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Fortitudo Bologna

Fortitudo brava a soffrire con l’Urania, al Paladozza finisce 75-66

La Fortitudo batte l’Urania Milano e la aggancia in classifica: dominante Gabriel, chirurgico Aradori

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Pietro Aradori durante Flats Service Fortitudo Bologna - Urania Milano crediti Valentino Orsini
Pietro Aradori durante Fortitudo Bologna-Urania Milano (©Valentino Orsini)

FLATS SERVICE FORTITUDO BOLOGNA 75-66 URANIA MILANO (21-20;18-25;20-16;16-5)

Flats Service Fortitudo Bologna: Bonfiglioli ne, Aradori 21, Gabriel 23, Battistini ne, Menalo ne, Bolpin 2, Panni 5, Cusin, Mian 3, Fantinelli 6, Freeman 15. All. Caja.

Urania Milano: Anchisi, Potts 13, Gentile ne, Amato 18, Bracale ne, Maspero 11, Leggio 6, Cavallero 11, Ndzie 2, Udanoh 5, Cesana. All. Cardani.

Qui le statistiche complete

Presente solo a onor di firma Gentile, Milano ci prova e sembra anche farcela fino al terzo quarto, prima che la furia di Kenny Gabriel si abbatta sul Paladozza. O lo ami o lo odi, si potrebbe azzardare, ma che gli vuoi dire a uno che ha sostanzialmente tenuto a galla l’Aquila e portato 2 punti in classifica? 23 punti e 12 rimbalzi, dominio totale nell’ultimo quarto, che insieme alle triple di Aradori hanno regalato l’aggancio dell’Urania verso i piani alti.

La cronaca di Fortitudo-Urania: primo tempo

Quintetti iniziali:

Fortitudo Bologna: Fantinelli, Bolpin, Mian, Gabriel, Freeman.

Urania Milano: Amato, Leggio, Potts, Cavallero, Udanoh.

Si potrebbero definire Gabriel vs Urania i primi minuti di gioco al Paladozza. L’ala grande infila il primo tiro della gara, poi, in sostanza, scaglia tutto quello che gli passa tra le mani nei primi 5′. Non si contano i pasticci da un lato e dall’altro, ma di colpo la partita si accende: si sveglia dal torpore Amato, che spara un perfetto 3/3 dalla lunga, ma a rispondere è un precisissimo Aradori, che buttato nella mischia da Caja finalizza tutto quello che gli passa tra le mani fino al sorpasso biancoblù, che chiude avanti nonostante la tripla a fil di sirena (21-20).

Secondo quarto dai ritmi molto meno intensi, si segna poco e il gesto atletico più eclatante è la stoppata in aria di Cusin su Udanoh. L’Urania rimette il naso avanti, approfittando di qualche buco di troppo nella difesa della Fortitudo. L’Aquila arriva anche a -9, terzo fallo per Gabriel (e tecnico per la panchina): la tripla di Aradori (già 18 punti) sblocca il tappo offensivo della Effe, ma è chiaro che serva ben più di questo per battere i meneghini.

Marco Cusin stoppa Udanoh durante Flats Service Fortitudo Bologna - Urania Milano crediti Valentino Orsini

Marco Cusin stoppa Udanoh durante Flats Service Fortitudo Bologna – Urania Milano (©Valentino Orsini)

Secondo tempo

Si risolleva un po’ per caso, un po’ per la sana ignoranza di Gabriel tra triple e rimbalzi, la partita dell’Aquila: in 3′ arriva un parziale di 12-3 che vale il sorpasso (51-48). Diventa una sfida dalla distanza e a metterci la firma è ancora una volta l’uomo di serata, Pietro Aradori, ma il controparziale di Milano permette ai Wildcats di andare in vantaggio 59-61 all’ultima pausa prima della sirena.

Con pregi e difetti, alla fine dei conti è Gabriel a tenere in piedi la Fortitudo al rientro in campo: stoppate, falli e canestri con annessi giri in lunetta, e la tripla del 65-64 grida: “I’m back”. Peccato che il resto, però, proprio non giri: quarto fallo di Fantinelli e poco, poco altro da tutto il resto del quintetto. Ci mette una pezza anche un buonissimo Panni, chiamato a tamponare la labirintite fantinelliana in regia, e in un modo o nell’altro a due giri di lancette ci si trova sul 71-64, non per caso, ma neanche per delle validissime ragioni. Fuori Udanoh per falli, +9 biancoblù con 100″ da giocare. La Effe regge bene gli ultimi sospiri milanesi, sirena e 75-66 finale. Di riffa e di raffa, ma di 2 punti si tratta.

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