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Hic Sunt Leones – Confermare o ribaltare la situazione

Hic Sunt Leones – Fortitudo efficace anche se non brillante contro Milano. 6 partite per riuscire a conquistarsi un posto ai playoff

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Hic Sunt Leones Fortitudo
Hic Sunt Leones (©Luca Feletti)

Hic Sunt Leones Mea culpa, chi scrive è nata negli anni Duemila, quindi al nome Wildcats pensa solo a una cosa: High School Musical. Detto che non c’è la pretesa di paragonare il Paladozza alla East High School e l’aspettativa non è quella di vedere Caja e compagnia cantare e ballare sulle note di Get’cha Head in The Game (anche se, perchè no?), si può dire che l’epilogo del film icona del 2006 (i Wildcats che battono in trionfo i West High Knights) è stato diverso rispetto a quello di mercoledì sera: i Gatti Selvatici perdono, a vincere è l’Aquila. E a fare da Zac Efron (o da Troy Bolton che dir si voglia) è stato un certo Alessandro Panni. Ma ci torneremo.

Hic Sunt Leones – Tra il bianco e il nero, qualche grigio

Chiusa la parentesi di un’ex amante del miglior musical della storia del cinema, parliamo anche di basket. Alla fine dei conti non si sono visti i fuochi d’artificio di Udine o la Fortitudo spenta e arruffata di Torino, ma, tirando le somme, con tre o quattro ingredienti è venuto fuori un discreto piatto. Magari non stellato, ma che alla fine dei conti ti lascia sazio e appagato. E forse anche con la voglia di fare la scarpetta. D’altronde, fino all’altro ieri L’Urania è sempre stato avanti alla Effe, se non nel periodo di dominio di gennaio. Non che tutto nella preparazione sia andato alla perfezione, in primis dalla panchina: Menalo e Battistini a sventolare asciugamani per tutti i 40′, prestazioni non del tutto convincenti per alcuni che di solito ne ciccano davvero poche, tanti tiri presi, diversi tiri sbagliati.

Alessandro Panni, tra i migliori in campo contro l'Urania Milano crediti Valentino Orsini

Alessandro Panni, tra i migliori in campo contro l’Urania Milano (©Valentino Orsini)

Bet on it

Come dicevamo, non è ancora il momento di vedere il buon Caja guidare le danze insieme ai suoi giocatori a mo’ di musical. Però, tutto sommato, si può dire che per certi versi San Caja le gambe dei suoi giocatori le muova davvero, soprattutto in difesa, inopinabile chiave della vittoria contro i Wildcats. E allora, come non citare Alessandro Panni che, come un fratello maggiore che ti ha appena riempito di botte e cerca di convincerti di non andare dalla mamma con la testa spaccata, ha tenuto al guinzaglio il giocatore più in palla dell’Urania, Amato. Chiamato a tamponare i 4 falli di Fantinelli, l’ex Ferrara ha dato ancora una volta prova del proprio valore e del proprio cuore biancoblù. Bet On It, citando ancora la Bibbia dei musical.

Detto questo, ovviamente, probabilmente l’epilogo sarebbe stato diverso se la coppia formata da Gabriel e Aradori non avesse sparato verso il ferro, in sostanza, più o meno tutto quello che gli è capitato tra le mani. L’ala grande americana ha abituato sin dal suo arrivo a statistiche supersoniche in parte annacquate da un paio di decine di tentativi in più rispetto a una media standard, ma alla fine dei conti, se non la vinci così, probabilmente non la vinci nemmeno. Discreta timidezza per il resto del campo, senza salti mortali anche se, a onor del vero, senza nemmeno particolari disastri. Alla fine gioisce anche Caja, bene, bravi, bis.

Kenny Gabriel (©Valentino Orsini)

Kenny Gabriel (©Valentino Orsini)

Confermare o ribaltare la situazione

Agganciata al gruppone delle quarte (ma con una partita in più di Urania e Rieti), la Fortitudo avrà la ghiottissima occasione di mettere in cassaforte un altro paio di denari prima del “Vuotare le tasche“. A distanza di soli 2 punti da Cantù e Rimini (roba che qualche mese fa sarebbe sembrata un sogno lontano), mancano 6 partite per, come si suol dire, confermare o ribaltare la situazione.

Non che la Fortitudo abbia avuto particolari fortune nel calendario, dato che, nelle prossime 6 settimane, ci sarà da darsi da fare: dopo la sfida interna col Nardò (contro il quale si può ricordare che iniziò il lungo periodo di difficoltà) nell’ordine si incontreranno Udine, Cividale, Forlì e Rimini, prima di chiudere al Modigliani di Livorno, al momento in piena lotta playout. Nulla è deciso, perché manca ancora il mio voto direbbe Borghese. Nulla è deciso, perché mancano ancora 65 partite in tutto, diremmo noi.

Non la più fortunata delle chiusure di calendario, certo, soprattutto tenendo conto della flessibilità della classifica e della quantità smisurata di pretendenti per un posto playoff. Cercando di evitare la tagliola play-in, la Effe dovrà ragionare una giornata alla volta. Adesso la priorità è quella di battere Nardò, che bazzica dalle parti del penultimo posto, lontano il giusto da Piacenza ma con uno scontro diretto in programma che potrebbe mettere a serio rischio i pugliesi. Provando a dimenticare la partita d’andata (o tenendola ben chiara a mente per evitare di ripetersi), al momento Nardò rappresenta la più pericolosa avversaria per l’Aquila. Nella spettacolare cornice dei 55 anni della Fossa dei Leoni, servirà mettere un piccolo tassello in più per conquistarsi e prepararsi alla bolgia della postseason. Poi, si vedrà.

Hic Sunt Leones ©Fortitudo Bologna Pallacanestro 103

Hic Sunt Leones (©Fortitudo Bologna Pallacanestro 103)

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