Fortitudo Bologna
Hic Sunt Leones – I Boston Celtics
La Fortitudo supera anche Avellino: ora serve migliorare il bilancio in trasferta, sinora disastroso. Domenica si gioca a Vigevano
Hic Sunt Leones – Avessero detto, qualche settimana fa, che le ultime due uscite della Fortitudo avrebbero avuto lo scarto che raccontano le sfide negli ultimi 4 giorni, probabilmente in pochi ci avrebbero creduto. Non per il valore della squadra, non perché, chissà, c’era la luna piena o perché gli astri non erano ben allineati, ma semplicemente perché la Effe degli ultimi giorni sembra aver appallottolato quella di prima e di aver fatto canestro nel cestino. No è ancora il momento di ammazzare il vitello grasso, brindando a una squadra con un piede in serie A. Ma, sicuramente, è il momento per le altre squadre di guardare la Fortitudo con occhi diversi.
Anche Avellino a terra: hic sunt leones
Chissà se Caja ha un joystick segreto con il quale pilota i biancoblù davanti e dietro. No, tranquilli, nessun trucco, perché se c’è una cosa che era veramente mancata ai fortitudini, oltre a una squadra che vince costruendo il gioco da dietro, erano proprio le famose lavate di capo che l’artigliere Caja regala ogni tanto dalla panchina. Un vero show, che attualmente sembra pagare e non poco in risultati i biancoblù. Persino uno come Battistini, che fino a poco tempo fa vagava spaventato per il campo, sembra aver recepito il messaggio del coach pavese. Sveglia. E la sveglia è suonata, dato che l’ex Vigevano ha giocato, come domenica, una partita vibrante, commettendo anche errori, certo, ma meno assonnata del solito. Anche Giordano, uno di quelli seduti in prima fila al banco degli imputati, l’anno scorso, potrebbe aver strappato il 6 in pagella nel registro del severissimo Caja (anzi, dai, di sicuro).
Correre, correre, ogni partita è decisiva. Avanti un’altra, quindi. Nemmeno Avellino si è rivelata una squadra NBA (anche se il richiamo ai Boston Celtics sulla divisa ha un che di nostalgico-futuristico impossibile da non apprezzare), ma, dati alla mano, occupava insieme alla Effe la medesima piazza in classifica. Serata storta per loro? Serata perfetta per l’Aquila? L’una non esclude l’altra. E poi, col Paladozza pieno come ieri viene tutto più facile (non sold out, ma quasi). Facile fare i fenomeni in casa propria, direbbe qualcuno, ma effettivamente non gli si potrebbe che dare completamente torto.
Il problema trasferte
Se ne parlò a inizio anno: a fare la differenza sarebbero state le trasferte. Così, sulla carta, al momento è proprio la verità. La Fortitudo è capitolata una volta sola in casa propria nel suicidio contro Torino e solo una volta è uscita vincente in trasferta, in quel di Cremona. Sino a ora il percorso in casa è stato praticamente netto in positivo (5 vittorie), mentre quello in esterna praticamente netto in negativo (6 sconfitte). Un bel (quasi) 50-50 a quale si aggiungono un paio di scivoloni da mani nei capelli, primi tra tutti quelli contro Nardò e Rieti, in mano all’Aquila fino a una manciata di minuti alla fine. Ora, effettivamente, con Caja ci sarà la prova del 9. Se c’è qualcuno che potrebbe invertire l’andazzo fuori casa, sinora completamente insufficiente, è il nuovo (sempre per dire) coach Fortitudo, uno di quelli che l’anno scorso ha fatto della pericolosità fuori casa la sua arma principale, portando la Effe in finale playoff.
Il piatto offre Vigevano, che non viaggia in prima classe e nemmeno in seconda. 4 vittorie all’attivo, si dibatte nella mischia delle penultime (dove fino a due partite fa si trovava anche la Fortitudo). Un campo caldo, con un popolo appassionato, come ribadito da Caja in conferenza stampa ieri sera. Di robina bella se n’è vista, ma da limare ce n’è altrettanta. Buone cose offerte dal menù Menalo, che appare lontano dal ragazzone con fare sgraziato che è arrivato alla Effe un mesetto fa. Chef e sous chef sono ancora una volta Fantinelli e Gabriel, affiancati da un Bolpin letteralmente rinato dal ritorno di Artiglio sulla banca biancoblù. Ma sarebbe ingeneroso omettere qualcuno, perché ieri sera si è finalmente rivista la squadra che la Fossa stava aspettando. Aspettando, come accaduto, Panni, che ha finalmente lavato via qualche scoria di dosso, beccandosi un applauso al ritorno in panca che al tempo sarebbe stato riservato solo a gente come Myers o Basile. Roba da Fortitudo. Hic sunt leones.
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook