, Groselle.

Reggio Emilia: Cinciarini, Thompson, Osilevicius, Johnson, Hopkins.

Prima partita stagionale ufficiale al Paladozza (con un pochino di pubblico) che coincide con la prima anche per Reggio Emilia, mentre la Fortitudo ha già assaggiato il parquet due giorni fa a Venezia nel primo match di Supercoppa. Un assaggio che ha evidenziato il suo essere ancora parecchio indietro nella propria preparazione, come ha ammesso lo stesso Repesa post gara. A ciò vanno sommate le assenze che tolgono profondità nel momento in cui, come ad inizio stagione, si è a corto di fiato facilmente. Al netto dei problemi è necessario mettere di lato la prestazione di venerdì e tentare un cambio di marcia. Il cambio di marcia si limita al primo quarto per poi scalare all’indietro. La Reggiana mette in mostra maggiore freschezza, condizione fisica e, al contrario della effe, si diverte. Troppa la differenza nelle percentuali statistiche tra le due formazioni, percentuali che andranno necessariamente migliorate dalla Fortitudo per non partire sempre in difetto. Secondo e terzo periodo completamente sterili offensivamente (difficoltà evidenti in tutta la gara) per la squadra di Repesa, minuti chiave della gara per la vittoria ospite.

E’ un’intensità totalmente diversa quella messa in campo dalla Fortitudo nei primi minuti di gara rispetto alla gara contro Venezia di due giorni fa; ne è lamiglior testimonianza è la schiacciata di Procida in contropiede. Il punteggio, invece, non decolla trasformando le accelerate in frenesia. Solo 5-4 dopo i primi 3’30”. Salgono le percentuali della effe dalla media, Benzing e Aradori firmano il 10-7. Problemi fisici per Cinciarini costretto ad uscire, mascherati dalla bomba di Crawford. Primi minuti ufficiali per un recuperato Gudmundsson, senza però incidere offensivamente, quando il punteggio dice 13-10 a meno di 4′ dalla fine del primo periodo. Altra tripla di Crawford che vale l’impatto di Reggio Emilia, quella di Strautins il sorpasso. Obbligato il time out di Repesa che sprona al controsorpasso: 17-16 con 1’30” da giocare. Qualche fallo di troppo da parte dei lunghi Fortitudo (aspetto rilevante emerso anche dalla partita contro la Reyer), Ashely chiamato a giocare da 5 risponde presente e completa un gioco da tre punti utile al punto numero 20 per i biancoblu. Lavoro per l’instant replay negli ultimi centesimi di quarto, 21-18 dopo i primi 10′.

Bloccati anche i primi possessi del secondo quarto. Primi due punti per la UNAHOTELS che si porta ad un solo punto dai padroni di casa. Il canestro dell’ex Candi permette a Reggio di rimettere la testa avanti in una gara caratterizzata da un sostanziale equilibrio nel punteggio ma divisa tra momenti di fuochi d’artificio offensivi e minuti di magra. Olisevicius da 3 manda i suoi a +4 (21-25) a meno di 7′ dall’intervallo. Momento tutto biancorosso che tiene aperto un parziale di 0-10 nel secondo periodo, Antisportivo di Baldasso a sottolineare le difficoltà fortitudine di questo periodo. Il digiuno di punti è interrotto da Groselle che sotto canestro comincia a dare parecchie certezze, pronta la risposta di Thompson: 23-30 dopo 5′. 2 punti nel quarto sono davvero troppo pochi, ne arrivano altri due dalle mani di Benzing,  ma nel frattempo la forbice si allarga, la squadra di Caja si porta sul +12, +15 dopo la tripla di Baldi Rossi (25-40). Gudmundsson si sblocca e sblocca anche l’intera Fortitudo dai 6,75 metri. Finale in crescendo della effe anche se il secondo quarto termina col parziale del tutto negativo di 9-24, per un totale a fine primo tempo di 30-42.

Il primo nome da scrivere sul tabellino dei marcatori del secondo tempo è quello di Mikael Hopkins, +3 per lui e nuovo +15 reggiano, risposta immediata di Aradori. Questa volta punteggio più vivace, migliorano le percentuali, in particolari quelle ospiti che nei primi 2 minuti della ripresa dilagano: 32-53, Hopkins sugli scudi, Thompson si diverte da 3. Una reazione immediata è d’obbligo per la Fortitudo se vuole evitare che la partita si chiuda prima dell’ultimo quarto. E’ timida, ci si affida all’inventiva di Richardson senza successo, la effe fatica tremendamente ad attaccare il canestro mentre la freschezza avversaria spicca, +25 (34-59) a metà del terzo quarto. Convinzione solo emotiva quella biancoblu che non muove il punteggio, da segnalare il lampo da tre di Richardson, mentre continua a divertirsi la squadra di Caja: 39-64 a 3 minuti dall’ultimo quarto. Non succede altro nel terzo periodo, al di là del +30 toccato per un’azione da Reggio Emilia. 44-70 a 10′ dalla fine.

Gara in ghiaccio per la UNAHOTELS che può permettersi di osare e sperimentare qualcosa di più senza rischi, ritoccando le statistiche dei suoi interpreti migliori. Moto d’orgoglio, rimasto isolato, di Aradori: 50-75 a 5′ dal termine. Seguito solo qualche minuto dopo e svantaggio che scende sotto i 20 punti con le bombe dello stesso Aradori e di Baldasso. Attacco biancoblu caldo quando è troppo tardi. Da -20 a -10, che vale fino a un certo punto. Al Paladozza finisce 67-80. Altra sconfitta che segna il ritardo di condizione fortitudina. Non è ancora matematica l’eliminazione dal girone di Supercoppa anche se poco ci manca. Non si trattava certamente di un obiettivo però in qualche segnale più positivo si sperava.

La Fortitudo tornerà in campo giovedì 9 settembre, al Paladozza, contro Venezia, gara da dentro o fuori, nonostante in questo momento risulti davvero secondario.

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