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Fortitudo Bologna

Hic Sunt Leones – Fortitudo, gambe in spalla, si comincia

La Fortitudo si prepara, dopo la vittoria della SuperCoppa, a iniziare la propria stagione: primo appuntamento con l’Urania Milano

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Hic Sunt Leones Fortitudo
Hic Sunt Leones, Fortitudo (©Luca Feletti)

Eccoci di nuovo pronti a parlare di Fortitudo. Mettiamo pur da parte la SuperCoppa. Un buon inizio, sì, ma è bene non guardare al trofeo come qualcosa di diverso rispetto a un torneo ufficiale di precampionato. Anzi, si potrebbe definire una bella iniezione di fiducia per la banda di Cagnardi. Piedi per terra, però. La scampagnata a Livorno è stata l’atto finale di una preseason principalmente di luci, che ora devono, però, trasformarsi in quelle della ribalta. 

Una SuperCoppa che dà fiducia

Diamo a Cesare quel che è di Cesare, o meglio, a Cagnardi quel che è di Cagnardi: un trofeo in più fa sempre bene. Anzi, fa benissimo, dato che la gestione Tedeschi ha aperto per la prima volta la bacheca per infilarci la prima coppa di questa Fortitudo. Una bella iniezione di fiducia, appunto.

Ciò che è importante adesso, però, è non trasformare questa fiducia in eccessiva confidenza. Di formazioni che hanno qualcosa da dire, in questa stagione, ce ne sono. Lo ha detto qualche giorno fa Cagnardi: almeno 10 squadre puntano alla promozione. Gambe in spalla, dunque, si comincia. 

Di cose buone se ne sono viste. Certo, ciò che più è saltato più agli occhi durante il weekend livornese è stata la prepotente, esagerata qualità dall’arco. É vero che Gabriel talvolta ha fatto, per così dire, storcere il naso impuntandosi dalla distanza, ma è vero anche che, guardando alle statistiche di Mian o Bolpin, questa Fortitudo ha davvero molte frecce al proprio arco a 6,75 m dal canestro. E mancano ancora Aradori e Panni, due chirurghi da quella distanza.

Quello che è bene ricordare, tuttavia, è che non sarà sempre così: statistiche del genere non possono essere la regola in stagioni come quella alle porte. Anzi, non possono essere la regola e basta. Quindi, è bene guardare a soluzioni diverse dalla pioggia di bombe che ha entusiasmato il Modigliani Forum per due giorni.

Forse il bello della squadra di quest’anno sarà proprio il non potersi aspettare quale sarà il protagonista della serata. Su Stadio lo ha ribadito anche lo stesso Mian: una sera, Gabriel, una sera io, la prossima serata, chi lo sa. Il giocatore nativo di Gorizia forse ha poi forse calcato un po’ troppo la mano, parlando di una promozione alla portata? Beh, perché no?, verrebbe da dire. Ci sono una decina di squadre che, sulla carta, ci sperano. E allora perché non lasciar sognare in grande anche la Fortitudo? Di bendidio, tra le file biancoblù, ce n’è. Ora tocca a Cagnardi “cucinare” a dovere questa Fortitudo per ricevere la stella Michelin.

Identità Fortitudo

Sotto il fronte americani sembra che la Effe possa dormire sogni tranquilli. Se da un lato Gabriel ha dimostrato di avere le qualità e il carisma non solo per fare la differenza sul parquet, ma anche per essere un leader, Freeman continua ad essere quello che ha tanto ben abituato nella stagione passata. Cuore, muscoli, grinta: l’urlo di The-Show Freeman il Paladozza lo conosce bene. Il duo a stelle e strisce sembra avere le qualità per poter fare non solo la differenza, ma soprattutto per mettere in campo il giusto equilibrio che deve regnare in una squadra dai meccanismi così nuovi.

Nuovi per modo di dire, dato che ci sono ancora ben 5 dei protagonisti della passata stagione, anche se due ancora fermi ai box. Alcune cose, però, sono cambiate, come l’apporto dalla panchina, la disponibilità in regia, le energie sotto al canestro… Insomma, il meccanismo va ben oliato e lucidato, ma non sembra proprio avere già bisogno di revisioni. Questa squadra, come confermato da Cagnardi, ha già un’identità. Serve affinarla, curarla, incrementarla. Questo gruppo, però, gioca con le idee chiare.

Iniziare la stagione tra le mura amiche avrebbe avuto un sapore, probabilmente, molto diverso. Vuoi perché il Paladozza è il Paladozza, vuoi perché sui muri in Piazza Azzarita c’è ancora l’odore di quella Gara-4 così amara, vuoi che gli abbonamenti stanno andando a ruba, indice dell’entusiasmo che si cela dietro a questa stagione. Il 29 settembre si andrà a Milano, poi di nuovo in trasferta, in viaggio verso Rimini.

Ma va bene così, anche perché il giorno del grande ritorno a casa che è stato posticipato un po’ più in là (esattamente mercoledì 9 ottobre) per lasciare spazio a un altro piccolo pezzo di storia, il Bologna ad Anfield. In fondo, la stagione è lunga, anzi, lunghissima. Di tempo per divertirsi ce ne sarà parecchio.

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