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Fortitudo, Baldasso si presenta: “Una passione nata grazie a mio padre”

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“La Fortitudo è una passione che mi ha trasmesso mio padre Massimo da bambino, mio fratello ha giocato qui. Vi ringrazio per l’accoglienza, perché tutti mi hanno fatto una buona impressione, sono molto orgoglioso di tutto ciò”. Tommaso Baldasso, neo acquisto dell’Aquila, si è presentato questa mattina in diretta streaming sulla pagina ufficiale del club.

In primis, il suo legame con il club a livello affettivo: “Nel 2010 ero venuto a Forlì per un torneo, e andammo a vedere con mio padre gara-4 dei playoff, ero in Fossa dei Leoni, e ho seguito la Fortitudo anche quando giocava qualche partita in B anche dopo. Grazie di tutti i vostri messaggi, mi fanno molto piacere. La maglia numero 13? Nasce da Gary Schull, il “Barone”, mio padre me ne parlava spesso. Devo ringraziare anche Vincenzo Di Meglio, mio allenatore a Moncalieri, che mi ha dato una grande mano per crescere e migliorarmi. Abbiamo instaurato un bel rapporto che ha aiutato tutti e due a crescere. Non significa che quelli prima non abbiano fatto nulla per me, ma quei due anni prima di andare a Roma sono stati i più importanti e i più divertenti. Anche se l’anno prima di partire per Roma sono dovuto star fermo per un infortunio al dito”.  Passi comunque già compiuti, che gli hanno permesso di approdare in azzurro: “Vestire la maglia della nazionale è sempre bello, sin dalle giovanili. E quindi devo ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato alla Virtus Roma, per arrivare a questo obbiettivo”. 

“Conoscerò bene la squadra in questi mesi. Conoscevo Cusin, e anche un po’ Mancinelli. Sono giocatori molto forti, che hanno una bella carriera addosso. Cercherò di prendere il massimo da loro e dare tutto per giocare insieme a loro. Devo capire quello che mi chiederà il coach, e tutto ciò che serve per dare una mano ai miei compagni lo darò. Cercherò di adattarmi al meglio, con lo staff e tutti quanti, per dare una mano sia in difesa che in avanti e mettere davanti la squadra al singolo giocatore, che è la cosa più importante”. Su Baldasso non c’era solo la Fortitudo: “Sì, è vero, ma il progetto tecnico del club mi invogliava a venire qui. Ho dovuto dividere il tifo e la passione dalla parte lavorativa, a volte non è facile, ma il fatto che la Fortitudo non andasse bene in campionato, mi intrigava venire qui a dare una mano. Era una sfida che volevo accettare”. Dalmonte si è già fatto sentire? “Mi ha chiesto di essere me stesso, mantenendo le mie caratteristiche fuori e dentro il campo. Mi aiuterà a migliorare e cercheremo insieme di entrare al meglio possibile in un gruppo che lavora insieme già da vari mesi”.

Nativo di Torino, Baldasso ha un pensiero anche per le sue origini: “Sono molto legato alla mia città e alla mia famiglia, ho costruito rapporti importanti anche a Roma ma è bello pensare che quando si torna a casa ci sono persone che ti aspettano. Ho tenuto saldi i legami nonostante la distanza”. E Bologna, invece? “La conoscevo un po’ perché ho fatto vari tornei con le giovanili, mio fratello giocava a Imola lo scorso anno per cui spesso venivo a Bologna. Devo abituarmi e adattarmi a una città completamente diversa da Roma, ma a me piace girare e visitare molte cose, per cui avrò tempo di farlo”.

L’esordio già sabato con Cantù: “Sì, sarà una bella emozione. Cercherò in questi giorni di recuperare un po’ di feeling col campo che mi manca per cause di forza maggiore, per cui se esordirò sabato proverò a dare tutto ciò che posso dare in questo momento. Dal punto di vista difensivo ho ancora tanto da migliorare ma ho avuto già un bel progetto di crescita. Quando arrivai a Roma ero scarso a difendere, per cui sono migliorato. Ma devo anche far bene in altri aspetti del gioco, nella speranza di arrivare a una buona consapevolezza dei proprio mezzi nonostante sia avvenuto questo progetto di crescita”. 

Di tutti i compagni, una citazione particolare: “Fantinelli è un giocatore che stimo davvero tanto, è un ragazzo super, anche se lo conosco poco. Mi è sempre piaciuto per l’intensità, ho sempre avuto difficoltà a marcarlo soprattutto in post basso. E’ uno dei giocatori che stimo e apprezzo molto. Cercherò di integrarmi in modo molto umile, non sono una di quelle persone che vuole entrare a gamba tesa in qualsiasi situazione, perché credo sia sbagliato. L’umiltà è parte della mia persona”. Tommaso Baldasso giocherà con la maglia numero 25. Come mai? “Ho scelto il 25 perchè era il numero che avevo la prima volta che ho giocato a pallacanestro, per cui ho fatto un ritorno alle origini”. Anche nel rapporto con gli arbitri Baldasso è migliorato: “Non so perdere, non so accettare alcune cose, e da più piccolo ero meno tollerante. Ora non è così, anzi, quando ci vediamo fuori dal campo sono molto alla mano con loro”. Uno sguardo anche all’altra sponda di Bologna. Come vedi il ritorno di Belinelli? “Non entro nel merito della questione, ognuno fa le proprie scelte. Non conosco Belinelli, è un giocatore certamente fortissimo ma non sono nessuno per giudicarlo. I derby dal vivo non ho potuto vederli, ma se io penso al derby purtroppo mi vengono in mente quelli con Myers e Danilovic in campo, che sono stati comunque i più affascinanti”.

Chiusura ancora con i tifosi, che gli hanno consegnato una sciarpa prima della presentazione: “Li ringrazio, e spero di ripagarli in qualsiasi modo. La passione qui è la cosa più bella, incitare sempre la squadra sia in vantaggio che in svantaggio. E’ un popolo che si muove e tifa. Io per esempio che sono tifoso del Torino, il modo di vedere la squadra e il tifo è molto simile”.

 

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