Fortitudo Bologna
Hic Sunt Leones – Le proverbiali “sfighe”
La Fortitudo si prepara a una sfida molto complicata contro Forlì, soprattutto data la situazione infermeria
Hic Sunt Leones – Essere in antitesi con la propria storia è sempre un rischio. La Fortitudo, sabato sera, invece, ha rispettato quella che è sempre stata, dall’alba dei tempi, la “maledizione” biancoblù. Piacenza, ultima in classifica, a caccia di punti. L’Aquila, in fiducia, 3 vittorie consecutive. Non è difficile indovinare il finale. In piena regola con l’essenza ed esistenza Fortitudo.
Scherzi a parte, la prima sconfitta del Caja bis lascia meno scorie del previsto, un po’ per i “bonus” che ha l’allenatore biancoblù (sostanzialmente infiniti) un po’ per la situazione infermeria che sta letteralmente massacrando la Effe ultimamente. La Flats Service, nonostante il finale, ha giocato una partita discreta, dove sostanzialmente nel finale è mancata la benzina nelle gambe che ha permesso, non più tardi di una settimana prima, di portare a casa il complicato incontro con Vigevano. Hic sunt leones, anche quando non c’è diesel. Ma i guai, come scritto poche righe fa, sono solo iniziati in casa Fortitudo.
La conta infermeria: si aggiunge Menalo
Infermeria. Tenendo conto delle scorie che l’intervento alla vigilia del campionato ha lasciato a Panni, la conta dei giocatori che per un motivo o per un altro sono rimasti ai box, da inizio anno, sembra pressocché infinita. Con Aradori (auguri!) a distanza di mesi da quella dannata Gara-1 contro Trapani ancora a singhiozzo, Cusin operato infortunato al menisco, Sabatini che probabilmente ha finito la propria stagione… E ora Menalo col dito rotto. Il tutto con l’assenza nella prima giornata di Mian (sempre più alto nelle gerarchie, autore nelle ultime uscite di prestazioni incredibili), Panni, appunto, spesso “fuori servizio“, il tutto con un cambio allenatore in corsa. Le proverbiali “sfighe” Fortitudo.
Solo gli stupidi piangono sul latte versato, e tra le varie disgrazie che stanno piovendo nell’orbita fortitudina, nella tempesta è precipitata anche una meteora “fortunata”: Attilio Caja. Sicuramente l’ultimo di quelli che cercano scuse, considerando che lo scorso anno ha sostanzialmente trascinato una squadra formata da titolari in finale playoff. Considerando il carattere e le capacità di tirare fuori ragni dal buco del tecnico pavese, tirare i remi in barca probabilmente è l’ultima delle cose che il mondo Fortitudo vedrà fare ai propri beniamini. Gambe in spalla, dunque, perché se la salita si fa più ripida, i moschettoni vanno agganciati molto bene.
Hic sunt leones: è il momento di venire fuori
Considerando la lista di assenti nella banca biancoblù, sarà bene che alcuni elementi in casa dell’Aquila tirino fuori le frecce che fino a questo momento hanno più o meno tenuto nascoste. Dall’inizio stagione Fantinelli e Freeman stanno tirando avanti la carretta, autentici leoni e veri trascinatori della squadra. In corso d’opera, con l’arrivo di Artiglio, sembra che anche a Bolpin, Mian e soprattutto Gabriel sia arrivata la famosa scossa che era tanto mancata in avvio. E peccato per Sabatini, forse l’acquisto estivo che stava rendendo con più continuità. Ma la conta, ovviamente, non può fermarsi a 5. Per arrivare in fondo c’è bisogno di tutti.
All’appello manca sicuramente Panni, che quando riuscirà a vincere i propri fantasmi tornerà ad essere il giocatore dello scorso anno. Anche Battistini ha offerto solo una piccola parte di quello che potenzialmente l’ex Vigevano potrebbe dare. Un po’ per il ruolo, un po’ per la stazza, l’ex Vigevano fatica enormemente a trovare un suo posto nell’orbita Fortitudo, che ha ancora grandi aspettative su di lui. Con Cusin fuori da ormai un pezzo e Menalo, unico paragonabile in quanto a centimetri, operato al dito, all’ala grande toccheranno un po’ di straordinari che ammettono meno errori rispetto a quelli visti sinora. A Battistini servirebbe ulteriore tempo, ma questa Fortitudo ora di tempo non ne ha. Giordano: con Sabatini fuori gioco, il boccino del playmaking passa al giovane tuttocuore, che dovrà imparare a convertire la voglia di fare in palloni utili alla squadra.
Forlì: la Fortitudo si misura la febbre
L’emergenza che più emergenza non si può (ma, per sicurezza, toccheremo ferro) si concretizza proprio nella settimana meno adatta, una di quelle partite da grandi, una di quelle partite che hanno un peso specifico sulla stagione. La Fortitudo ha da riscattare qualche brutta figura fuori casa, soprattutto contro le cosiddette big, e in casa non vuole e non può permettersi di sbagliare. Sabato sera arriva Forlì, una di quelle clienti scomode, rognose, contro le quali per un motivo o per un altro fino all’ultimo non si può avere l’ultima parola. Forse la prima vera sfida con la S maiuscola dal ritorno di Caja, fermo restando che in un campionato del genere nessuna partita può considerarsi facile (vero Fortitudo?).
L’ultimo incontro tra le due ha sorriso alla Fortitudo, in quella lontanissima semifinale di SuperCoppa che sembra solo un felice ricordo. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Se la passa sicuramente meglio Forlì, che bazzica dalle parti del quinto posto a quota 18 punti. Misurati la febbre, Fortitudo. Magari la temperatura sarà più alta di quello che ti aspettavi. D’altronde, questo campionato sta dimostrando che nessuna montagna è troppo ripida da non essere scalata. E, soprattutto, hic sunt leones, quindi è vietato trovare scuse, anche quando la ruota sembra girare nella direzione sbagliata.
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