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Fortitudo Bologna

Hic Sunt Leones – Per Pasqua, Lourdes?

Hic sunt leones – Bella vittoria contro Udine, che proietta la Effe in piena zona play-in. Cosa aspettarsi dal girone di ritorno?

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Hic Sunt Leones Fortitudo
Hic Sunt Leones (©Luca Feletti)

Hic Sunt Leones – Non sappiamo cosa abbiamo fatto i giocatori della Fortitudo a Capodanno, ma di certo non un giretto a Lourdes. Sarebbe servito, direte voi, dato che scoprire un’oretta prima della partita contro la capolista, una specie di schiacciasassi, che il tuo americano, Il Giocatore, come definito da Caja, non scenderà in campo, non corrisponde al concetto di “fortuna. Anzi, che si dovrà operare, che sarà fuori due mesi, si tornerà sul mercato, eccetera, eccetera, eccetera. Tenendo conto del fatto che in panchina, bendati e incerottati, c’erano già Sabatini e Menalo, col primo ai box probabilmente fino a fine stagione, la prestazione dell’Aquila domenica scorsa ha quel pizzico di sregolatezza, un quid Fortitudo, di difficile spiegazione. 

Kenny Gabriel e Leo Menalo in panchina durante Fortitudo-Udine crediti Valentino Orsini

Kenny Gabriel e Leo Menalo in panchina durante Fortitudo-Udine (©Valentino Orsini)

Hic Sunt Leones, e basta

Se c’è qualcosa che ha insegnato Caja al mondo Fortitudo, è che col tecnico pavese di scuse ne esistono davvero poche. Certo, dalla sua la Fortitudo ha avuto un Paladozza incandescente, hic sunt leones, lo sappiamo. Ma certe partite non si vincono sugli spalti, o meglio, non solo. Giocare contro la capolista, con una fiducia pari a quella di Napoleone dopo Austerlitz, è un’impresa dura anche per chi naviga in acque molto più serene della Effe, e al gran completo. 

Non staremmo parlando della vittoria (probabilmente) più bella della Fortitudo dell’anno, anzi, della Fortitudo più bella dell’anno (ma era solo la prima del 2025, suvvia), se non avessero fatto gioco una serie di fattori. Fattori come Fantinelli e i suoi “soliti” 14 assist, roba che lascia a bocca aperta anche ai piani alti. Come Aradori, che pare avere un conto in sospeso con qualcuno, tanta è la cecchinite del miglior italiano della scorsa serie A2. Come Freeman, che forse responsabilizzato dall’assenza di Gabriel (come se già non lo fosse abbastanza), come Sansone ha lanciato il guanto di sfida dalle “parti alte” friulane. Uscendone vincitore, ah, sì, per il 47 contro 23 alla voce rimbalzi.

Pietro Aradori (©Valentino Orsini)

Pietro Aradori (©Valentino Orsini)

Battistini e Cusin, il momento per incidere

Restando su Udine, ma cambiando lente d’ingrandimento, per chi scrive non sono state assolutamente insufficienti nemmeno le prestazioni di un paio di giocatori che sono soliti prendere tanto bastone e poca carota dal coach pavese. Battistini e Cusin, per l’esattezza, che in una maniera o nell’altra hanno giocato un ruolo non chiave, ma importante, nell’economia della sfida.

Battistini. Probabilmente il più abituato alle lavate di capo del sergente di ferro biancoblù, partito in quintetto domenica. Certo, facile capirne il motivo, dato che l’ex Vigevano è l’unica alternativa come ala grande all’infortunato Gabriel. Sempre per chi scrive, l’approccio non è stato assolutamente da buttare via, anzi spia di un atteggiamento voglioso di non far rimpiangere l’infortunato assente. Poi, che Battistini non sia Gabriel è sufficientemente chiaro, così come lo era dal mercato estivo. L’ala grande sta faticosamente cercando di recuperare la fiducia persa nelle prime uscite, ma l’uscita casalinga contro Udine lascia trapelare l’atteggiamento giusto.

Discorso diverso per Cusin. Anche da parte sua non ci si aspettava certo un rendimento alla Freeman, data soprattutto l’anagrafe dell’ex lungo Italbasket. Che porta il peso, peraltro, dell’intervento al menisco di poco tempo fa. Eppure, il lungone ha messo il proprio mattoncino nella sfida di domenica, prendendo il suo (buon) rimbalzo, mettendo i suoi 4 punti (dei quali 2 davvero pesanti allo scadere del quarto) che alla fine dei conti sono stati decisivi. E, sempre per chi scrive, non si tratta di cose di poco conto.

Marco Cusin (©Valentino Orsini)

Marco Cusin (©Valentino Orsini)

Il punto classifica

Poi, certo, che la Fortitudo sia una squadra che sta andando a singhiozzo ce ne siamo resi conto tutti. Con un cambio marcia evidente da quando al timone c’è San Attilio Caja, senza dubbio, ma di scivoloni se ne sono visti anche nell’ultimo mese. Piacenza, Pesaro. Ennesime conferme di un campionato dove di fuori serie ce ne sono davvero poche, dove la prima può perdere con l’ultima, dove il livello è talmente alto che fare scommesse equivale a lanciare una monetina in aria. E la Fortitudo, in tutto questo, è bene ricordare che nell’ultimo periodo ha viaggiato molto poco lontano dal Paladozza.

Al decimo posto dopo 19 giornate a quota 20 punti. C’è chi a inizio anno avrebbe strabuzzato gli occhi, c’è chi ci avrebbe messo la firma nel momenti più “bui” prima del ritorno di Artiglio. In piena zona play-in, a 4 punti dalla zona playoff. Guardando dalle parti alte, però, è bene sottolineare come la Effe, con le cosiddette big, sia uscita vincente solo da tre scontri, Udine, Forlì e Verona. Tutte e tre casalinghe, peraltro. Contro le altre poche prestazioni sufficienti, dove spicca il famoso scempio canturino. Tutte, tuttavia, che dovranno fare visita all’Aquila a Bologna nel corso del girone di ritorno. Alla fine, è un campionato dove si capisce poco o nulla, giusto?

Deshawn Freeman (©Valentino Orsini)

Deshawn Freeman (©Valentino Orsini)

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