Fortitudo Bologna
Hic Sunt Leones – Il ragazzaccio e i suoi ragazzacci
La Fortitudo insacca 2 punti fondamentali a Vigevano. Sulle ali dell’Aquila, ora si pensa a Piacenza, ultima in classifica
Hic Sunt Leones – Anche in Emilia-Romagna ci sono sempre state le solite scaramucce territoriali, ma è da dire che anche in Lombardia non si scherza. Premesso che non c’è l’intenzione di avventurarsi nella selva di dichiarazioni post gara tra Vigevano e Fortitudo, non si può non dire che ad Attilio Caja il ruolo di bad boy non calzi a pennello.
Hic sunt leones, finalmente
Bene, chiusa subito la parentesi “capoluogo e provincia”, che sicuramente ha appassionato di più delle vicende del bolognese di turno preso di mira dall’Illustrissimo Antonini in terra siciliana. A prescindere dalle accuse di flopping, dalla pioggia di tecnici e dalle dichiarazioni accese nel post gara, la Effe porta a casa la terza partita del Caja bis, mette nel sacco 2 punti in trasferta su un campo che viveva la partita con l’Aquila come Livorno-Milano dell’89 e torna a Bologna con il sorriso a 32 denti di chi si è definitivamente lasciato alle spalle le scorie della crisi. Facciamo una lista delle sventure ancora in atto della Fortitudo: Sabatini out, Cusin fuori per altre due settimane almeno, Aradori più no che sì (0′ in campo domenica), Panni ancora perso nei meandri di sé stesso e Battistini che, per una che ne fa, altre 10 ne combina.
Eppure, sembra che nonostante l’elenco abbastanza nutrito di guai che passa la Fortitudo, quel che si vede è ben altro. A Gabriel è definitivamente passata la “svoglite” dei primi tempi, oppure è possibile che Caja, munito di stampante 3D, abbia creato una copia perfetta dell’ala americana, rinchiudendo l’originale negli scantinati del Paladozza (e lasciandogli da mangiare solo il famoso buffet antoniniano, restando in tema). Considerando più probabile la prima delle due opzioni, ora finalmente l’Aquila ha un fuoriclasse sul quale contare. La prestazione a Vigevano è da 8, punto. Già nei primi minuti vedere lo statunitense non scegliere l’opzione dalla lunga, preferendo trovare compagni più liberi di lui, mette in evidenza come dal liceo si sia passati finalmente all’università. Per l’alloro ci vorrà un po’, ma il diploma, intanto, lo abbiamo preso. E dire che all’inizio il ragazzaccio sembrava che non avrebbe nemmeno finito la scuola…
Una squadra nuova?
Servirebbe un po’ più di spazio per commentare tutto quello che si è visto in campo nelle ultime sfide, a partire da un Bolpin versione terminator, ora imprescindibile in campo, per arrivare a un gioco più bello, fluido, aggressivo, dove chi gioca spende e si spende. E, certo, tenendo conto che fuori ci sono due signori come Aradori e Sabatini, insieme ai quali si trova l’unico vero cambio di Freeman, meno in vista ma sempre imprescindibile, l’impressione è che al momento stiamo vedendo solo un antipasto di quello che il villain alla guida della Effe ha in serbo per la seconda metà di stagione.
Anche uno come Menalo, arrivato in corsa senza aver stupito particolarmente nelle prime uscite (anzi), sembra argilla che, quando Artiglio avrà finito di lavorarla, potrebbe avere una forma splendida. Poi, Mian: perso tra sé e sé ad inizio stagione (sembrava dimenticata la palma di MVP in SuperCoppa), decisivo domenica. Un altro di quelli seduti in ultimo banco che ha iniziato ad apprezzare la cattedra. 21 punti, solo retina. Un monologo, il suo, a Vigevano.
3 vittorie, delle quali una in trasferta, il vero tallone d’Achille in questa stagione. Come nuovo inizio, poteva andare peggio. Detto che la crisi sembra alle spalle, proviamo a guardare, timidamente, la classifica, cosa che sino a questo momento avrebbe spezzato troppi cuori biancoblù. Al momento la Fortitudo ha i conti pari (7 vittorie e 7 sconfitte) e occupa la perfetta metà della classifica, il decimo posto, insieme a Torino e Orzinuovi. In cima all’Everest c’è ancora Rimini, inseguita dal Cividale del Pilla, in accoppiata con Udine. Troppo tardi per guardare in alto? Detto che Rimini non accenna minimamente ad abbassare il ritmo, così come le dirette inseguitrici, non sono questi i problemi che devono attanagliare la Fortitudo al momento.
Prossima sfida: Piacenza
Piacenza. Ora si pensa a Piacenza. Non certamente sugli stessi gradini di Rimini o Cividale, dato che gli emiliani sono in fondo alla classifica con 2 sole vittorie all’attivo. Una di quelle partite che si rischia di approcciare con lo stesso atteggiamento di Davide contro Golia, solo che: a) la Fortitudo di certo non si può definire Golia, dato che giusto due settimane fa ci si strappava le vesti per capire come uscire dalla crisi; b) Piacenza non è certo Davide, a maggior ragione in un campionato equilibrato come questo; c) la Fortitudo è nota per questo genere di scherzetti, dove si vince con la prima e si perde con l’ultima. E sinora non si è vinto nemmeno con le prime.
Con Caja squalificato (così come l’altro bad boy, ma meno bad, Pansa), speriamo che la bevanda segreta alla Jordan (o meglio, alla Artiglio) resti in circolo ai fortitudini. Ma hic sunt leones, quindi è bene avere fiducia.
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