Fortitudo Bologna
Hic Sunt Leones – Pasticciotti & taranta
Hic Sunt Leones – Quarto posto agguantato, ma Udine è dietro l’angolo. Fortitudo chiamata all’impresa in Friuli domenica

Hic Sunt Leones – Volenti o nolenti, alla fine i conti si fanno proprio grazie a partite come quella di domenica sera. Lasciando perdere la classifica della squadra di Mecacci (bassa) e l’atmosfera da Eurolega che si respirava al Paladozza, se si facesse il calcolo dei punti persi in giro dalla Effe da inizio anno contro squadre che occupano la seconda metà della classifica, probabilmente ora si starebbe parlando di una squadra che gioca per un posto promozione. Palle di cristallo non ne abbiamo, ma tirando le somme… Sì, non è stata una domenica da pasticciotti & taranta, ma archiviare due punti come quelli che erano in palio qualche giorno fa è oro colato per le casse biancoblù. Insieme a Cantù e alla nuova arrivata Forlì (toh), il quarto posto adesso è spazio da condividere.
Hic sunt leones – La taranta biancoblù
“Taranta” (/ta·ràn·ta/): Danza tradizionale della Puglia, frenetica e fortemente ritmata. A questo giro balla l’Aquila, dimenandosi tra uno Stewart che pareva un cosplay dei Monstars e percentuali dall’arco per gli ospiti degni dello Steph Curry migliore. Carta canta, classifica pure, ma ditelo voi, a una squadra che domenica si giocherà uno spareggio da ultimo posto con Piacenza, di tirare i remi in barca prima del gong.
Alla fine salta fuori una di quelle partite concrete, che fanno bene a una squadra che è in piena lotta playoff come la Fortitudo. In un weekend dove i pronostici saltano e i vari Davide battono i Golia di turno, alla squadra di Caja va il merito di non essersi fatta prendere dal “mal di big” e di aver messo il lucchetto ad altri 2 punti che, vista la classifica, fanno comodo come l’amico che ti porta a casa e ti infila le chiavi nella toppa quando sei ubriaco.
Tra le ritornate bombe di Mian e la solita sana ignoranza di Aradori, salta fuori un Gabriel che pare aver fatto (quasi) pace con la tuttofarite che l’ha sempre accompagnato nella sua avventura biancoblù e un Fantinelli che a suon di assist firma (di nuovo) il record societario di palloni smazzolati tra le mani dei compagni (senza che, questa volta, debbano intervenire Le Iene per verificare). Roba da festeggiare con le paste a fine allenamento, minors o non minors, sic est. Anzi, per l’occasione pare d’obbligo portare una buona dose di pasticciotti leccesi.
Insomma, la taranta biancoblù l’han ballata praticamente tutti, o quasi: Battistini passa ancora una volta la partita in panchina e Menalo non compare nemmeno a referto, ma accanto a Sabatini e Vencato a bordocampo. Aria di cambi? Chissà. Intanto, però, c’è un campionato da finire.

Attilio Caja in trionfo con la Fossa dei Leoni (©Valentino Orsini)
Udine: essere o non essere?
Probabilmente definire il rush finale della Fortitudo sfortunato sarebbe un’inesattezza. Al termine di uno dei più divertenti campionati di serie A2 degli ultimi anni qualsiasi campo diventa pericoloso, in mezzo all’accesa bagarre salvezza e il fazzoletto di punti che racchiude squadre tra quarto e dodicesimo posto. L’esame più tosto, tuttavia, domenica lo avrà la Fortitudo, che dovrà fare i conti con un Carnera sold out e un’Udine prima della classe in piena corsa verso la promozione. Se la prima partita del 2025 si era conclusa nella festa del Paladozza, con una Fortitudo portata in trionfo e Udine che perdeva mestamente il primo posto, la musica ora è senza dubbio cambiata.
La Fortitudo dovrà fare i conti con l’amletico dubbio di essere o non essere. Statistiche alla mano, lontana dal Madison di Piazza Azzarita l’Aquila fatica e non poco. L’unica vittoria “illustre” (non ce ne vogliano le altre, anche perché di sconfitte ne sono arrivate anche in quel di Piacenza, così) si può considerare la vittoria di due mesi fa in casa del Verona, in quel magico gennaio dove i Caja’s Boys si regalarono un memorabile clean sheet. Per il resto, diverse batoste, tante sconfitte contro prime della classe che, in parte, al Paladozza ancora non sono passate. Insomma, in trasferta di scalpi importanti non se ne contano granché. Essere o non essere, dunque? Questo è il problema. Quale Fortiutudo si vedrà domenica al Carnera?
Non che si voglia sottintendere che l’aquila, quando vola lontana dal nido, si trasformi in passerotto. Fare i conti lontano da casa, però, pesa e non poco per l’economia Fortitudo. Probabilmente è proprio questo il discrimine che non permette, al momento, alla Effe di lottare per la prima piazza. Nell’entusiasmo che pervaderà come un turbine in Carnera, l’Aquila dovrà essere brava a non farsi trascinare dal vento, ma a restare sulla propria rotta. Hic sunt leones: la bandiera sventolerà (sempre e comunque) alta.

Hic Sunt Leones (©Fortitudo Bologna Pallacanestro 103)
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