Fortitudo Bologna
Fortitudo frettolosa, Rimini espugna il Paladozza 75-84
La Fortitudo conduce ma gestisce male nel quarto quarto, andando a perdere uno scontro chiave per accedere ai playoff

FLATS SERVICE FORTITUDO BOLOGNA 75-84 RIVIERABANCA BASKET RIMINI (27-26;15-19;23-11;10-28)
Flats Service Fortitudo Bologna: Costoli ne, Bonfiglioli ne, Vencato 3, Aradori 25, Gabriel 5, Battistini 2, Menalo ne, Bolpin 10, Panni 5, Cusin 4, Mian 8, Freeman 13. All. Caja
RvieraBanca Basket Rimini: Anumba 5, Grande 14, Tomassini 2, Conti 4, Masciadri 13, Marini 16, Amaroli ne, Bonfe’ ne, Robinson Jr 8, Johnson 17, Simioni 5, Camara. All. Dell’Agnello
No, proprio non ci siamo. Al posto di predicare la calma, la Fortitudo si squaglia nella fretta di vincerla e si fa superare nel finale da Rimini, bravissimo nel tenere le redini della sfida e di azzannare la giugulare dell’Aquila nel momento di maggior difficoltà. Orfana di Fantinelli, sì, ma chiaramente con le carte in regola per riuscire a portarla a casa, la Fortitudo ha un piede nella sua Fossa e un piede nei play-in, al momento apparentemente inevitabili.
La cronaca di Fortitudo-Rimini: primo tempo
Quintetti iniziali:
Fortitudo Bologna: Vencato, Bolpin, Mian, Gabriel, Freeman
Basket Rimini: Marini, Anumba, Robinson Jr, Johnson, Simioni
Concitati i primi minuti del derby, un botta e risposta costante tra squadre motivate a far punti. Biasimabile, però, la mollezza difensiva della Effe, chiamata a tamponare l’emorragia in regia data l’assenza di Fantinelli con un Vencato out da un paio di mesi. 8 di Mian e ne esce anche il controsorpasso dell’Aquila, annacquato un istante dopo da 5 punti consecutivi che convincono Caja a chiamare minuto per evitare di far saltare in aria l’area tecnica. Salta fuori comunque qualche altro obbrobrio difensivo, ma un po’ a suon di Freeman, un po’ per qualche altro indefinibile motivo, sulla sirena Panni spara la bomba da ben oltre la metà campo che vale il +1 (27-26) dopo 10′.
Cusin entra con la verve di uno che sta giocando l’All-Star Game e fa benissimo per l’umore biancoblù (paradossale, anagrafe alla mano), ma Rimini resta troppo preciso al tiro per pensare di riuscire a vincerla senza alzare un po’ i toni là dietro. Altri 5 di Rimini, ma i romagnoli devono fare i conti con un Cusin che verrebbe assoldato pure da Batman, non per fare Robin, ma per prendere direttamente il suo posto. Qualche stupidaggine di troppo, Rimini non approfitta dell’apparente nuova labirintite biancoblù in attacco e si va a metà partita sul +3 ospite (42-45).

Alessandro Panni (©Valentino Orsini)
Secondo tempo
Bomba e fallo per Bolpin, che firma l’immediato controsorpasso, ma ha inizio una saga di errori da mani nel capelli per la truppa biancoblù, la cui unica fortuna è l’abbassarsi delle statistiche dall’arco dei riminesi. 8 di fila di Aradori che risbloccano miracolosamente lo score e valgono il +6 biancoblù, il massimo sino a ora. Sembrano intorbidirsi le acque di Rimini e diventare più limpide quelle della Fortitudo, che pare, per la prima volta dal fischio d’inizio, finalmente in partita. Si riscuote la squadra di Dell’Agnello, tornando a bollare anche dalla lunga, poi Aradori sigla il 23esimo punto di serata sul gong del terzo quarto: 65-56.
Non è brava a giocare col cronometro la banda con l’aquila sul petto, troppo frettolosa davanti e sempre meno attenta dietro. Caja prova Battistini da 5 e alla fine dei conti tutto sto male non fa, ma la risalita di Rimini è rapida e pericolosa, tanto che a 4′ al termine Marini firma il -2. Troppi pasticci sotto le plance, troppi anche nelle retrovie e Rimini trova il nuovo vantaggio, pennellando il +3 a 2 giri di lancette. Due bombe di Marini, fatto contento qualcuno laggiù, 75-84, play-in, we are coming.
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