Fortitudo Bologna
Fortitudo non bella, ma che balla: Piacenza superata 72-62
La Fortitudo vince senza particolari sforzi contro Piacenza, fanalino di coda del campionato. Emozione per il ritiro della #20 di Douglas

FLATS SERVICE FORTITUDO BOLOGNA 72-62 ASSIGECO PIACENZA (21-13;21-16;16-18;14-15)
Flats Service Fortitudo Bologna: Thomas, Ferrucci ne, Vencato 7, Aradori 12, Battistini, Bolpin 14, Panni 3, Cusin 4, Mian 10, Fantinelli 9, Freeman 13. All. Caja.
Assigeco Piacenza: Gilmore 5, Gajic ne, Suljanovic ne, D’Almeida 1, Ciocca ne, Querci ne, Marks 8, Fiorillo ne, Bonacini 6, Serpilli 19, Bartoli 14, Filoni 9. All. Manzo.
Un istante per l’eternità. Con una nuova #20 che veglia, da adesso in poi, sulla Curva Calori, la Fortitudo saluta un ultima volta il proprio beniamino Ruben Douglas insieme alla mamma Johnie, i fratelli Russel e Ramon, la fidanzata Wendy, la figlia della fidanzata Paige e l’amico Austin. In realtà, il ritiro della maglia dell’eroe dell’ultimo scudetto biancoblù è quasi il valore unico del prezzo del biglietto: la truppa di Caja non brilla, ammorbidita dalla pericolosità relativa degli ospiti. La Fortitudo archivia senza particolari sforzi (ma anche senza particolari meriti) la pratica Piacenza, mettendo il sigillo già dalla seconda metà del primo quarto. Meno brillante del solito, ma va bene così: arriva un’altra vittoria per la squadra di Caja.
La cronaca di Fortitudo-Piacenza: primo tempo
Quintetti iniziali:
Fortitudo Bologna: Fantinelli, Bolpin, Mian, Battistini, Freeman.
Assigeco Piacenza: Filoni, Bartoli, Serpilli, Marks, D’Almeida.
Non c’è lo stesso spettacolo della bellissima cerimonia appena terminata sul parquet del Paladozza nei primi minuti di gioco: qualche ingenuità di troppo da entrambi i cinque di partenza, particolarmente freddi da vicino e lontano al canestro. Dopo 3′ e mezzo si è visto solo un tiro a buon fine per parte, ma Piacenza, dopo l’inchiodata di Filoni, convince uno sbuffante Caja a chiamare minuto e strigliare i suoi, rei di una partenza sottotono. Le parole del coach svegliano l’Aquila, che un po’ con la vena di Aradori e un po’ con la solita inventiva immaginifica di Fantinelli riesce a sbloccare il tappo offensivo. Il ferro si allarga progressivamente per la Fortitudo mentre Piacenza inizia progressivamente a non capire più nulla del gioco biancoblù: 21-13 dopo 10′.
Cose carine dal buon Vencato al rientro in campo, con la Effe che domina a rimbalzo e continua a ferire da ogni lato. Primi minuti anche per Donte Thomas, voglioso di rendere il proprio battesimo biancoblù il più lieto possibile. Piacenza non si tira indietro, continuando a pungere la squadra di casa, facendo leva principalmente su Serpilli, anche se senza particolari prodezze. La Flats Service non riesce comunque a scollarsi di dosso i cugini piacentini, caparbi nel restare incollati alla schiena biancoblù. Si va negli spogliatoi dopo la bomba sulla sirena di Mian, sul 42-29.

Matteo Fantinelli ©Valentino Orsini
Secondo tempo
Piacenza riprende coraggio e leva la doppia cifra di distacco dal tabellone con la complicità di qualche highlight di Serpilli (27). Inferocito Caja, non contento della morbidezza con la quale i suoi sono rientrati sul parquet, e arriva il quarto fallo per Mian, tra i più prolifici per la Fortitudo. Si spegne tuttavia minuto dopo minuto la vena agonistica di Piacenza, sempre più in difficoltà davanti a una Effe sicuramente lontana dalla sua forma migliore, ma in controllo. Tempo per soliti 4 punti di Cusin e qualche stabellata da entrambi i lati: la penultima sirena suona sul 58-47.
Si addormenta progressivamente la partita, con Piacenza che spara a salve mentre la partita di Freeman assume concretezza (doppia doppia). Altra schiacciata per Filoni, quasi un’oasi nel deserto viste le statistiche disastrose degli ospiti. Piacenza riesce ancora, senza particolari meriti, a riportarsi sul -9. Ci sarebbe anche il tempo per provare una rimonta per la truppa di Manzo, ma silenziosamente sistema Aradori, aiutato da qualche rimbalzo chiave di Freeman, e la Effe può chiudere senza particolari patemi.
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