Fortitudo Bologna
Hic Sunt Leones – Ogni città qualche guaio ha
Hic Sunt Leones – La Fortitudo deve risollevarsi dopo il tris di sconfitte, ultima delle quali a Torino. Ora la pausa per il rinvio con Milano

Hic Sunt Leones – “Volevo essere un duro, ma sono solo la… Fortitudo”, avrebbe cantato Lucio Corsi in spogliatoio a Torino per provare a risollevare musi lunghi che toccavano terra. Un immagine che ricorda un po’ il Cantagallo di Robin Hood, intento a consolare i compari in difficoltà: “Ogni città qualche guaio ha, ma qua e là c’è serenità…“. É interessante infatti vedere come in un campionato come questo si siano impantanati quasi tutti, e come basti un amen per passare dall’Olimpo agli Inferi, anche se, per fortuna, la Effe ha un tesoretto di punti (frutto di un gennaio, appunto, alle stelle, e in generale della gestione Caja) che le permette tuttora di navigare ancora in acque chete (o quasi). La tempesta arriva sempre di sorpresa, vero, ma l’importante è farsi trovare pronti.
Hic sunt leones – Una batosta che non ci voleva
Sia chiaro, dopo la scalata e le fatiche di inizio 2025, la brusca frenata delle ultime 3 partite è una botta che non ci voleva. Certo, i biancoblù non hanno certamente giocato contro le ultime della classe, bensì contro due nobili decadute con dichiarati intenti di promozione. La sconfitta a Torino, invece, brucia come il sale su una ferita: senza idee, senza grinta, senza spirito, la Fortitudo non solo è uscita sconfitta dalla trasferta piemontese, ma probabilmente ci è anche entrata. C’è chi ha fatto un passaggio a vuoto dopo mesi di prestazioni eccellenti, ma anche chi, invece, si è beccato l’ennesimo brutto voto in pagella da inizio anno.
Si parta dal concetto che Caja non si tocca, condottiero vero e sollevatore di un gruppo appassito come il basilico su un balcone di un fuorisede a Bologna. Il fatto veramente curioso è come un gruppo che era stato in grado di battere Udine e Cantù (in casa, sia chiaro), capace di tornare a vincere anche in trasferte difficili, eccetera eccetera eccetera, ora sembri spaesato e quasi sgonfio di energie, soprattutto da parte di chi, a inizio anno, ha trainato praticamente da solo la carretta. Panni e Vencato con Pesaro, Cusin con Torino: sembra che ora siano le seconde linee a provare a dare gas. Resta fuori dalla cerchia Thomas, “arginato” al lavoro individuale da ieri, per motivi che un po’ si possono immaginare, un po’ restano oscuri. Insomma, hic sunt leones, ma al momento sono chiusi in gabbia.
Rialzare la testa: pazienza, Fortitudo
Natale è passato da un pezzo ma non c’è espressione più azzeccata di “Tu scendi dalle stelle” per descrivere il momento biancoblù. Alt, attenzione però: di tunnel da inizio anno ne sono stati presi parecchi da diverse squadre. Ci è passata Cantù, Rimini, Cividale, squadre che hanno preso l’ascensore dalla prima giornata o quasi. Ogni città qualche guaio ha, ripete il Cantagallo appollaiato su un finestrone del Paladozza. Ora, però, è la Fortitudo a tenere in mano la candela mentre altre sono nel fascio di luce, alla ricerca di qualcuno al quale passare la palla, questa volta in senso figurato. Di giornate ne mancano 10. Sicuramente non sufficienti per l’assalto alla vetta, sogno a occhi aperti di appena una settimana fa, ma l’ambizione deve essere sicuramente quella di ritagliarsi, perlomeno, una buona posizione per i playoff.
La pausa arriva forse nel momento più indicato per la Fortitudo, augurandosi che Caja non scotenni nessuno nelle prossime sedute di allenamento, tanta era la furia del coach alla fine delle ultime gare. Il rinvio del delicatissimo match con l’Urania Milano, a pari punti con la Effe ma con una gara in meno (Udine) dopo un campionato disputato ai primi piani, è un balsamo per i biancoblù, che avranno così modo di recuperare le energie fisiche e mentali per il grand finale di stagione. Sperando che il coach pavese non chiuda in cella a marcire nessuno come fece il principe Giovanni e che non debba arrivare il Cantagallo ad asciugare lacrime cantando, la Fortitudo dovrà cliccare il tasto reset e lavorare, lavorare, lavorare.
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook
