Fortitudo Bologna
Hic Sunt Leones – Cagnacci e leoni
Hic Sunt Leones – Tra Pesaro, Aradori, il ginocchio di Gabriel e Giordano: la Fortitudo, in questo tran tran, si prepara a Udine
Hic Sunt Leones – 2025, quindi. Un anno nuovo per tutti e un anno nuovo anche per la Fortitudo Bologna, che si lascia alle spalle definitivamente l’avvincente stagione 2023/2024, preparandosi a rimboccarsi le maniche per la seconda parte dell’annata 2024/2025. L’anno non si è concluso, sportivamente, nella maniera migliore. Nella spettacolare piazza di Rai 2 l’Aquila ha sbattuto la testa contro un Pesaro (e soprattutto un Ahmad) in forma smagliante.
Un po’ per meriti altrui, un po’ per sfiga, un po’ per qualche pasticcio, la squadra di Caja si è presentata al brindisi di Capodanno con un’amarezza da digerire insieme al limoncello. Nulla di tragico, s’intende. Ed è di oggi un’altra notizia, il primo saluto in casa biancoblù: Giordano ringrazia e passa a Mestre, in B, riavvicinandosi a casa e cercando maggior continuità.
Hic sunt leones, ma anche cagnacci
Vedendo il bicchiere mezzo pieno, si può dire che alla Vitifrigo Arena si è rivista una vecchia conoscenza che era mancata l’aria al mondo biancoblù: Pietro Aradori. Il numero 4 ha predicato nel deserto o quasi, rendendo concrete a sprazzi le uniche minime possibilità di rimonta nelle fasi più complicate della sfida. Si erano visti barlumi del buon vecchio Pietrone anche nelle sfide precedenti, detto che Caja aveva saggiamente deciso di approfittare col contagocce dei minuti del suo cecchino.
A Pesaro, finalmente, il cosiddetto “cagnaccio” ha ritrovato quel ritmo al tiro che lo ha reso così a lungo la mina vagante offensiva per qualsiasi squadra. Bombardamenti costanti, spesso anche forzati, che hanno ad ampi tratti fato credere alla Fortitudo di poter riavvolgere il nastro di una partita quasi completamente compromessa. Se c’è qualcuno che ha chiuso l’anno in fiducia, senza dubbio è proprio Pietro Aradori. Dunque, bentornato, Pietrone.
Ciao Giordano, grazie di tutto!
Notizia fresca fresca è il saluto di Giordano alla Fortitudo Bologna. Il play, reduce da un anno e mezzo di luci e di ombre, si sposterà a Mestre, dove in serie B cercherà maggior continuità rispetto a quella avuta all’Aquila. Un saluto doloroso per tanti versi, dato che Nicola si era fatto apprezzare da tanti per l’impegno e la grinta che metteva sia in allenamento che in partita. Catapultato in una piazza storica e ambiziosa, probabilmente la posta è stata troppo alta per il giovane tutto cuore che ha certamente ampi margini di crescita data la giovane età.
L’avvio difficile lo scorso anno, lo scambio con Treviglio che lo coinvolse insieme a Giuri, la scelta della società di preferirlo al play brindisino, convocandolo al raduno di quest’estate. La partita contro Cento, dove si trasformò per 40′ in Nicola Jordan, e le ultime, difficili uscite, soprattutto quando la posta in palio si alzava parecchio. La sua assenza a Pesaro, in concomitanza con l’arrivo di Luca Vencato, ha lasciato intendere la vicinanza del momento dei saluti.
Il discorso Kenny Gabriel e Udine
Un regalo di fine anno che si è fatta la Fortitudo è la certezza che al ginocchio di Kenny Gabriel non sia successo nulla di grave. Veder uscire zoppicando l’ala forte a stelle e strisce è stata probabilmente la mazzata psicologica definitiva per i biancoblù. Perdendo uno dei fulcri del proprio attacco, peraltro non particolarmente brillante nel pomeriggio di domenica, l’Aquila si è avvilita, cercando solo di evitare che la forbice si aprisse più di quanto già non fosse.
Il 2025 porta con sé nuovi e buoni propositi e uno di questi deve certamente essere quello di provare a battere Udine, che arriverà al Paladozza domenica 5 gennaio. Quella friulana è probabilmente la squadra più in forma del momento, reduce da una scalata verso la vetta che l’ha appaiata a quota 28 punti all’a lungo capolista Rimini. Una montagna da scalare che non potrà certo essere vinta solo dal famoso effetto Paladozza, ma dalla reazione della squadra biancoblù all’ultima deludente uscita contro Pesaro.
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